Premio UAART 2024: vince Guido Mitidieri

L’artista concettuale e architetto fiorentino Guido Mitidieri vince la prima edizione del Premio UAART con il dittico "Agonia dell’identità" (2020). Menzione speciale all’artista romano Silvio Giannini, autore dell’opera "La prima notte di quiete"
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

L’artista concettuale e architetto fiorentino Guido Mitidieri vince la prima edizione del Premio UAART con il dittico Agonia dell’identità (2020), selezionato da una giuria professionale tra le oltre 280 candidature pervenute e i 7 nomi in finale.

Promosso dall’Associazione di Promozione Sociale UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), il concorso artistico, aperto a tutte le forme d’arte visiva, si propone di costruire un immaginario laico legato alla rappresentazione del lutto e della morte.

L’opera di Mitidieri è stata valutata meritevole della vittoria da una commissione composta da Elena Alfonsi, critica d’arte e tanatologa culturale, Rebecca Delmenico, critica d’arte e curatrice, Andrea Lacarpia, curatore e direttore di Candy Snake Gallery, e Mosè Viero, storico dell’arte e autore della rubrica Arte e Ragione sulla rivista dell’associazione.

L’opera designata, destinataria di un premio-acquisto del valore di 3.000 Euro, è stata acquisita dall’UAAR, che la donerà nel 2025 ad una sala del commiato pubblica (struttura, pubblica o privata, in cui è possibile celebrare riti funebri non religiosi), dove rimarrà in esposizione permanente.

Si legge nella motivazione ufficiale: «L’opera di Guido Mitidieri viene premiata per la qualità della ricerca e l’appropriatezza al contesto in cui verrà ospitata. Connotata da sottili linee che si infittiscono gradualmente dando profondità, il lavoro a penna a sfera bic nera su cartoncino vegetale esposto ai raggi solari conduce l’osservatore in una dimensione sospesa, di quiete quasi ipnotica, che può portare sollievo in un momento delicato come quello del lutto. Il bianco e il nero, che possono essere ricondotti simbolicamente alla dualità dell’esistenza, nel dittico di Mitidieri sembrano sovrapporsi come nel simbolo del Tao, in cui le forze opposte s’integrano armonicamente. Nell’astrazione l’artista riesce a evocare quella soglia insondabile che dà anche il titolo all’opera: Agonia dell’identità».

La giuria ha inoltre ritenuto di assegnare una menzione speciale all’artista romano Silvio Giannini, autore dell’opera La prima notte di quiete, «per l’accuratezza tecnica con cui ha ottenuto morbidi passaggi tonali. Seppur giovanissimo (nato nel 1998), l’autore dimostra di aver già sviluppato una ricerca ben strutturata e riconoscibile, in cui l’immaginario metafisico incontra un’abile gestione dei rapporti armonici tra pieno e vuoto, luce e ombra. Nell’opera partecipante al concorso il tema del lutto si apre a molteplici interpretazioni, dischiudendo le porte dell’immaginazione».

«Con l’annuncio della vittoria, si avvia alle fasi conclusive la prima edizione di un progetto nato dall’idea di installare un’opera d’arte in via permanente in un luogo simbolo dell’impermanenza, ovvero la sala del commiato», ha dichiarato Enrica Berselli, Responsabile Eventi UAAR. «Ringrazio l’Associazione per aver creduto e investito in questo Premio e la giuria per il prezioso lavoro di cernita delle opere candidate, e tutte le persone nell’ambito delle arti visive che hanno raccolto l’invito dell’UAAR e ci hanno inviato opere che ben rappresentano la molteplicità di approcci e sentimenti in merito ai temi della morte e del lutto, unificanti perché esperiti da tutti i viventi, ma evocati attraverso immagini sempre diverse e spesso sorprendenti».

«Esprimo viva soddisfazione e un profondo senso di orgoglio per i risultati conseguiti dalla prima edizione del Premio UAART. La straordinaria partecipazione degli artisti e l’attenzione dimostrata da alcune amministrazioni comunali per i luoghi laici dedicati al commiato non religioso rappresentano un’evidente testimonianza di un significativo cambiamento in atto. Stiamo assistendo allo sviluppo e all’evoluzione di un immaginario sulla morte, libero da condizionamenti dogmatici e riferimenti religiosi, e profondamente ancorato ai valori universali dell'umanità», ha aggiunto Maria Pacini, Responsabile del progetto Cerimonie Uniche dell’UAAR (www.cerimonieuniche.it).

Con questa iniziativa, l’UAAR intende ribadire la necessità di avere sale del commiato dignitose e ben distribuite nel territorio nazionale, affinché ogni persona possa esercitare il diritto ad un funerale laico in uno spazio consono e curato.

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - UAAR nasce nel 1987 con l’obiettivo di rappresentare le ragioni dei cittadini atei e agnostici e di difendere la laicità dello Stato. È completamente indipendente da partiti.

Maggiori informazioni sul concorso e sull’associazione sono disponibili sul sito www.uaar.it.

Guido Mitidieri, artista concettuale e architetto, nasce a Firenze il 14 gennaio 1990, poche settimane dopo la caduta del muro di Berlino. Secondo di quattro figli, nato dal matrimonio tra un ingegnere meccanico e una insegnante di filosofia. Nel 2015 si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze; nel 2016 si trasferisce in Finlandia per partecipare ad un master sull’architettura del legno presso la Aalto University. Nei due anni successivi lavora in rinomate firme dell'architettura finlandese, in particolare con il Casagrande Laboratory di Helsinki; contemporaneamente inizia a camminare nei boschi finlandesi, “con il solo scopo di farsi trovare dai colori”. È a partire da questo periodo che elabora opere concettuali astratte tra l’arte visiva, ambientale, e l’architettura, trovando riscontro in importanti momenti di restituzione al pubblico e con alcune mostre e premi all’attivo. Nel 2021 consegue il titolo di tanatologo all’Università degli studi di Padova (Master in Death Studies and the End of Life). Vive e lavora nella sua casa studio nel paese di Montale, in Toscana, insieme alla sua compagna. «Il torto peggiore che si possa fare a una persona non consiste nel chiederle di aprire ciò che non vuole sia aperto, ma di chiuderlo senza darle le chiavi». (Guido Mitidieri)

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