Divieto di indossare la Grande Uniforme Speciale nel giorno del matrimonio, il Nuovo Sindacato Carabinieri scrive al Comando Generale: “Si annulli la disposizione, la divisa inorgoglisce militari e famiglie”

“Il Comando Generale – precisa la Segreteria Nazionale – ha comunicato la proroga dell’entrata in vigore della disposizione al 1 ottobre del 2024, ma sappiamo benissimo che ciò servirà soltanto a posticipare il malumore dei carabinieri e dei loro congiunti di qualche mese”.
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Roma , (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

“Lo scorso 11 giugno i carabinieri di tutta Italia hanno subito un amaro risveglio: il 1° Reparto SM Ufficio Addestramento e Uniformi del Comando Generale ha dato divieto assoluto, immotivatamente, di indossare la Grande Uniforme Speciale nel giorno del matrimonio”: così il Nuovo Sindacato Carabinieri a seguito dell’ordine impartito, che interviene immediato anche sulle autorizzazioni già rilasciate, in via retroattiva. 

“Si spera – commenta la Segreteria Nazionale di NSC – che la data dell’11 giugno non passi alla storia come il giorno dell’addio ai matrimoni in G.U.S., una tradizione che da sempre inorgoglisce i carabinieri e le loro famiglie e che da secoli ci distingue dalle altre Forze Armate”. 

Nello specifico, la nuova disposizione prevede due soluzioni.
La prima è l’utilizzo della G.U.Ce. per le cerimonie, divisa che non viene data in dotazione nel corredo militare.

“Ciò comporterebbe – osserva NSC –  un dispendio di denaro per l’acquisto, spesa che graverebbe sia sullo sposo che sui partecipanti al picchetto”. 
La seconda prevede invece la scelta di rinunciare alla tradizione e alla storicità dell’Arma, decidendo di sposarsi in abiti civili.

“Un’ imposizione, quest’ultima – sottolinea la Segreteria Nazionale – che danneggerebbe, oltre ai militari, anche le loro famiglie in attesa dell’emozionante evento : indossare la G.U.S. inorgoglisce il carabiniere, è una firma di appartenenza storica, rappresenta la ricompensa a tutte le rinunce, le notti insonni, le festività saltate e i sacrifici fatti per i propri familiari, è l’onore per i militari che servono l’Arma e il proprio Paese”. 

Il Nuovo Sindacato Carabinieri si è immediatamente attivato scrivendo al Comando Generale per sollevare “l’assurdità della disposizione” e chiedendo di provvedere immediatamente a una rimodulazione dell’imposizione impartita. 

“Il Comando Generale  – precisa la Segreteria di NSC – ha comunicato la proroga dell’entrata in vigore della disposizione al 1 ottobre del 2024, ma sappiamo benissimo che ciò servirà soltanto a posticipare il malumore dei carabinieri e dei loro congiunti di qualche mese”. 

Il Nuovo Sindacato Carabinieri, nella nota al Comando Generale, ha chiesto invece fermamente  di fare marcia indietro rispetto alla disposizione, annullandola.  

“Al fine di poter affrontare ulteriormente la questione, proponiamo – conclude NSC –   soltanto in via subordinata, una proroga al 1 gennaio 2025 per scongiurare il senso di disagio e di disaffezione generale verso chi stava attendendo con fierezza e desiderio, e aveva già programmato, il giorno più importante della propria vita”.

Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa
Marianna La Barbera
Roma Italia
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