L'Europa chieda trasparenza all'Algeria in relazione ai diritti umani
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In questi giorni, mentre tutto il mondo commemorava il primo anniversario della guerra in Ucraina, in una Nazione , economicamente legata all'Italia ed alla Federazione Russa, è stata sciolto il l Rassemblement-Actions-Jeunesse (RAJ), un'importante associazione di cittadini all'interno dell'"Hirak". Infatti, come riportato dal giornale dei comboniani "Nigrizia" ci ricorda che "il 22 febbraio 2019, infatti, è iniziato in Algeria un grande movimento di protesta, prima contro la candidatura del presidente Abdelaziz Bouteflika per il suo quinto mandato, poi contro il sistema al potere. Le mobilitazioni dell’Hirak hanno portato alle dimissioni di Bouteflika, (deceduto poi lo scorso settembre) dopo vent’anni alla guida del suo paese. Ma le contestate elezioni presidenziali, organizzate a fine 2019, non hanno messo fine alle controversie. E la gente ha continuato a scendere nelle strade delle principali città algerine scandendo slogan nei quali si chiedeva un cambiamento totale del sistema per passare a un regime civile invece che militare".
Un movimento di cui poco si parla, soprattuto per il peso economico che l'Algeria gioca con l'Italia, ma che dovrebbe essere maggiormente conosciuto. Soprattuto per le istanze di riforma che questo movimento vuole apportare all'interno della società algerina. Proprio il giorno successivo al terzo anniversario della rivolta dell'Hirak, il Governo algerino, ha provveduto allo scioglimento dell Rassemblement-Actions-Jeunesse (RAJ) . Un fatto che ha coinvolto la stessa Unione Africana , tanto che la Commissione Africana sui Diritti Umani e dei Popoli si è pronunciata in modo duro contro il Governo di Algeri. Infatti, la Commissione si è detta "profondamente preoccupata per il deterioramento della situazione dei difensori dei diritti umani in Nord Africa, in particolare in Algeria. In particolare, la Commissione ha appreso con rammarico dello scioglimento, avvenuto il 23 febbraio 2023, da parte delle autorità giudiziarie algerine, dell'Associazione denominata Rassemblement Actions Jeunesse RAJ, costituita a partire dal 1992. Essa è accusata di agire in contrasto con la legge sulle associazioni, essa stessa contestata da diverse organizzazioni della società civile algerine. La Commissione africana deplora tale misura e desidera ricordare alle autorità algerine che tale decisione, per quanto giudiziaria, contraddice tuttavia gli obblighi derivanti dagli articoli 10 e 11 sulla libertà di associazione e di riunione tutelata dalla Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli ( la Carta Africana); così come altri strumenti internazionali e regionali sui diritti umani di cui l'Algeria è parte. È anche contrario alle linee guida sulla libertà di associazione e riunione in Africa..
La sconcertante è che le istituzioni europee e, prima ancora italiane, non si sono ancora pronunciate su questo fatto. Un silenzio assordante da parte del Parlamento europeo, sempre pronto a votare provvedimenti contro il Marocco o contro altre nazioni e sempre meno attento alla violazioni dei diritti umani in altre regioni. L'atteggiamento europeo è assai stabico. Ignora del tutto la situazione della violazione dei dirtti umani contro il movimento dell'Hirak e non ha riserve, neppure morali a votare per armare l'Ucriana. Un parlamento europeo che non vede il martirio dell'Armenia ed è pronto ad impegnarsi contro il Marocco su questioni infondante come la questione relativa all' "Affare Pegasus" .
Se l'Europa è ancora in grado di difendere i diritti civili e democratici per la quale è stata fondata, alzi con energia la sua voce perchè l'associazione "Rassemblement-Actions-Jeunesse (RAJ)" e le altre associazioni per i diritti umani non vengano perseguitate. Chieda al Governo algerino la garanzia per le libertà civili e religiose . Se l'Europa esiste ancora si faccia sentire.
Marco Baratto