Incontri internazionali a piede franco
Comunicato Precedente
Comunicato Successivo
Mercoledì 22 gennaio gli ospiti sono stati accolti all’Hotel Villa Luisa a Lucrino dove hanno potuto godere dell’accoglienza targata Federalberghi Campi Flegrei che ha concesso il patrocinio morale all’evento; la prima tappa enogastronomica è stata alla volta delle Cantine Astroni, già premiate come eccellenza nell’accoglienza e scelte poiché in un territorio fortemente vocato alla viticoltura tradizionale a piede franco. Accolti da Cristina Varchetta, quarta generazione dell’azienda gli ospiti provenienti da Spagna, Gracia, Svizzera, Argentina, Francia, Turchia e da diverse regioni dal nord al sud dell’Italia, hanno potuto ascoltare la storia del territorio, le particolari condizioni dei terreni influenzati da diverse eruzioni nel corso dei millenni e le pratiche di coltivazione della vite e le tecniche di vinificazione che fanno la viticoltura dei Campi Flegrei fortemente identitaria.
Giovedì 23 si è svolto l’evento centrale di confronto e di scambio culturale/scientifico multidisciplinare. Dalle 10:00 i produttori e gli esperti si sono riuniti presso il Parco Borbonico del Fusaro, facendo precedere il workshop da una breve visita narrata affidata alla guida esperta di Luciano Carannante, presidente dell’associazione Fleg Work Out non nuova nella promozione della bellezza del patrimonio Flegreo.Grazie alla concessione del patrocinio morale del Comune di Bacolidalle 10:30 la Sala Ostrichinaha ospitato il Workshop, dal titolo Verso il Riconoscimento del Piede Franco: esperienze a confronto.Il dibattito ha visto la presenza di molteplici relatori portatori ciascuno della propria esperienza, della propria competenza e della propria storia rispetto ai vitigni preziosi a piede franco.
L’apertura dei lavori è stata presenziata dalle istituzioni nella figura del vice Sindaco di Bacoli Mauro Cucco che ha salutato i presenti portando anche il saluto del sindaco Josi della Ragione introducendo il territorio di Bacoli e dei Campi Flegrei come esempio di commistioni di antiche civiltà che hanno lasciato il segno nella modulazione del paesaggio grazie alla viticoltura, alla coltivazione di mitili, alla presenza delle terme naturali ed una posizione strategica che ha favorito il passaggio e la permanenza di illustri ospiti di cui vi sono tracce visibili nella storia dei Campi Flegrei.
Moderati da Adele Munaretto, divulgatrice gastronomica, sommelier e anche ufficio stampa del Comitato nello specifico i relatori sono stati:
Il secondo intervento è stato affidato all’Ingegnere Cosimo Orlacchio, responsabile della Campania per il Comitato, sommelier e degustatore, giudice in varie guide vini. Il delegato ha introdotto la viticoltura della Campania ed i motivi per i quali la fillossera non si è estesa in questo territorio, preservando le viti che dal Vesuvio ai Campi Flegrei passando per la costiera e per l’entroterra irpino ancora conservano un patrimonio vitivinicolo centenario.
Terzo intervento, quello di LoicPasquet, proprietario di Liber Pater a Bordeaux e presidente dell'Associazione Francs de Pied. Pasquet ha raccontato di aver creato liber pater nel 2004 su un vigneto storico di Bordeaux che apparteneva al filosofo Montagne. Nel 2011 è stato eletto Giovane Enologo dell'Anno dalla Revuedu Vin de France. Dopo una battaglia legale contro le autorità francesi per l'introduzione di viti a piede franco e di vecchi vitigni, Liber pater è stato rapidamente riconosciuto come un prodotto eccezionale. Nel 2021, con alcuni viticoltori animati dai medesimi obiettivi e dalla medesima visione, LoicPasquetha creato l'Association desFrancs de Pied per valorizzare le viti a piede franco e richiedere, tra l’altro, anche il riconoscimento della Vite a Piede Franco come Patrimonio dell'Umanità presso l’UNESCO. Il suo intervento è stato accompagnato da quello di CeliàCalcagno, residente a Monaco e direttrice dell'Associazione Francs de Pied che ha spiegato come l’associazione si stia spendendo per il riconoscimento Unesco per le vigne a piede franco e di come il momento degli Incontri Internazionali a Piede Francorappresentino il momento saliente dell’attività associativa in combinazione alla cena di gala che ogni anno si svolge a Monaco alla presenza del Principe Alberto II per la raccolta fondi destinati agli obiettivi dell’associazione.
