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Salute e Benessere
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Sanità, ULS Unione Lavoratori Sanità: “Rapporto Ocse 2018 sempre più a rischio quel diritto di tutti ad una sanità universalistica"
Bisogna invertire la rotta silenziosa tracciata dalla politica di questo paese riguardo quanto confermato dall’ultimo report dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) “Health at a glance: Europe” su dati del 2016 riguardo la spesa sanitaria italiana che risulta tra le più basse di Europa – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS.
Roma,
(informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)
Bisogna invertire la rotta silenziosa tracciata dalla politica di questo paese riguardo quanto confermato dall’ultimo report dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) “Health at a glance: Europe” su dati del 2016 riguardo la spesa sanitaria italiana che risulta tra le più basse di Europa – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS.
Se si considera la spesa pro capite e a parità di potere di acquisto l’ Italia è in fondo alla classifica della spesa sanitaria, ben al di sotto la media Ocse, insieme ai paesi del Sud America e dell’ Est. Risulta davvero preoccupante assistere alla diminuzione della spesa pubblica, a parità di potere di acquisto, a vantaggio di quella privata.
I dati disponibili sul sito della Commissione Europea confermano che il progressivo depauperamento del Sistema Sanitario Nazionale, che dovrebbe garantire quel diritto costituzionale ad una sanità universalistica gratuita e dignitosa a tutti i cittadini, sta invece aprendo sempre di più una strada iniqua verso quello che già viene definito Secondo Pilastro e cioè la sanità integrativa. Non a portata di tutti.
Quando si sono tagliati i posti letto – continuano i due sindacalisti-, 3,20 pl per 1000 abitanti rispetto la media Ocse del 4,64 con un saldo negativo di circa 75000 negli ultimi 10 anni, quando si è ridotto pericolosamente il personale sanitario, 20,7 infermieri ogni 100.00 abitanti contro una media Ocse di 48,8, è evidente che si sono tolte assistenze e garanzie per la salute dei cittadini. La popolazione italiana ha sempre più un’età avanzata e sa leggere la propria Costituzione all’art. 32.
C’è pertanto un urgente necessità di rimediare a questo stato di cose – conclude il Direttivo Nazionale ULS-, sia per i professionisti sanitari che lavorano da troppo tempo in carenza organica sia per gli italiani che non hanno possibilità di permettersi una polizza assicurativa sanitaria. I dati sconsolanti dell’Ocse richiedono, a nostro parere, un intervento forte del Governo che si appresta a far uscire la nuova Legge di Bilancio per trovare risorse urgenti da destinare al Fondo Sanitario Nazionale, così da dare un segnale di cambiamento rispetto al passato.
Se si considera la spesa pro capite e a parità di potere di acquisto l’ Italia è in fondo alla classifica della spesa sanitaria, ben al di sotto la media Ocse, insieme ai paesi del Sud America e dell’ Est. Risulta davvero preoccupante assistere alla diminuzione della spesa pubblica, a parità di potere di acquisto, a vantaggio di quella privata.
I dati disponibili sul sito della Commissione Europea confermano che il progressivo depauperamento del Sistema Sanitario Nazionale, che dovrebbe garantire quel diritto costituzionale ad una sanità universalistica gratuita e dignitosa a tutti i cittadini, sta invece aprendo sempre di più una strada iniqua verso quello che già viene definito Secondo Pilastro e cioè la sanità integrativa. Non a portata di tutti.
Quando si sono tagliati i posti letto – continuano i due sindacalisti-, 3,20 pl per 1000 abitanti rispetto la media Ocse del 4,64 con un saldo negativo di circa 75000 negli ultimi 10 anni, quando si è ridotto pericolosamente il personale sanitario, 20,7 infermieri ogni 100.00 abitanti contro una media Ocse di 48,8, è evidente che si sono tolte assistenze e garanzie per la salute dei cittadini. La popolazione italiana ha sempre più un’età avanzata e sa leggere la propria Costituzione all’art. 32.
C’è pertanto un urgente necessità di rimediare a questo stato di cose – conclude il Direttivo Nazionale ULS-, sia per i professionisti sanitari che lavorano da troppo tempo in carenza organica sia per gli italiani che non hanno possibilità di permettersi una polizza assicurativa sanitaria. I dati sconsolanti dell’Ocse richiedono, a nostro parere, un intervento forte del Governo che si appresta a far uscire la nuova Legge di Bilancio per trovare risorse urgenti da destinare al Fondo Sanitario Nazionale, così da dare un segnale di cambiamento rispetto al passato.
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