Antonello De Pierro ad Aliano omaggia La Luna e i Calanchi
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Roma, 27 settembre 2024 - Parlando di Aliano, all'epoca Gagliano, il comune lucano dove aveva trascorso il suo confino, condannatovi dal regime fascista, Carlo Levi diceva: "... quell'altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte". Questa impietosa fotografia della realtà lucana dell'epoca è scolpita nelle prime righe di "Cristo si è fermato a Eboli", l'opera letteraria che l'ha reso celebre e in cui ha trasferito quella esperienza forzata. Chi si reca ad Aliano oggi si imbatte in poco o nulla di quella desolazione tratteggiata dal medico, scrittore e pittore piemontese.
Nella terra che "Cristo" aveva cancellato dalla sua mappa geografica oggi si assiste a una esemplare valorizzazione del territorio, a una rivoluzione socioculturale che viaggia a vele spiegate proprio nel solco tracciato all'epoca da Levi. In questo scenario rinnovato si inserisce il festival "La Luna e i calanchi", che da 13 anni regala al territorio un'overdose di fermenti culturali che, sotto l'attenta regia dell'ottimo e indefesso paesologo Franco Arminio invadono per vari giorni ogni angolo del borgo lucano, in un profluvio di emozioni a pioggia, a cui le decine di migliaia di partecipanti provenienti da tutta la Penisola si bagnano estasiati. E' impresa ardua provare a tratteggiare a parole il bagno di folla che si sviluppa ad Aliano nei giorni della kermesse, in un concentrato di arti sceniche e figurative, di sonorità, di poesia, con sullo sfondo il suggestivo scenario dei calanchi. E' un'esperienza unica e solo chi è presente può cogliere compiutamente ogni sfumatura emozionale che promana dalle innumerevoli espressioni artistiche che popolano il paese, un esercito intellettuale che si fonde col territorio e lascia un'impronta destinata a durare e a crescere a ogni edizione.
Quest'anno la manifestazione ha fatto registrare altresì la presenza del giornalista romano Antonello De Pierro, presidente del movimento politico Italia dei Diritti - De Pierro, il quale, molto sensibile alle sirene di ogni forma di cultura, ha in comune con Arminio l'impegno contro lo spopolamento dei piccoli comuni. De Pierro, molto legato alla Basilicata per ragioni familiari non è passato inosservato ad Aliano e in tanti gli hanno chiesto foto e selfie, a cui si è prestato con estrema cortesia, fermandosi a lungo a parlare con varie persone presenti all'evento.
E' lo stesso ex direttore e voce storica di Radio Roma a spiegare come nasce la decisione di essere presente ad Aliano e godere della grande offerta culturale prodotta nella circostanza: "Sono legato al paese reso celebre da Carlo Levi da ragioni familiari. Mio padre era di Roccanova e mia madre è nativa di Gorgoglione. Aliano si trova proprio in mezzo ai comuni di origine dei miei genitori. Se vado a ritroso nei miei file mnemonici mi imbatto in note amarcord che mi vedono in macchina con mio padre e mia madre andare da Roccanova a Gorgoglione e viceversa. Ora a collegare i 2 borghi lucani ci sono altre strade, ma una volta si era costretti a passare per Aliano, con vie tortuose non molto diverse da quelle esistenti all'epoca del confino di Levi. Un mio ricordo d'infanzia è legato ai funerali dell'autore di 'Cristo si è fermato a Eboli', che si svolsero ad Aliano, dove egli scelse di essere sepolto. Qualche anno fa mi ero già recato ad Aliano e avevo trovato un paese trasformato radicalmente rispetto a quello dei miei fermi immagine infantili. La valorizzazione dei luoghi, perfettamente in linea con quanto avvenuto con Matera e altri centri della Basilicata, è stata esponenziale. Un doveroso plauso deve essere rivolto alle gestioni amministrative comunali degli ultimi anni.
Non posso però risparmiare una critica nei confronti dell'amministrazione provinciale per le condizioni in cui versa la strada che collega Aliano alla Saurina. L'ho percorsa proprio qualche giorno fa e l'ho trovata in condizioni forse peggiori di come la ricordavo da piccolo. A fronte di un paese che ha fatto passi da gigante nell'evoluzione socioculturale, ancorché ancora molto isolato a causa di un'annosa carenza nei collegamenti per raggiungerlo, rileviamo una gestione provinciale inerte e ferma nel tempo, mostrando strade da Terzo Mondo. Francamente, essendo molto legato alla Basilicata, non 'riesco proprio a mettere il morso a un moto di indignazione. Ma preferisco tornare alla manifestazione strabiliante a cui ho assistito ad Aliano, che ha fatto impennare il mio termometro dell'entusiasmo verso il rosso. Ne avevo sentito parlare benissimo da tempo, ma non ero mai riuscito a essere presente.
Dopo 13 edizioni ce l'ho fatta e sono rimasto colpito piacevolmente dalla grande offerta culturale riscontrata e per me, che mi ero abituato da piccolo a riscontrare in Aliano una situazione di poco migliorata rispetto a come era stata decritta da Carlo Levi, è stato un grande motivo di orgoglio. Per questo sento il dovere di ringraziare il direttore artistico Franco Arminio, ma anche il sindaco Luigi Di Lorenzo e tutta l'amministrazione comunale, nonché i tanti artisti che, sotto l'attenta regia di Arminio, hanno reso possibili tutto ciò, a iniziare da Rocco Papaleo, Laura Valente, Ulderico Pesce per finire a tutti gli altri. Vedere un esercito di giovani assolutamente rapito dalle varie espressioni culturali proposte, ragazzi che per tutta la notte hanno popolato, accalcati anche sui tetti, le piazzette del paese, ballando con la musica popolare come se fosse stata una discoteca, è qualcosa di indescrivibile e riempie il cuore. Una grande partecipazione. E la partecipazione è libertà. Quel vento di libertà che Arminio fa soffiare da tredici anni. Quella libertà che la Basilicata ha conquistato finora e auspico possa farlo sempre di più, specie dai pregiudizi che l'hanno da sempre attanagliata, coartandone l'evoluzione del tessuto sociale, economico e culturale".
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dario domenici
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