Carlo Spinelli ( IdD), Autonomia differenziata e nuovo tariffario sanitario per alcuni utenti potrebbe significare stop alle cure mediche

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Carlo Spinelli ( IdD), Autonomia differenziata e nuovo tariffario sanitario per alcuni utenti potrebbe significare stop alle cure mediche
"L'introduzione dei nuovi LEA potrebbe dare inizio al processo di privatizzazione della sanità italiana che vorrebbe dire per alcuni cittadini niente più assistenza sanitaria". Sono le parole del responsabile per la Politica Interna del movimento presieduto dal giornalista romano Antonello De Pierro all'indomani del varo del nuovo tariffario dei Livelli Essenziali di Assistenza. 


Roma 12 dicembre 2024: Dal 30 dicembre entrerà in vigore il nuovo tariffario sanitario relativo ai Livelli Essenziali di Assistenza ( LEA ) e già montano le polemiche provenienti sia dai banchi dell'opposizione che da alcune associazioni mediche. Si unisce al coro degli scontenti il responsabile per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti Carlo Spinelli che associa il nuovo tariffario e nomenclatore dei LEA all'autonomia differenziata varata da poco dal governo Meloni e per la quale è in piedi una raccolta firme che potrebbe portare a un referendum abrogativo: " Si parla tanto di malasanità, di strutture non idonee e di carenze di personale medico , problemi che spesso mettono in pericolo l'incolumità fisica di medici e infermieri costretti dalla situazione in cui versa la sanità pubblica a metterci la faccia creando, spesso loro malgrado, disservizio agli utenti alcuni dei quali reagiscono in maniera violenta al diniego di un esame o alle lunghe liste di attesa alle quali sono costretti a sottostare per una visita medica o esame strumentale.

Il varo dei nuovi LEA porta, a mio avviso, ad aggravare ancor di più la situazione, già critica, della sanità italiana perché metterà a dura prova le risorse economiche di alcune regioni, in particolar modo di quelle che, secondo il Sistema di Garanzia 2023 per l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), non hanno ottenuto un punteggio sufficiente nel garantire appunto i servizi sanitari essenziali". Ma perché Carlo Spinelli associa i LEA all'autonomia differenziata? " Le singole regioni - prosegue Spinelli - potranno in autonomia aumentare il budget previsto dai fondi elargiti dallo Stato creando così una diversa attenzione verso il SSN, in pratica gli utenti che abitano nelle regioni più ricche che potranno quindi mettere dei soldi in più per la sanità regionale, disporranno di maggiori servizi rispetto a quelle che non potranno garantire fondi ulteriori da investire nell'assistenza sanitaria, una disparità che va a ledere il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione".

Ma le polemiche relative ai nuovi LEA non appartengono solo alla politica ma anche ad alcune associazioni mediche, cosa ne pensa Carlo Spinelli? " Chi sta alzando maggiormente la voce - va avanti ancora l'esponente IdD - è la Società Italiana di Genetica Umana (SIGU), che tramite il proprio presidente paventa il rischio che la genetica medica italiana possa essere messa all'angolo danneggiando così i pazienti e mettendo inoltre in pericolo i progressi fin qui ottenuti. Questo lo ritengo molto grave in quanto stiamo vivendo in un'epoca dove si stanno manifestando sempre più nuove infezioni e scoprendo malattie rare che per essere curate, hanno necessariamente bisogno della ricerca.

Ecco quindi che le perplessità che avevamo riguardo l'autonomia differenziata la cui introduzione a nostro avviso avrebbe dato vita a degli squilibri a danno degli utenti creando cittadini di serie A e cittadini di serie B, si stanno dimostrando giustificate e i nuovi LEA potrebbero essere soltanto l'inizio di un processo che potrebbe portarci alla morte della sanità pubblica a vantaggio di quella privata con guadagni per le strutture ospedaliere private e le compagnie di assicurazione equiparando il sistema sanitario italiano a quello degli amici americani e a farne le spese - conclude Carlo Spinelli - saranno come al solito le famiglie che si trovano in difficoltà economiche che in Italia sono stimate nel 40% della popolazione". 
Ufficio stampa per la Politica Interna Italia dei Diritti
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