E’ seguito l’intervento quello della dottoressaGiovanna Sangiuolo, giurista agroalimentare e vitivinicola, dottoranda di ricerca in Sistemi alimentari sostenibili, che partecipa ai tavoli istituzionali dello sviluppo territoriale con focus agroalimentare e turistico, e che assiste da tre decenni Enti pubblici e Imprese nella progettazione e organizzazione di distretti, poli e reti alimentari. Il suo contributo, anche nella veste di produttore di uve da vino sui terreni di famiglia in Irpinia e in Toscana, ha inteso dimostrare come la stesura di un disciplinare possa combinare l’esigenza di tutela delle tradizioni vitivinicole, la valorizzazione del paesaggio agricolo e la possibilità dei piccoli produttori di vedere riconosciuto il loro lavoro in un contesto che oggi vede l’affermarsi di molteplici modelli di viticoltura dove ciascun modello rappresenta una tessera di un più ampio mosaico e dove ciascuno è dotata di eguale dignità. L’intervento ha inteso altresì sottolineare come ogni attività debba svolgersi nel rispetto della normativa vigente multilivello del settore anche in relazione alla necessità di evitare confusione per i consumatori oggi alle prese con un sistema di marchi, denominazioni ed etichette molto articolato.
Altro relatore illustre è stato il dottor Mariano Murru, Presidente Assoenologi Sardegna, Delegato per l’Italia all’Union International desEnologues, Membro dell’Accademia della Vite e del Vinoma anche viticoltore proprietario di oltre 7 ettari di viti a Piede Franco con le varietà carignano, monica, carenisca, moscato enuragus.
Tornando in Campania, il dottor Gaetano Bove, fondatore di Tenuta San Francesco e custode di vecchie vigne prefhillossera e a piede franco nella valle di Tramonti in Costa d’Amalfi ha incantato tutta la platea con le foto delle sue vigne antiche, bellissime e baciate dal sole nella varietà di piedirosso e tintore le immagini hanno colpito per le viti maritate di uno spessore fuori da ogni canone.
Successivamente la presentazione del dottorJosé Vouillamoz una delle massime autorità mondiali in materia di origine e parentela dei vitigni attraverso il profilo del DNA. Genetista viticolo svizzero di fama internazionale, formatosi con la Prof.ssa Carole Meredith presso l'Università della California a Davis (USA), è coautore con i due Masters of Wine Jancis Robinson e Julia Harding del pluripremiato libro Wine Grapes (Allen Lane, 2012), il riferimento definitivo su tutti i vitigni coltivati nel mondo. Wine Grapes è stato successivamente pubblicato in giapponese. Nel 2017 ha pubblicato il libro di riferimento CépagesSuisses - Histoires et Origines, che ha riscosso un enorme successo a livello nazionale ed è stato successivamente tradotto in tedesco e inglese. Il dottor Vouillamoz è anche autore e coautore di numerosi articoli scientifici e libri sull'uva, come l'Oxford Companion to Wine e il World Atlas of Wine. Tra il 2019 e il 2024 è stato vicedirettore di DIVO, il più importante e antico club del vino in Svizzera. Il dottor Vouillamoz è un esperto indipendente di vino, scrittore di vino, educatore di vino e docente, nonché membro dell'Académie Internationaledu Vin, dell'Académie du Vin de Bordeaux (unico membro svizzero), della Mémoiredes Vins Suisses e del Circle of Wine Writers.Il suo intervento è stato particolarmente atteso dai membri dell’associazione monegasca poiché egli fa parte del comitato scientifico dell'Associazione Francs de Pied.
Ritornando in Italia, è stato il turno di Viviana Malafarina che da 14 anni alla guida dell’azienda Basilisco del gruppo Tenute Capaldo/Feudi di San Gregorio e si occupa personalmente della gestione complessiva e della produzione dei vini dell’azienda lucana. Nelle sue diapositive è stato possibile ammirare i sistemi di coltivazione irpini e quelli della Basilicata parlando anche dei due vini totalmente a piede franco, produzioni limitate delle due aziende, “Serpico” per Feudi e “Storico” per Basilisco.
![](http://q4.informazione.it/atc/2025/01/2ee22094-8ba5-444b-9dce-2edaeb70577b/vini_esteri.jpg)
Ancora dall’ Italia e precisamente dalla Valle d’AostaNicolas Bovard, 28 anni, gestisce unamicroazienda agricola ai piedi del Monte Bianco che produce Uva e piante officinali. Dal 2021presidente della Cave Mont Blanc, cooperativa vitivinicola valdostana che produce il Blanc de Morgex et La Salle. Il vino,eccezionale prodotto dai vigneti più alti d’Europa, tutti impianti a Prié Blanc, vitigno autoctono a piede franco grazie proprio alle straordinarie altezze ed una viticoltura estrema narrata proprio nella sua presentazione.
Successivamente l’intervento di Cristina Fugatti, titolare assieme ai fratelli Giuseppe e Roberta della società agricolaRoeno e von Blumen. Padre enologo, Cristina ha conseguito la laurea in viticoltura ed enologia presso l’istituto agrario di San Michele. Legata al territorio e ad ogni vino che lo rappresenta ha mostrato e raccontato dell’Enantio a piede franco le cui piante crescono a ridosso del fiume sulle sabbie grigie che lo hanno preservato dall’epidemia con piante decennali e un vino riserva molto apprezzato recentemente al galà di Montecarlo.
Dalla Turchia AsliBaslamha raccontato dell’aziendaKavaklidereWines, fondata nel 1929 è il primo produttore di vino privato del Paese, a conduzione familiare. Nata nel 1994, in una famiglia di produttori di vino in Turchia rappresenta la quarta generazione dell’azienda, membro del consiglio di amministrazione ha studiato in una scuola francese in Turchia, e in seguito frequentato l'università alla Sorbona di Parigi conseguendo un master in gestione del vino.Oggi gestisce anche le cantine di Kavaklidere a Bordeaux, in cui hanno investito nel 2016.Le suggestive immagini della Cappadocia hanno emozionato l’intera platea.
Dalla Grecia invece è giunta la testimonianza di Elsa Picarddirettore di produzione della cantina La Tour Melas, un enologo di Tolosa, in Francia, francese di origini ma vive in Grecia dove compie il suo lavoro di cui ha illustrato la gestione delle vigne, dei vitigni e dei vini che vengono prodotti a piede franco.
Con lei il contributo di Spyros Zoumboulis, consulente enologo con sede ad Atene e il commovente intervento di suo padre,Panos Zoumboulis, che afferma di essere onorato della sua presenza nel territorio che ha accolto il gruppo di Greci che hanno fondato la prima colonia in Italia sulle costa di Cuma. Enologo consulente Panos Zoumboulis è co-proprietario con LoïcPasquet di Tetradrachm vigneto storico sull'isola di Naxos, isola di Dioniso. La missione di Tetradrachm è quella di essere il fiore all'occhiello della viticoltura greca, inoltre, con il loro contributo è su altre 20 aziende vinicole in Grecia, Cipro e Argentina, molte delle quali non innestate.
Per la SvizzeraMichael Hock nato a Coira, nel Canton Grigioni in Svizzera, ha trascorso l'infanzia e completato gli studi a Zurigo, conseguendo un Master in Biologia. Dopo alcuni anni di lavoro nel settore della certificazione per l'agricoltura biologica, si è trasferito in Piemonte, dove, nel 2008, ha ottenuto una laurea in Viticoltura ed Enologia. Ha lavorato presso l'Università di Torino/Alba nel dipartimento D.I.S.A.F.A., come responsabile di un progetto di ricerca che ha coinvolto oltre 50 microvinificazioni. Parallelamente, è stato anche responsabile tecnico delle vinificazioni per diversi consorzi di cantine piemontesi.
Da oltre dieci anni lavora presso la St. JodernKellerei a Visperterminen, nel Canton Vallese, prima come enologo e successivamente ricoprendo contemporaneamente il ruolo di enologo e CEO della cooperativa. La cantina, famosa in tutta la Svizzera per i vitigni Heida (Païen o Savagnin Blanc) è una cooperativa che conta più di 600 soci conferitori, i quali coltivano manualmente vigneti terrazzati su pendenze estreme, le cui impressionanti le foto dei numerosissimi impiegati durante il tempo delle vendemmie sui pendii impervi hanno colpito i presenti.
Alla fine, la testimonianza di Anna Valli, presidente dell’Associazione Svizzera Sommelier Professionisti della Svizzera Italiana. Sommelier con diploma federale, un riconoscimento professionale che rappresenta il culmine di anni di studio, passione e dedizione al mondo del vino.
Diciannove anni fa, ha fondato il gruppo Donne&Vino, un progetto nato dal desiderio di dare voce e spazio alle tante donne nel settore enologico locale.Appassionata ed entusiasta della materia, si dedica ai corsi di avvicinamento alla degustazione del vino e con emozione è gioia ha raccontato del suo lavoro e della sua vicinanza al comitato italiano.
Al termine del workshop i protagonisti degli incontri si sono spostati alle Cantine La Sibillaaccolti dalla famiglia Di Meo che ha voluto celebrare gli ospiti e l’intera manifestazione offrendo un brunch a base di zuppa di Cicerchie flegree, legume antico di cui la famiglia è custode di semi e pizza di farinella, un piatto di recupero composto da pasta, uova e farina di mais. Il tutto è stato innaffiato dai vini dei soci produttori che hanno goduto del momento di scambio e degustazione dei calici provenienti da ogni parte d’Europa non con poche sorprese. Piacevolissima alla fine la visita ai vigneti e alle domus romane dove la Sibilla conserva i vini per l’invecchiamento.
Venerdì 24 gli ospiti si sono spostati alle pendici del Vesuvio e precisamente a Boscotrecase nell’azienda Sorrentino vini, dove hanno potuto godere della visita al vigneto ed una degustazione con abbinamenti territoriali ascoltando le spiegazioni sulla qualità dei terreni che rendono i vini riconoscibili ad occhi chiusi e alle antiche radici la possibilità di progredire ed invecchiare senza temere l’attacco della fillossera. Un saluto sentito e caloroso da parte dell’enologa e padrona di casa Benny Sorrentino che alla presenza della sorella Mariapaola e alla loro mamma chef resident della tenuta ha salutato gli ospiti, grata per la loro importante presenza sul territorio.