Il modello cultuale del Marocco come referenza dell'islam in Italia

In tutto il mondo le autorità pubbliche rivolgono i propri auguri ai loro cittadini di fede mussulmana per l'inizi del mese di Ramadan , unica eccezione l'Italia la quale ancora tristemente non ha capito o non vuole capire che l'islam rappresenta , dopo il cristianesimo, la seconda confessione praticata.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Lunedì 12 aprile 2021 si è svolto con le modalità informatiche un  seminario di studio dedicato all’osservazione della Luna nuova di Ramadan. L'incontro è stato promosso dalla Confederazione Islamica Italiana e dalla Grande Moschea di Roma assieme all'Istituto nazionale di Astrofisica ed ha segnato l'avvio della collaborazione con quest'ultimo per la determinazione di un calendario lunare dedicato alla comunità islamica in Italia.

L'evento, come al solito, non ha riscosso interesse da parte dei mezzi di informazione, ma a mio giudizio è un evento storico. Infatti, l' Istituto nazionale di Astrofisica fornirà alla CII e alla Grande Moschea di Roma i dati necessari per la determinazione degli inizi del mese (più importante fra tutti il mese sacro di Ramadan) . In questo modo i mussulmani in Italia non dovranno ricorre a determinazioni provenienti da altre istituzioni estere ma avranno finalmente un loro calendario a disposizione. 

Inoltre, tale fatto è una prima via per cercare di costruire quello che chiamo l'" Islam in Italia" e non un "Islam italiano" concetti molto simili ma differenti nella sostanza. Infatti se le autorità italiane adottando un modello napoleonico hanno finora parlato di un Islam italiano non si rendono conto che rischiamo di minare lo stesso concetto di libertà religiosa . Un "islam italiano" in sostanza finirebbe per essere un islam sottoposto allo Stato , fatto che violerebbe palesemente l'articolo 7 della costituzione e creerebbe un serio precedente per tutte le confessioni diverse dal cattolicesimo

Creare un Islam in Italia , invece porta a creare un islam che sia parte integrante dello Stato e che sia "libero ed indipendente " di potersi articolare al pari delle altre confessioni . Questo ci porta ad una domanda su quale modello seguire . Uno degli esempi che potrebbero essere realizzati in Italia è la tradizione sunnita malikita , sul modello del Marocco.

Ma la condizione per la replicabilità di quello che per semplificare è il “modello marocchino” nell’islam è che le Nazioni europee si affidino all’esperienza del Marocco, affidino, direttamente i centri islamici , le moschee a imam formati in Marocco , che le Nazioni, prima di stipulare intese, avviino un dialogo diretto con le autorità marocchine con il ministero degli Affari Islamici di Rabat , con accordi ufficiali in modo di creare e conoscere la realtà marocchina e seguire il modello marocchino per un islam in Europa ed in Italia. Già altre volte mi sono soffermato sull’importanza del concetto di “islam in Italia” e non di “islam italiano” sottendendo con il primo la coniugazione dei valori culturali italiani  alla presenza islamica e non un adeguamento della religione allo Stato . Questo approccio sarebbe anche un trattamento di  parificazione dell’islam alle altre confessioni religiose e pienamente rispettoso della Costituzione , del resto per esprime la presenza della porzione della Chiesa universale nella penisola si parla di Chiesa in Italia e non di Chiesa d’Italia. Questa riflessione nasce dopo che negli scorsi giorni si svolto il congresso della Confederazione Islamica Italiana, una realtà che sicuramente con tutto il suo ruolo ha le carte in regola e la trasparenza della propria struttura ed organizzazione non è in discussione, come del resto è bene ricordare, per coloro che magari non ricordano, che  in Italia l’unico ente islamico riconosciuto dallo Stato italiano sia il Centro Islamico Culturale d’Italia, che gestisce la Grande moschea di Roma istituzione musulmana riconosciuta in virtù del Decreto del Presidente della Repubblica nr. 712/1974. Si pone per l’Islam in Italia di essere, un’unica voce, in quanto solamente in questo modo sarebbe possibile avviare le pratiche relative per la stipula di un intesa con lo Stato italiano. Ma altri aspetti di natura positiva sorgono a margine del congresso della Confederazione Islamica italiana del 27 e 28 giugno scorso, per prima cosa luoghi di culto decorosi, la soluzione al problema delle sepolture dei fedeli in territorio italiano ed altri aspetti cultuali. Ma quello che maggiormente interessa sottolineare è che la CII ( Confederazione Islamica italiana) si stia facendo carico, in modo libero e ammirevole, dell’islam in italia, promuovendo azioni che permettano anche di avere imam pienamente formati sotto l’aspetto religioso e conoscitori della realtà culturale, sociale e amministrativa italiana.

Ultima considerazione. In tutto il mondo le autorità pubbliche rivolgono i propri auguri ai loro cittadini di fede mussulmana per l'inzio del mese di Ramadan , unica eccezione l'Italia la quale ancora tristemente non ha capito o non vuole capire che l'islam rappresenta , dopo il cristianesimo, la seconda confessione praticata . In questo panorama desolate della politica e delle amministrazioni locali fa eccezione la Chiesa Cattolica che sia a livello centrale sia a livello di diocesi e parrocchie accoglie, dialoga e cerca di essere vicina a questi nostri fratelli in Abramo.


Marco Baratto
studioso del mondo arabo 

Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili