Fiere ed Eventi
Esperti a convegno per fare il punto sullo stato della libertà di credo in Italia e nel mondo
Professori universitari, funzionari di governo, parlamentari e rappresentanti religiosi hanno partecipato alla giornata di lavoro nella quale sono state discusse le sfide alla libertà di religione
Giovedì 30 maggio, nell’auditorium della Chiesa di Scientology di Roma, si è svolto il convegno internazionale sulla libertà di religione in Italia e nel mondo: “Libertà di credo e riconoscimento religioso: stato attuale e prospettive”, realizzato con la collaborazione dell’Osservatorio su Enti Religiosi, Patrimonio Ecclesiastico e Organizzazioni No Profit dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Professori universitari, funzionari di governo, parlamentari, rappresentanti religiosi, fedeli e cittadini hanno partecipato alla giornata di lavoro nella quale sono state discusse le sfide alla libertà di religione e le procedure che alcuni stati europei e americani mettono in atto per riconoscere una confessione religiosa.
Il convegno si è snodato in due tavoli di lavoro internazionali, al mattino, moderati dal prof. Alfonso Celotto, professore ordinario di diritto costituzionale dell’Università degli Studi Roma Tre e due nazionali moderati dal prof. Antonio Fuccillo, professore ordinario di diritto ecclesiastico e interculturale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Il primo tavolo aveva come relatori la senatrice Lorena Rios Cuéllar, già direttrice degli affari di culto del governo colombiano; il prof. José Daniel Pelayo Olmedo, vicedirettore generale per il coordinamento e la promozione della libertà religiosa del governo spagnolo e il Dott. Gary Vachicouras, docente e amministratore degli affari accademici presso l’Istituto di studi post-laurea in teologia ortodossa (Chambésy, Ginevra).
Questo panel ha illustrato la situazione della Colombia, stato laico ma non ateo, con una costituzione che garantisce la libertà di religione sia a livello individuale che collettivo; poi quella spagnola, dove ci sono 26.000 gruppi religiosi iscritti nel Registro degli Enti Religiosi.
Per il prof. Vachicouras, di origine greca, le società devono affrontare sempre più la pluralità religiosa e i conseguenti problemi. La soluzione ai conflitti è l’accettazione del principio di libertà di credo. Il panel ha mostrato come tre paesi con differenti tradizioni (Colombia, Spagna e Grecia) hanno riconosciuto i propri enti religiosi, inclusa Scientology, in un quadro di grande libertà e inclusione.
Del secondo panel facevano parte l’avvocato ed esperto costituzionalista statunitense, Austin Hepworth; il prof. Juan Ferreiro Galguera, professore ordinario di diritto ecclesiastico dell’Università di Oviedo, Spagna e il prof. Vincent Berger, già giureconsulto della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
L’avv. Hepworth ha illustrato come viene applicato il principio di libertà religiosa negli USA, ricordando anche per il Trattato di Amicizia USA-Italia del 1948, sull’automatico riconoscimento reciproco degli enti, anche religiosi. Il prof. Ferreiro Galguera ha spiegato la differenza tra stato laico che rispetta il fenomeno religioso e lo stato laicista che invece lo impedisce, anche con l’esempio della situazione francese.
Il prof. Berger ha affermato che la tolleranza dello stato verso una confessione religiosa non deve sostituirsi al pieno riconoscimento della stessa e ha ricordato i rimedi offerti dalla CEDU sulle limitazioni della libertà religiosa, con possibilità anche di ricorso alla Corte di Strasburgo.
Nel pomeriggio è stata analizzata la situazione italiana.
I relatori del primo tavolo sono stati la prof.ssa Maria D’Arienzo, professoressa di diritto ecclesiastico, canonico e confessionale dell’Università “Federico II” di Napoli; il prof. Gianfranco Macrì, professore ordinario di diritto interculturale dell’Università di Salerno e il prof. Francesco Sorvillo, professore associato di Diritto e Religioni dell’Università delle Campania “Luigi Vanvitelli”.
E’ emersa la particolarità della situazione normativa italiana, in quanto la Costituzione affronta la libertà religiosa in 4 articoli specifici e in 5 con approccio più generale, eppure manca ancora una legge sulle confessioni religiose, dovendosi riferire ancora alla L. n. 1159 che risale al 1929, e che riguarda i “culti ammessi” nel “Regno d’Italia”.
Nel panel successivo sono intervenuti il direttore responsabile del sito “bitterwinter.org” e giornalista per il “Journal of CESNUR”, Dott. Marco Respinti; il Dott. Nader Akkad, consigliere per gli affari religiosi della Grande Moschea di Roma e Madre Anastasia, consigliere giuridico della Diocesi Ortodossa Romena.
Il Dott. Respinti ha spiegato come i media percepiscono la religiosità e la loro responsabilità in merito. Il dott. Akkad ha sottolineato l’importanza del dialogo tra gli appartenenti alle diverse fedi, mentre Madre Anastasia ha parlato della difficoltà della Chiesa Ortodossa Romena che da oltre 10 anni lavora al riconoscimento in Italia.
E’ emersa complessivamente l’esigenza di maggiore attenzione al fenomeno religioso per una compiuta regolazione non solo a livello individuale, ma anche di organizzazioni nei rapporti con gli Stati.
“La libertà di religione e il rispetto del credo altrui sono sempre stati principi di importanza fondamentale per la Chiesa di Scientology”, ha ricordato Lina Pirotta, rappresentante della Chiesa di Scientology Italiana, nel suo discorso di benvenuto ai partecipanti al convegno.
Lo stesso Credo della Chiesa di Scientology, scritto nel 1954 dal fondatore della religione, L. Ron Hubbard, tra gli altri punti afferma: “Noi della Chiesa crediamo che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile di scegliere e professare le proprie pratiche religiose.”
Per questo motivo, la Chiesa di Scientology ha voluto fortemente questo convegno, collaborando con esperti nazionali ed esteri per la sua realizzazione al fine di fornire un quadro più chiaro dello stato della libertà di credo in Italia e in altri paesi, e le possibili soluzioni che potrebbero aiutare a far diventare quel diritto fondamentale una realtà compiuta, favorendole lo sviluppo.
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