Comunicato stampa fiamma tricolore su alloggi del personale difesa e delle forze dell'ordine

Alloggi a mutuo sociale e ripianificazione alloggi del personale della difesa e delle forze dell'ordine; la proposta della fiamma tricolore
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, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) Il movimento sociale – fiamma tricolore, nel confrontarsi con la questione alloggi, vero problema per migliaia di famiglie, ma ancor di più per il personale delle forze armate e dell’ordine intende in questa sede promuovere una valutazione ed una propria linea risolutiva dell’annoso problema.

Il sistema degli alloggi militari del personale delle forze armate e forze dell’ordine non funziona! Non funziona in quanto, l’assegnazione degli alloggi e prima ancora la costruzione di nuovi alloggi non si e’ adeguata al nuovo modo di arruolamento e di impiego del personale operante per lo strumento militare, non si è adeguato alle nuove esigenze del personale richiedente e non si e’ adeguato alle vere esigenze ed al vero potere di acquisto salariale del personale militare e delle forze dell’ordine che si sono visti spesso esclusi dall’alloggio.
La possibilità di poter fruire di un alloggio militare è senz’altro uno dei problemi più sentiti dal personale delle forze armate e dell’ordine!

Questo personale infatti è spesso gravato da obblighi che caratterizzano la specificità del proprio status giuridico, connotato da una disponibilità al servizio senza limiti di spazio e tempo, e che può imporre trasferimenti; con ciò la conseguente esigenza di eleggere l’abituale dimora in prossimità dei luoghi di lavoro.

Noi siamo consapevoli che al personale, non si può più dare un alloggio precario, soprattutto se ha famiglia, ma occorre individuare percorsi abitativi certi e stabili che debbono portare innanzitutto all’acquisto di una casa con una giusta politica salariale! Quella della concessione dell’alloggio di servizio dovrebbe essere a nostro avviso una ultima ratio! Occorre favorire appunto le politiche che permettano al militare o all’appartenente delle forze dell’ordine di poter comprare una propria casa. Solo con l’acquisto di una abitazione, che diventi quindi propria , il personale in oggetto si può sentire completo e può garantire alla famiglia che spesso mantiene solo col proprio stipendio, di acquisire quella sicurezza e certezza, per poter pensare con maggiore serenità al proprio futuro, con maggior beneficio anche sull’efficienza dello strumento militare e di sicurezza.

È inoltre da considerare che le risorse alloggiative a disposizione del Ministero della Difesa sono assolutamente insufficienti, a garantire il soddisfacimento di un livello adeguato di necessità del personale e dell’Istituzione, mentre il processo di professionalizzazione delle Forze Armate è intervenuto ad acuire una situazione già carente, prevedendo il giusto inserimento tra i beneficiari anche dei volontari in servizio permanente.

In aggiunta vi e’ anche il rischio effettivo che si possa creare quello che , gli stessi delegati alla rappresentanza,oggi chiamano conflitto generazionale interno alla struttura, visto che sono inevitabilmente i più giovani a subire le maggiori penalizzazioni e tenuto conto che l’assegnazione di un alloggio demaniale costituisce un significativo beneficio, che rende disponibile, a parità di stipendio, un reddito maggiore a quanti possono fruire dello stesso, rispetto a coloro che devono invece ricorrere alle opportunità offerte dal libero mercato.

Se volessimo compiere un’ analisi dello stato dell’arte sulla questione alloggi per quanto riguarda il personale delle forze Armate, si nota che il personale in servizio permanente corrisponda a circa 130.000 unità destinate ad incrementarsi a 160.000 unità entro il 2020, anno fissato dalla legge 331 del 2000 per il raggiungimento del regime del modello professionale. A questi vanno ad aggiungersi circa 30.000 Volontari, veri precari dell’amministrazione difesa!Ipotizzando che circa il 50% degli Ufficiali e dei Marescialli (45.000) ed 1/3 dei Sergenti e dei Volontari in servizio permanente (13.000) sia coniugato. Pertanto, l’esigenza totale, comunque approssimativa, potrebbe essere al momento di circa 58.000 alloggi destinata a salire a 70.000 unità entro il 2020.

