TOSCANA: SCUOLA VERA CIFRA DELLA LIBERTA'

Inizia un nuovo anno scolastico. Dall'osservatorio della Toscana, il prof. FRANCO BANCHI, che assomma un triplice esperienza, di docente, sindacalista e politico-istituzionale, analizza quella che lui chiama "CIFRA DELLA LIBERTA' ", con cui misurare soprattutto il rispetto della filosofia di Don Sturzo. Sceglie i modelli di Lombardia, Friuli e Veneto, bocciando quello toscano. Articolo che segue l'intervento che Banchi ha fatto a Firenze il 12 Settembre ( Convegno di Azzurro Informazioni ).
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Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

LA TOSCANA E' L'ISOLA FELIX PER LA SCUOLA?

La libertà scolastica e di educazione è la più importante tra le "cifre" che caratterizzano la libertà.  E proprio in concomitanza dell'inizio dell'anno scolastico vorremmo misurare questa cifra con un percorso fatto di confronti, culturali, politici e modelli diversi di attuazione.

E' nostro desiderio partire dalla Toscana, che è il "concentrato" delle politiche scolastiche della sinistra.

Il giudizio è di bocciatura. Non per difetto di presenza ed interventi, che non mancano, ma per la filosofia di fondo ed i conseguenti eccessi politico-amministrativi di presenza ed intervento. 

LO STILE TOSCANO

La Giunta Toscana ( centro-sinistra )  per il triennio 2022 -24, ha stanziato 1 milione per il sostegno delle scuole dell’infanzia paritarie private. A parte l'esiguo sostegno paragonato ad altre regioni che andremo ad esaminare, sorgono spontanee due considerazioni. La Prima: visto che le parole sono pietre, notiamo che siamo fermi ancora al lessico ideologico delle origini, in cui lo statale ed il pubblico vengono contrapposti al "privato". La seconda: tutta l'erogazione passa di vertice in vertice fino alla base dei beneficiari. Come se scuola ed educazione fossero integralmente dello e nello Stato. Per noi, che veniamo dalla suola sturziana,  il tutto va rovesciato tanto che lo Stato non deve concedere , ma "riconoscere" il primato della libertà educativa alla persona ed alla famiglia.

E passiamo ad un altro esempio di carrozzone dirigistico. E’ ancora in vigore nella nostra Regione  Toscana il PROGETTO GIOVANISI’ ( sottotitolo per l’autonomia dei giovani ). Il suo obiettivo principale è favorire il processo di transizione dei giovani verso l’autonomia, attraverso il potenziamento e la promozione delle opportunità legate al diritto allo studio e alla formazione, il sostegno a percorsi per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e la facilitazione per l’avvio di start up. 

Nel Report 2023 a commento del progetto redatto da alcuni dei protagonisti ( con tanto di prefazione di Giani e quindi fonte non indipendente ) si legge, non senza sorpresa: “sarebbe auspicabile coinvolgere maggiormente i giovani e le giovani nei processi decisionali nelle sedi istituzionali favorendo così lo sviluppo di un ambiente generativo”. 

Conclusione: oltre ad apparire un progetto pilotato, quindi assimilabile più ad intervento assistenziale che  ad una forma di libero sostegno , è percepito dagli stessi "attori" come poco coinvolgente e creativo.

LE ALTERNATIVE DI ALTRE REGIONI: PERCORSO CHE INTRECCIA FAMIGLIE E STUDENTI

La regione Lombardia ci presenta una stupenda sinfonia in difesa e come promozione della libertà e del diritto allo studio, dove  il concetto-chiave è quello di "Dote scuola". Si punta ad una sinergia virtuosa tra: componente Buono Scuola ;  Sostegno ai diversamente abili; acquisto materiali didattici; componente merito. 
E tutto ciò motivandolo  come misure volte a sostenere i percorsi scolastici ed al potenziamento delle opportunità per le famiglie e per gli studenti lombardi .

S'impone al riguardo una riflessione a tutto tondo sulla bontà di questa iniziativa, che non è sporadica ma copre tutto l'arco formativo fino all'ingresso universitario. La concessione dei contributi non è legata solo a valori ISEE bassi, ma è giustamente decrescente fino addirittura a 40mila euro e modulata in modo crescente dalla primaria alla secondaria superiore. E non sono pochi soldi: massima erogazione per le superiori: 2000 euro per anno.
Il Buono vale per paritarie e statali che applicano una retta di iscrizione e frequenza, aventi sede in Lombardia o in Regioni confinanti.  Si tratta dunque di una valorizzazione convinta, ampia e concreta della libertà educativa.

