La Stagione 2024/25 di ERT / Teatro Nazionale

96 titoli rappresentati, 17 produzioni e 25 coproduzioni, di cui 13 in prima assoluta e 4 debutti nazionali, a cui si aggiungono 54 ospitalità. A Modena, Bologna e Cesena, affiancate da Castelfranco Emilia e Vignola e 8 sale teatrali
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Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 La nuova Stagione di ERT / Teatro Nazionale che si realizza all’interno di 5 città (Modena, Bologna e Cesena, affiancate da  Castelfranco Emilia e Vignola) e 8 sale teatralii, con 96 titoli rappresentati, 17 produzioni e 25 coproduzioni, di cui 13 in prima assoluta e 4 debutti nazionali, a cui si aggiungono 54 ospitalità, presenta ed offre una prospettiva ampia e plurale, in cui trovano posto personalità della ricerca teatrale emergenti accanto ad altre riconosciute a livello internazionale, come Pippo Delbono, Daria Deflorian e Alessandro Serra (con tre produzioni e prime nazionali ERT), nomi storici del teatro italiano e internazionale come Eugenio Barba, di cui ERT coproduce il nuovo lavoro, così come quelli di Federico Tiezzi, Marco Martinelli, Marco Paolini con Matthew Lenton, Valter Malosti, Chiara Guidi, Arturo Cirillo, Andrea De Rosa, Michela Lucenti, Mario Perrotta, e come ospiti Peter Stein, Emma Dante, Fanny & Alexander. 

In scena anche straordinari interpreti quali, tra gli altri, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, Silvio Orlando, Virginia Raffaele, Anna Della Rosa, Sandro Lombardi, Elisabetta Pozzi, Danio Manfredini, Maddalena Crippa, Renato Carpentieri, Elena Bucci e Marco Sgrosso, Marco Foschi, Simone Cristicchi, Lunetta Savino, Natalino Balasso. ERT ospita le nuove regie di Roberto Andò, Carmelo Rifici, Massimiliano Civica, protagonisti del teatro d’autore come RezzaMastrella, Saverio La Ruina e Oscar De Summa; nomi che di recente hanno catturato l’attenzione di pubblico e stampa come Kepler – 452, al lavoro sul nuovo progetto prodotto da ERT, così come Marco Lorenzi e collettivo Sotterraneo, e come ospiti Leonardo Lidi, Licia Lanera, Stivalaccio Teatro, Vico Quarto Mazzini.

Fra le proposte più interessanti del territorio, molte delle quali legate ai temi della fragilità, oltre alla compagnia residente Arte e Salute, con un nuovo progetto creato da Nanni Garella insieme a Michela Lucenti, ERT sostiene le nuove creazioni di Teatro dei Venti con le attrici e gli attori detenuti delle carceri di Modena e Castelfranco Emilia, Mariano Dammacco e Serena Balivo, Quotidianacom, Michele Di Giacomo, e all’interno di CARNE il nuovo spettacolo di Aristide Rontini. ERT programma poi gli spettacoli di Pietro Babina, Archivio Zeta e il riallestimento di uno storico spettacolo del Teatrino Giullare.

Il focus dedicato alla drammaturgia fisica, CARNE (giunto alla sua terza edizione), a cura dell’artista associata Michela Lucenti, coproduce la prima nazionale del nuovo lavoro del belga Wim Vandekeybus, artista di grande rilievo nel panorama della creazione coreografica contemporanea. CARNE si inserisce trasversalmente dentro i cartelloni delle singole città, e offre, oltre al debutto dell’ultima creazione di Lucenti e Balletto Civile, la prima italiana dello spettacolo, coprodotto, del collettivo italo-belga Poetic Punkers. Fra gli artisti del focus, Virgilio Sieni, Cristiana Morganti, Compagnia Zappalà Danza, Piergiorgio Milano e il Balletto di Torino con una coreografia di Simona Bertozzi per le danzatrici Marta Ciappina e Viola Scaglione.

Compone la Stagione anche una sezione di concerti e teatro musicale, che ospita, fra gli altri, Paolo Fresu, Emidio Clementi, Enrico Rava, Simone Cristicchi, l’Orchestra della Filarmonica Arturo Toscanini con il grande solista Mischa Maisky, Lamberto Curtoni ed Enrico Malatesta.