A fronte di tali esigenze, le Forze Armate oggi presentano una risposta carente sintetizzabili nei seguenti numeri
  • 18.000 alloggi in totale, di cui circa 2.600 non occupati per carenza delle risorse necessarie ad effettuare i lavori di manutenzione.
  • 4.500 sono stati individuati quali cartolarizzabili.
  • 10% sono al momento occupati da personale senza titolo per motivi vari.

In conclusione se tutti gli alloggi in questione fossero in questo momento occupati dal personale effettivamente in servizio, si avrebbe che solo il 30% dello stesso usufruirebbe del beneficio. Si può pertanto affermare che esiste un problema alloggiativo generale che è primario in quanto riguarda la maggior parte del personale militare ed in particolare quello delle fasce con meno reddito, e che la gestione dell’esistente è solo una parte secondaria della problematica. Il tutto ovviamente va messo in sistema.

Il movimento sociale – Fiamma Tricolore, nell’affrontare il problema alloggiativo del personale militare e delle forze dell’ordine considera che esso deve essere risolto attraverso un progetto generale da realizzare non con iniziative una tantum, ma a lungo termine , per una lunga durata, con un preciso ed oneroso , ma dovuto impegno governativo.

Proponiamo la sospensione delle varie cartolarizzazioni ancora in corso, che hanno creato aspettativa di ulteriori vendite da parte del personale non interessato alla cartolarizzazione stessa ed ha provocato malumori soprattutto da parte del personale in servizio per il fatto che a trarre beneficio siano gli utenti che non avevano requisiti, riducendo cosi in modo significativo il Patrimonio Abitativo delle Forze Armate, proprio nel momento in cui è in crescita il bisogno di unità abitative; Tale provvedimento di cartolarizzazione, così come predisposto, fu a suo tempo rifiutato dai COCER in quanto considerato iniquo, sperequante, di nessuna utilità per la maggior parte del personale né tanto meno per l’Amministrazione.

In parallelo a ciò , la Fiamma Tricolore propone:
  • riconversione funzionale, in alloggi di immobili non più necessari alle F.A.;
  • rifinanziamento della L. n. 492/75 atta a favorire lo sviluppo di cooperative militari;
  • stipula di accordi/convenzioni con Istituti bancari/finanziari allo scopo di ottenere mutui e prestiti a tassi agevolati a favore del personale includendovi la possibilità di riconvertire eventuali mutui già stipulati dallo stesso o ai medesimi tassi di favore;
  • obbligo per le amministrazioni locali di riservare, in sede di predisposizione dei Piani di Edilizia di competenza, una quota della volumetria disponibile a favore di cooperative formate da personale appartenente alle Forze Armate.
  • intese/convenzioni con le Amministrazioni locali territoriali per l’acquisto/costruzione da parte del personale di nuove unità abitative a condizioni particolari;
  • regolamentazione esclusiva della politica degli affitti, senza condizionamenti da parte della normativa di carattere generale;
  • Studio di fattibilità relativo alle possibilità di erogazione al personale di contributi diretti/indennità finalizzati a garantire la pronta disponibilità di alloggi di servizio; Nella fase di realizzazione del progetto, il personale militare potrebbe ricevere una indennità di alloggio (da individuare entità, modalità e destinazioni anche in funzioni delle risorse disponibili).
  • mutuo sociale per il personale militare dell’amministrazione difesa e delle forze di polizia e dell’ordine in genere;
  • riconsiderazione della dislocazione delle caserme e delle unita operative in altre regioni e zone d’Italia, (meridione d’Italia).

Si otterrebbe cosi: ottimizzazione della operatività delle forze armate, venuto meno il pericolo comunista proveniente dal nord Italia, viene meno anche la necessita di mantenere operative le caserme del nord, e si rende necessaria una loro maggior presenza nel sud d’Italia, del resto, zona geografica di provenienza della gran parte del personale militare dell’amministrazione difesa: si otterrebbe cosi un maggior soddisfazione dei desideri di ricongiungimento dei nuclei familiari da parte del personale militare, una minore richiesta di alloggi di servizio, un maggior potere d’acquisto per gli stipendi del personale militare, minor spese di costruzione e manutenzione per gli alloggi da parte dell’erario o dell’amministrazione difesa, oltre che una maggior operatività ed efficienza per lo strumento militare impegnato in una zona geografica, il mezzogiorno appunto, confine d’Italia e d’Europa!

Giovanni Demarco
Dip. Difesa e Sicurezza
MS-Fiamma Tricolore
Ufficio Stampa
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