Energia
Claudio Descalzi: l’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore” in occasione della Cop 28
Transizione energetica, per l’AD di Eni Claudio Descalzi "non sono ammesse incertezze e tutti devono impegnarsi: a partire dai Paesi in cui si producono la quantità maggiore di emissioni, Stati Uniti e Cina, che pesano per quasi metà del totale".
Claudio Descalzi, l’intervista all’AD di Eni: la transizione energetica è una svolta necessaria
Secondo Claudio Descalzi la sostenibilità necessita di “un approccio multifattoriale”. L’AD di Eni lo ha spiegato in un’intervista a “Il Sole 24 Ore” rilasciata in occasione della Cop 28 lo scorso 13 dicembre. Le difficoltà nel raggiungere accordi concreti tra Occidente e Paesi in via di sviluppo sono emerse chiaramente nel corso della conferenza sul clima in programma quest’anno a Dubai: nell’intervista, l’AD Claudio Descalzi ha fatto notare come “difficilmente possiamo pensare di cancellare in modo immediato le fonti che oggi rappresentano l’80 per cento della produzione di energia”. Fondamentale in quest’ottica è un approccio multifattoriale che include l’efficienza energetica, il cambiamento delle modalità di consumo, l’impiego dell’idrogeno e lo stoccaggio della CO2, unitamente alla promozione di fonti rinnovabili e di tecnologie nucleari avanzate. La transizione energetica è necessaria ma altrettanto lo è “non restringere l’offerta nel breve medio termine, soprattutto del gas che è la componente meno emissiva, perché causerebbe conseguenze insostenibili in termini di sicurezza, sviluppo delle aree emergenti, inflazione a danno di imprese e famiglie, nonché impatti sui bilanci statali”. Per poter spiazzare il contributo dei fossili dunque “serve far altro: efficienza energetica, cambiamento delle modalità di consumo, puntare sull’idrogeno e sullo stoccaggio di CO2, spingere fonti rinnovabili come l’eolico e il solare al di là della loro attuale efficienza, il nucleare di nuova generazione e quello da fusione”.
Claudio Descalzi: i business della transizione energetica devono essere autosostenibili
“Non sono ammesse incertezze e tutti devono impegnarsi”, ha ribadito Claudio Descalzi nel corso dell’intervista: “A partire dai Paesi in cui si producono la quantità di emissioni, Stati Uniti e Cina, che pesano per quasi metà del totale”. Ridurre il ricorso al carbone, privilegiare il gas, utilizzare tecnologie per decarbonizzare le fonti tradizionali finché le energie pulite non arrivino a coprire completamente la domanda: questa è la direzione verso cui guarda Eni. Indispensabile oggi è la rapidità: “Se l’orizzonte temporale dei grandi cambiamenti è stato finora di 40-50 anni, e in termini additivi, mai di completa sostituzione. Oggi tutto questo tempo non c’è. Occorre andare più rapidi”. Inoltre, secondo l’AD, “serve anche grande trasparenza, documentare con chiarezza obiettivi da raggiungere e progressi annuali”. La transizione energetica deve essere costruita “in modo che possa essere autosostenibile”, ha aggiunto il manager. “Vanno costruiti dei mix energetici sfidanti ma realistici. Così viene ridotta la necessità dei sussidi. E anche gli incentivi devono entrare in business plan che prevedano obiettivi da raggiungere, le risorse rese disponibili, i risultati man mano ottenuti”: una transizione energetica “ordinata, che tenga conto, per esempio, dei livelli occupazionali” per dare impulso a quello che è “un cambiamento epocale e irrinunciabile”. In questo scenario “super calcolatori e intelligenza artificiale giocheranno un ruolo fondamentale”, ha rimarcato Claudio Descalzi: “Sia nello sviluppo delle tecnologie, sia nell’innovazione dei processi tecnologici e stanno già fornendo un contributo fondamentale”.