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Haiti dimenticata. Eppure la ricostruzione comincia adesso, sottolinea Pierantoni (Projet Spa)

La tragedia di Haiti, colpita dal terribile terremoto e poi da un disastroso colera, è caduta nel dimenticatio. Eppure adesso comincia la fase più delicata della ricostruzione, sottolinea Emiliano Pierantoni, presidente della Projet Spa, azienda pescarese impegnata nella ricostruzione del Paese caraibico. Che donerà agli haitiani due strutture alloggiative e una biblioteca, a corredo della scuola donata da Shakira.
Zürich, (informazione.it - comunicati stampa - industria) «Non dimentichiamoci di Haiti». È l’appello di Emiliano Pierantoni, giovane presidente della Projet Spa, azienda pescarese impegnata nella ricostruzione del Paese caraibico, il più povero e più densamente popolato del continente americano e dell'intero emisfero occidentale, devastato il 12 gennaio 2010 dal terribile terremoto, il 7° più disastroso della storia recente. Un bilancio di guerra: 222.517 morti, 310. 928 feriti, oltre 900.000 edifici distrutti, 1,3 milioni i senza tetto, di cui 302.000 bambini, 1,5 milioni i minori nelle zone colpite (Haiti è uno Stato giovane, il 45% della popolazione è costituito da ragazzi e bambini), molti rimasti orfani. «Dopo 9 mesi è scoppiato pure il colera, che ha già fatto 4.787 vittime e 249.937 contagiati, ed è stata tragedia su tragedia», continua Pierantoni. «Inoltre è proprio adesso che si gioca la partita più impegnativa, quella della ricostruzione, non solo materiale, ma economica, sociale, civile». Haiti, la prima nazione al mondo ad aver abolito la schiavitù, che già nel XIX secolo aveva una democrazia, e tuttavia con una lunga storia di calamità naturali e violenza politica alle spalle, ha ancora bisogno di tutto. «Almeno un terzo della popolazione vive in ricoveri di fortuna, cioè baracche, tende, strutture pericolanti, fatiscenti. Il paesaggio è ancora macerie, che si alternano a tendopoli e mercatini, dove si compra lo stretto indispensabile per sopravvivere quel giorno. Eppure quasi nessuno se ne accorge nel resto del mondo, perché è scemata l’attenzione dei media», sottolinea il giovane imprenditore. «Capisco che ora nel libro della storia si sono aggiunti altri capitoli, la morte di Bin Laden, il destino di Gheddafi, il Medio Oriente ‘in fiamme’…, ma credo che non si debba mai fare una graduatoria delle emergenze, cercando di prestare attenzione un po’ a tutte». E lui lo sa bene.

A Port-au-Prince, tra poco la sua Projet consegnerà due strutture agli haitiani senzatetto. Poi un’altra da adibire a biblioteca, proprio vicino alla scuola donata dalla cantante Shakira. Eppure 6 anni fa la sua vita è stata sconvolta da una vicenda giudiziaria, di cui sopporta ancora gli strascichi. «L’ennesima stortura prodotta dalle intercettazioni! Le ‘trascrizioni’ di due contatti telefonici ricevuti da soggetti implicati nell’operazione e a me sconosciuti (il mio numero, purtroppo, ce l’hanno, come si suol dire, “cani e porci” …) e mi sono ritrovato coinvolto in un noto caso di associazione a delinquere. Poi subito stralciato, ma, alla fine, comunque condannato, ad 8 mesi (pena sospesa in quanto incensurato), per ricettazione di merce prefallimentare, merce (1 gruppo elettrogeno e 2 plafoniere) che, come descrive la sentenza, "non era rintracciabile, né per tipologia né per quantità" e che, in ogni caso, non ho mai comprato. Infatti non c’è uno straccio di prova! Non vedo l’ora di andare in appello, per liberare il mio nome e la mia vita, fatta di duro lavoro e sana passione sportiva, da questo fardello assurdo. Potrei anche chiedere un bel risarcimento (gli avvocati spingono), ma a me basta così! Intanto, però, pensiamo ad Haiti! Tutti».
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