Roberto Rampinelli "Sguardi"
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La Fondazione Banca Popolare di Lodi presenta dal 28 marzo al 21 aprile presso la Bipielle Arte la mostra dell’artista bergamasco Roberto Rampinelli dal titolo “Sguardi”, curata da Simona Bartolena, con il patrocinio della Provincia di Lodi e del Comune di Lodi.
“Sguardi” si presenta come un’antologica con oltre ottanta lavori a coprire quarant’anni di ricerca, dal 1985 al 2025, dove la grafica riveste un ruolo centrale nell’opera di un artista tanto raffinato quanto complesso e coerente, che ha trovato nella carta un alleato prezioso, utilizzandola per esprimere la sua creatività e sulla quale ha saputo mescolare con grande libertà e maestria disegno, tecniche di stampa e pittura, mettendole in dialogo tra loro.
I lavori di Rampinelli non sono semplicemente rappresentazioni del mondo visibile, ma diventano spazi metafisici, dove nulla è lasciato al caso e dove si manifesta un'intensa indagine psicologica e emotiva. Luce, colore e segno sono i protagonisti di un dialogo che non si limita a riflettere la realtà, ma la trasforma, proponendo una visione in grado di coinvolgere lo spettatore a un livello più profondo.
La tecnica incisoria, campo di esplorazione privilegiato dell’artista, con la sua capacità di trattenere e fissare l'impronta del gesto gli permette d'altronde di dar vita a immagini che sembrano emergere da una tensione interiore. Qui il segno si fa più deciso, ma sempre con una ricerca di equilibrio: ogni incavo nella matrice è pensato per costruire una trama visiva che parli direttamente alla sensibilità di chi osserva.
Sottolinea Simona Bartolena nel suo testo in catalogo: “C’è una continuità esemplare nella ricerca di Rampinelli, un filo rosso che unisce tutti i lavori, che li rende, sebbene figli di stagioni diverse, tutti frammenti di un solo grande paesaggio: il paesaggio dell’anima di un artista poetico e profondo, che sfiora le piccole cose quotidiane e le trasforma in icone silenziose, avvolte da un’aura di magia. Roberto entra ed esce dalle diverse tecniche, le mescola, le sovrappone, le confonde. Non ha importanza che si tratti di tempera, di olio, di matita, di inchiostro da stampa: la scelta della tecnica (o delle tecniche) è finalizzata solo all’esito che egli desidera ottenere, nella massima libertà, nella più completa confidenza con i diversi strumenti”.
LA MOSTRA: STILL LIFE, PAESAGGI E FIGURAZIONE CLASSICA
L’esposizione si apre con due opere giovanili realizzati nella seconda metà degli anni Ottanta e si chiude con un lavoro del 2025, e in tutti e tre i casi compare la figura umana, elemento raro nelle opere di Rampinelli: “Impronta” (1985) e “Angeli” (1990) entrambi a tecnica mista su base litografica, e “L’uomo e la montagna” (2025) in tecnica mista su carta antica.
Nel mezzo venticinque anni di lavori che evidenziano come la ricerca di Rampinelli, nelle incisioni così come nei dipinti, sia esteticamente ispirata da Piero Della Francesca e dalla pittura quattrocentesca italiana, ma anche dalla lirica metafisica di De Chirico, Carrà, Morandi.

La natura morta è uno dei temi predominanti nell’opera di Rampinelli, e le sue composizioni con oggetti, frutti e fiori raccontano le ragioni più profonde della sua ricerca artistica, nella quale scorre sempre la vita. Opere che mantengono atmosfere silenziose e sospese pur immergendosi nella realtà quotidiana, ma che riescono a sfuggire alla banalità del quotidiano, arricchendosi di una dimensione magica e, a tratti, metafisica. Gli spazi che ospitano questi oggetti e il rigore con cui sono eseguite le opere sono il frutto della formazione dell'artista ad Urbino con i maestri Renato Bruscaglia e Carlo Ceci.
Un esempio di questa influenza è la serie delle "Urne" (2020), in cui il rigore matematico delle prospettive e l’armonia geometrica delle forme sono accompagnati da un calore tattile nelle superfici. Altre opere, come "Ciotola nera e vasi" (2023) e "Conchiglie remote" (2016), mostrano lo stesso approccio formale e di sintesi, mentre la serie "Classico" (2024), con la testa marmorea, suggerisce una continuità con la figurazione classica e una dimensione senza tempo.
Accanto alle nature morte, i paesaggi sono altrettanto significativi nella produzione di Rampinelli. Per lui, il paesaggio è una visione interiore, un sogno, una poesia che attinge alla tradizione romantica, trovando il suo alter ego nel filosofo americano Henry David Thoreau, la cui riflessione sulla Natura, pur essendo romantica, ha una straordinaria attualità nel suo essere in sospensione, e dove l’uomo è solo sottointeso, osservatore silenzioso.
Di fronte alle nature morte e i paesaggi di Roberto Rampinelli ci si rende conto che la leggibilità della sua opera risiede in una intensa pittura d’emozione, non di soggetto, e che la dimensione straniante di solitudine nella quale l’artista si muove liberamente è lo spazio privilegiato della sua pittura e della sua poesia.
La ricerca di Roberto Rampinelli, sia quella semantica sia quella tecnica, è fortemente identitaria, e lui cerca di far entrare chi osserva in questo suo percorso riflessivo e creativo non tradizionale cercando di produrre stupore e nel contempo creare disagio; e come scrive Patrizia Foglia nel suo testo in catalogo dal titolo “L’ermeneutica della visione”, le opere proposte da Rampinelli rispondono a un assunto preciso: “Dare senso alle cose è dare senso alla nostra vita, non permettere che tutto passi in un istante fugace ma consentire ad esse di vivere a lungo, di partecipare della nostra contemporaneità. Non siamo abituati a “guardare”, non siamo abituati a fermarci incantati davanti alla natura e alla vita, è operazione impegnativa liberare gli oggetti, ma anche gli esseri umani, del mero significato strumentale. Ci viene allora in aiuto l’arte, ci soccorrono le opere di Rampinelli e la sua capacità ermeneutica di farci comprendere cosa si cela oltre le cose, al di là dell’orizzonte, oltre lo sguardo, dentro la visione.”
Inaugurazione Venerdì 28 marzo ore 17
Informazioni al pubblico 0371.580351 | bipiellearte@fondazionebipielle.it
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