 

 Valter Malosti, Direttore Artistico, così introduce la proposta di ERT Fondazione:

!

PROLOGO #Passeggeri



[…] Erano seduti in un teatro vuoto. Sei tu, John? aveva detto.

Il lungo era stravaccato in una poltroncina in cima alla sala. Per un po’ non rispose. Poi disse: Sono io […]. Per modo di dire.

Il respiro di uno solo nel silenzio. Rimase in ascolto. Che dire? Mi fa piacere vederti, John.

Grazie [...] Fa piacere essere visto.

Mi mancavano le nostre chiacchiere.

Anche a me. Come ci sei finito qui?

In un teatro.

Eh.

Non so bene. Forse c’entra il fatto che un teatro non può mai essere al buio. Cosa che pochi sanno.

Un teatro non può mai essere al buio?

No. La vedi quella luce alle tue spalle?

Sì?

È sempre accesa. Indipendentemente da tutto. Sai come si chiama?

No.

Si chiama luce fantasma.

E cos’è, ce n’è una in ogni teatro?

Sì. Una in ogni teatro.

Ed è sempre accesa. Giorno e notte?

Giorno e notte. Sì. Non c’è scampo.

No.

Anni di vagabondaggi catturati nel ricordo di un istante. E come forse avrai notato un teatro vuoto è vuoto di tutto. È una metafora del mondo abbandonato che fu. In ogni caso sembra uno strano posto in cui venire a chiedere notizie. Ti senti bene?”

Direi di sì.

Perché sei qui?

Non so esattamente.

Non è cambiato niente.

No.

[…]

Suppongo che alla fin fine quello che abbiamo da offrire sia solo quel che abbiamo perduto.

da Il passeggero di Cormac McCarthy, Einaudi 2023

 

 "La bellezza è fragile, testimonia silente l’incrinatura di luce che sta nelle cose che abbiamo sotto gli occhi e che non siamo più in grado di riconoscere.

Si sta di fronte al suo bagliore come disarmati, inermi, a bocca aperta, come abitati da una sensazione di turbamento – risuona qui l’eco del meravigliato sgomento che dalla tragedia greca giunge a noi – e che ci tiene appesi al filo del respiro, sempre pronti a cadere con chi cade, perché segretamente custodi della rinascita. Dice Nick Cave: «C’è anche una perdita di sé, la sensazione di essere spazzato via da qualcosa di più grande». Passeggeri dentro una tempesta.

Ciò che dell’arte profondamente mi attrae è la poesia capace di nominare questa condizione di fragilità: la sua sostanza è ritmo e disequilibrio, una forma apparentemente perfetta in cui affiora la sua qualità precaria, quella stessa consistenza che appartiene al sogno e che prende forma nell’urto con la materia della scena. «Posso scrivere solo profetando / nel rapimento della Musica / per eccesso di seme o di pietà», scrive Pasolini.

Il mestiere del teatro è il mestiere effimero per eccellenza, passeggero, volatile, fragile. Le parole che diciamo, le azioni, scompaiono alla vista ma vivono dentro i cuori e le menti delle persone che condividono questa esperienza con noi.

 

Dunque, per te, qual è l’obiettivo comune?

Essere meravigliati. Fare esperienza di un comune senso di meraviglia. Riesco a percepirlo sul palco e a vederlo negli occhi della gente. E lo provo io stesso. È certamente qualcosa che ho sentito molte, infinite volte ai concerti di altri artisti. Riguarda il raggiungere uno stato d’animo condiviso e vitale attraverso la musica – a volte per un momento, a volte per un concerto intero. Tutti lo abbiamo sperimentato. Non è solo una liberazione fisica, pure se c’è anche quella, ma è essere abbracciati da un artista nel momento cruciale dell’espressione – essere meravigliati, secondo dopo secondo, dal modo in cui una canzone o un brano musicale si dipana, essere abbracciati sull’orlo delle lacrime dalla drammaticità del tutto, ed essere, in quanto “spettatori, attori fondamentali del dramma stesso. Questa è la cosa straordinaria.

da Fede, speranza e carneficina di Nick Cave e Sean O'Hagan, La nave di Teseo 2022"

( Valter Malosti, Direttore Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale)



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