Politica e Istituzioni
Elisabetta Pieragostini: "L'Italia non è un Paese per donne lavoratrici. Le aziende, le organizzazioni, gli enti devono fare di più"
Elisabetta Pieragostini: "L'Italia non è un Paese per donne lavoratrici. Le aziende, le organizzazioni, gli enti devono fare di più"
Nel Paese politicamente dominato, tra maggioranza e opposizione, da due leadership femminili, il divario tra uomini e donne nel mondo del lavoro è tra i più alti nell'UE (oltre 20 punti).Nasce la prima guida contro il gender gap e per la riduzione del divario di genere nei luoghi di lavoro. La presentazione alla Camera dei Deputati mercoledì 26 giugno, dalle ore 13.
Se in oltre 70 anni di storia repubblicana, la partecipazione delle donne italiane al governo e nelle istituzioni politiche ha conosciuto un'ascesa considerevole passando dal 5% del 1948 al 35% del 2018, e oggi le principali forze di maggioranza e d'opposizione hanno salde leadership femminili, fuori dal Palazzo, il cammino verso l'eguaglianza non sembra altrettanto rapido. In particolare, nella classifica del Global Gender Gap Index che misura la forbice esistente tra i due sessi in termini di partecipazione economica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al settantanovesimo posto nel mondo su 146 nazioni. Un dato affrontato, con più di una soluzione, dal primo saggio italiano interamente dedicato alle politicy contro il divario di genere nelle aziende. Il libro raccoglie i contributi preziosi di professionisti ed esperti espressione del tessuto produttivo più all'avanguardia del Paese mettendo in risalto le linee comunitarie e ministeriali per l’applicazione e la certificazione del sistema di gestione per la parità di genere secondo la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 riguardante la gender equality nei luoghi di lavoro, recepite da aziende e organizzazioni.
“Non siamo mica uguali! Verso l’uguaglianza di genere” – edito da Fall in Lov - è la prima agile guida aggiornata riguardante i principali indicatori per un’impresa all’insegna di una parità concreta. L'autrice è Elisabetta Pieragostini imprenditrice attivista e scrittrice che si batte per un modello d'impresa umano-centrico e finalmente libero dalle discriminazioni. La novità editoriale, unica nel suo genere, sarà presentata Mercoledì 26 giugno, a partire dalle ore 13, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. Oltre alla Pieragostini, interverranno l'editrice del testo Martina Tombolini, , la Capogruppo PD in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati Irene Manzi e l'Ing. Stefano Sibilio Vicedirettore Generale dei Processi e Regolazione UNI. " Sono 10,7 i punti percentuali di differenza tra il tasso di occupazione di uomini e donne in UE. L'Italia è il secondo stato membro con il divario più ampio: quasi 20 punti.
Le donne con figli sono penalizzate e su di loro grava il peso prevalente delle attività di cura (4,76 ore in media contro le 1,84 degli uomini secondo Eurostat). La certificazione-spiega Elisabetta Pieragostini- è uno strumento concreto, l’unico reale metro oggi conosciuto per verificare le politiche di riduzione del gender gap nei luoghi di lavoro, un sistema di valutazione rigoroso e imparziale che individua con obiettività la quota ed il livello di eguaglianza reale raggiunto da un’organizzazione o da un’azienda. Le aree in cui questa verifica avviene sono ben identificabili. Si va dalla parità salariale, alle effettive possibilità di carriera, dalla tutela del ruolo genitoriale, alla partecipazione equa e paritaria a percorsi di formazione sino a prevedere politiche di tutela dell’ambiente di lavoro da molestie o mobbing".
Dal mio punto di vista, occorreva un testo in grado di descrivere, con obiettività e senza reticenze, un fenomeno concreto come il divario di genere nel lavoro, nelle professioni e all’interno di relazioni sempre più improntate ad un rigido verticismo, al netto di un’orizzontalità di facciata. Il libro ha un approccio descrittivo, non ideologico, che agisce su due livelli: da un lato la presentazione e i parametri di misurazione dei principali indicatori capaci di qualificare un’ impresa all’insegna dell’eguaglianza, dall’altro la rappresentazione articolata e vivace, con interviste, racconti e brevi saggi di un pregiudizio odioso, generatore di disparità, in grado di coinvolgere persino la giurisprudenza, il linguaggio e la cultura collettiva. "