"A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori" al Festival TESTORI di Pesaro. Ideazione e regia Ermanna Montanari e Marco Martinelli

Con Ermanna Montanari, voce e Serena Abrami, canto.
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Allo Sperimentale di Pesaro  "A te come te" per il Festival Testori, con la voce aspra e potente, leggera e acuta di Ermanna Montanari e il canto eterno e primitivo di Serena Abrami, con l’eco lontana di liturgie armene mescolate a sonorità folk del Nord dell’Iran. ci portano tre momenti della scrittura testoriana,con  tre articoli scritti in occasioni tragiche di violenza sulle donne, bambiine o madri o spose.

 Nella voce  e nel canto ricostruiamo, riconosciamo tutto il dolore che sta sotto l’apparenza, siamo partecipi dei drammi e della violenza contro le donne che mai devono essere dimenticati, perchè, come ha scritto

«Non vorremmo che, come va succedendo per altre vergogne e per altri delitti, a furia di parlarne, scriverne e discuterne, senza mai assumere la responsabilità di un gesto, si finisse per diminuirne la gravità, l’irreligiosa e disumana vergogna, si finisse, insomma, per abituare l’uomo a ciò che non è umano».

Ma la pietas di Testori abbraccia anche la sofferenza dei colpevoli, dei vinti dalla "oscura malìa che incatena il maschio alla sua lingua prevaricatrice".

Lo scrittore/giornalista si rivolge ai responsabili dei crimini e delle violenze, la sua voce si alza forte e fuori dal coro, convinto che «la legge è vincita, non rivincita; e come tale ha da essere, sempre, rispettata ed amata», scrive

«Vorremmo che (i colpevoli) non precipitassero nel buio della disperazione. […] Vorremmo dir loro che quel giorno è finita la parte negativa della loro vita, quella consegnata alla violenza, al sangue, all’assassinio, al male e alla morte; ma che la parte vera, quella che ha diritto ha chiamarsi vita, ove pur dovesse svolgersi tutta e intera tra le mura di un carcere, comincerà (e noi ci auguriamo sia in effetti già cominciata) dal giorno in cui, misurando l’orrore in cui sono caduti e il dolore che così facendo hanno causato, sapranno accettare la separatezza, la cecità e il silenzio di quelle mura come un passaggio necessario per poter rientrare nell’equilibrio primo della vita, anche se la vita, fuori da quelle mura, forse non potranno mai più sapere cosa sia».

 Nulla è semplice, nulla è definitivo per colui che pensa che Il problema sia quello della vita e del rispetto "furioso e furente" di questa.

 

"Il Testori della Sera"

Il 10 settembre 1975 approda al Corriere della Sera, orfano della grande firma di Pasolini, Giovanni Testori, il poeta, critico, pittore, scrittore e drammaturgo. che apre una stagione che lo vedrà   presente in prima e in terza pagina e che lo porterà, negli anni, a scrivere oltre 800 articoli sul quotidiano di via Solferino.Il "Testori della Sera",  portato per natura ad una scrittura votata all’accumulo e all’eccesso, si scontra con le ragioni dell’economia e dell’essenzialità tipiche della scrittura giornalistica, con cui scende a patti con una soluzione tutta personale: nella sua penna riescono infatti a convivere la scrittura giornalistica, quella saggistica del critico e quella creativa del letterato, secondo un’alchimia che gli permette di plasmarsi secondo le esigenze del caso. Perché proprio questo era il fulcro dell’interesse che aveva portato Testori al giornalismo: la possibilità di partecipare al dramma altrui e di abbracciarlo facendosi cassa di risonanza della «sperdutezza» che coglie di fronte al mistero della vita e della morte.-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

   FESTIVAL TESTORI - Pesaro e Urbino

A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori

ideazione e regia Ermanna Montanari e Marco Martinelli

voce Ermanna Montanari

canto Serena Abrami

regia del suono Marco Olivieri

 produzione Albe/Ravenna Teatro, Teatro de Gli Incamminati

Ufficio Stampa