Considerazioni di un cittadino

Al Presidente Mattarella
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Padova, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Buongiorno Presidente Mattarella,

mi chiamo Giuseppe Sprovieri sono un cittadino italiano che ormai fa parte di quella quota di italiani che ormai vivono nella povertà.

Lei ha detto che ha firmato leggi sulle quali non era d’accordo, mi perdoni se dissento ma trovo scorretto da parte sua aver fatto ciò. Ho servito la patria sono stato un ufficiale e sono un apolitico in quanto ritengo la nostra classe politica odierna solo arrivisti e incapaci di mantenere fede al giuramento che hanno fatto davanti a Lei al momento dell’insediamento.

Ho sempre creduto che il mio Presidente debba rappresentare il popolo della sua nazione e come si dice Lei è il primo cittadino, e pertanto Lei è lì per rappresentarmi me come gli altri 60 milioni circa, quindi nel momento in cui ha firmato leggi che coscientemente sapeva non giuste Lei è andato contro il primo valore per cui è lì. Ho una età di poco inferiore alla sua, vengo dal sud di dove anche Lei faceva parte.

Ricordo che all’inizio del suo mandato viaggiava in aereo Alitalia, ricordo che tornava nella sua Sicilia a farsi la barba dal suo vecchio barbiere. A quei tempi Lei imitava un suo predecessore SANDRO PERTINI. Adesso come tutti i politici vi limitate a uscite un po’ qui un po’ lì a raccontare favole come ai bambini di sera.

I morti sul lavoro ogni giorno aumentano e sa perché?

Perché le piccole aziende che non hanno aiuti da nessuno, non possono pagare per la sicurezza, non possono pagare le tasse che ci sono imposte e quindi per far sì che i propri operai e loro possano portare a casa un po’ di soldi eliminano ciò che possono.

Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria forse ha dimenticato la miseria di quei posti ma dai palchi allestiti come ai tempi di mussolini ognuno di qualsiasi colore urla faremo facciamo abbiamo fatto. Eravamo l’invidia delle altre nazioni adesso quando andiamo in Romania Bulgaria Albania siamo considerati delinquenti e bugiardi.

Abbiamo svenduto tutto non abbiamo più dignità, avete reso il popolo un pugno di pecore, avete inventato il calcio in tv ogni sera perché così il “maschio” italiano rimbecillisce davanti ad un pallone.

Sono emigrato a 66 anni e sa perché?

Perché sono un invalido civile non ancora in pensione e ai miei tempi nel mio SUD si lavorava ma le aziende non versavano i contributi pertanto aspetto i miei 67 anni per avere la pensione sociale, come le dicevo sono un invalido, alcuni anni fa ho subito l’asportazione di un polmone e dopo due giorni dall’intervento ho avuto un infarto del miocardio, sono salvo perché ero in ospedale, mi hanno inserito 6 stent.

L’INPS mi ha riconosciuto il 100% di invalidità offrendomi un assegno mensile di 600 euro circa che le assicuro erano una manna perché insieme a qualche lavoretto in nero riuscivo a sopravvivere.

Dopo tre anni l’INPS mi invia una lettera in cui mi informa che l’inserimento degli stent e il non ripresentarsi di forme cancerose fa sì che la qualità della mia vita è migliorata e pertanto riduce l’invalidità dal 100 al 75% e l’assegno da 600 a 343 euro. Quindi nemmeno la possibilità di fare benzina per lavorare in nero.

Chiaramente la perdita della casa è quanto ne consegue. Ho accettato l’offerta di un amico a trasferirmi in altra nazione dove sono suo ospite senza pagare affitto e utenze.

Le ho raccontato questo non perché io le chieda nulla per me, sono e rimarrò sempre un ufficiale fedele alla mia bandiera e non elemosinerò nulla, ma le ho scritto questo perché vi sono migliaia e migliaia di famiglie che non vivono più.

Una volta in tv si sentiva ogni tanto che l’imprenditore x o y si era suicidato, da anni non si sente più nulla. Per carità non voglio che nessuno si suicidi, ma credo che ormai si nasconda la realtà, perché il popolo possa vivere sereno sul suo divano davanti la tv.

Ecco signor Presidente, primo cittadino italiano... secondo me come primo cittadino dovrebbe alzarsi da quel divano e spegnere la tv.


Cordialmente ,
Giuseppe Sprovieri 

Ufficio Stampa

Giuseppe Sprovieri
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