Ultima riflessione sulla Lombardia: si crea un sistema integrato , chiamato DOTE SCUOLA, completo, che riconosce la famiglia ed i suoi bisogni ( materiali e non ), compreso il merito.

FRIULI APRIPISTA DI NUOVI ORIZZONTI

La Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato diversi milioni di euro per il sistema scolastico nell’anno scolastico 2024-2025. L’assessora all’istruzione, Alessia Rosolen, ha evidenziato come per il quarto anno consecutivo l’Amministrazione regionale abbia incrementato i fondi destinati al pianeta-scuola. Quindi non solo ottica rivolta a famiglie e studenti, attraverso il discorso già visto della "dote", con contributi che variano da 150 a 400 euro  in base alla distanza tra la residenza dello studente e la scuola frequentata e rimodulati nel caso in cui l’Istituto scolastico frequentato abbia attivato il servizio di fornitura dei libri di testo in comodato gratuito. 

La sostanziale novità presentata dalla Regione Friuli , che di fatto crea un "sistema integrato" di grande portata, è data da un vero e proprio quadrangolo: supporto di personale,  studenti, le persone con disabilità ed insegnamento delle lingue. Quindi non solo ottica rivolta a famiglie e studenti. Avvalendosi delle prerogative previste dalla speciale autonomia, la Regione interviene anche contribuendo a potenziare sul territorio la rete dei docenti e degli ATA          ( attraverso patti ed accordi con l'Ufficio scolastico ), curando anche la copertura degli insegnanti di sostegno e quelli indirizzati all'insegnamento delle lingue nelle aree di confine.

Chi volesse testare sul campo gli orizzonti dell'autonomia differenziata scolastica  ha un esempio plastico proprio qui.

LA SALDA BUSSOLA DELLA REGIONE VENETO

Tra tutti  i quadri normativi regionali, quello a nostro parere più incisivo sia a livello di quadro valoriale di riferimento che di operatività politica è l'esempio del Veneto. Leggere il seguente articolo della L.R. n. 8 del Marzo 2017 rappresenta la bussola ideale in tema di libertà scolastica e di educazione: ”Le politiche regionali si informano ai principi della centralità della persona, della funzione educativa della famiglia, della libertà di scelta dei percorsi educativi, della pari opportunità di accesso ai percorsi, nonché ai principi della libertà di insegnamento, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative e della parità dei soggetti pubblici e privati accreditati erogatori di servizi, della valorizzazione del capitale umano in funzione della competitività del sistema economico e sociale veneto ( art.2 )”. 

TOSCANA: IL TEMPO PASSA INVANO

Nel 2012, a firma Aprea, in Parlamento si discute la proposta di legge 953 ( norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali)
In Consiglio Regionale della Toscana  si fa il controcanto al dibattito nazionale. La maggioranza di sinistra  boccia la proposta Aprea poichè " punta alla rinascita della scuola pubblica, ricca di un nuovo umanesimo, che metta al centro la persona e non gli interessi di qualche azienda”.  Quanto è diversa questa idea, appesantita dal giogo ( visto che siamo in Toscana ) della vetero ideologia.

Arriviamo al Febbraio 2024 , in Consiglio Regionale passa una proposta a firma PD in cui si chiede espressamente al Parlamento italiano di introdurre nelle scuole, nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica, anche l’educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità. L’obiettivo, si legge nel documento, è “fornire agli studenti strumenti pratici per comprendere, esprimere e gestire le proprie emozioni in modo sano e costruttivo stimolando gli stessi a riconoscere e rispettare sia le proprie emozioni che quelle degli altri. Ciò al fine di favorire la costruzione di relazioni più profonde e una migliore gestione delle sfide quotidiane, contribuendo positivamente all’ambiente circostante”. 

La nostra posizione è che questi temi  rientrino nelle competenze della famiglia in primo luogo e, comunque, con essa vanno trattati. Chi cura la formazione su questi temi? In base a quali linee guida e presupposti etici e  culturali?  La formazione dei bambini e giovani su questi temi delicati deve avvenire in prima istanza all’interno del nucleo familiare. 

La scuola è la cartina tornasole più importante che marca delle differenze filosofiche, etiche, culturali e politiche  tra le varie forze politiche. Quello della  scuola e del sistema formativo regionale e nazionale non è un tema eccentrico, ma il "tavolo" su cui si gioca sia l'orizzonte valoriale che  concreto dei nostri giovani, compresi i fattori sociali ed economici.

Ufficio Stampa

Franco Banchi
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