Arte e Cultura
FRANCESCA CABRINI, regia di Alejandro Monteverde, in anteprima al Cinepalace di Riccione
FRANCESCA CABRINI anteprima al Cinepalace di Riccione
Lunedì14 (ore 21) e Martedì 15 Ottobre 2024 (ore 20,45)
REGIA di Alejandro Monteverde
Con Cristiana Dell'Anna, Giancarlo Giannini, John Lithgow, David Morse, Romana Maggiora Vergano, Federico Ielapi, Virginia Bocelli
GENERE: Biografico
La storia
Tra il 1901 e il 1913 emigrarono in America ben quasi cinque milioni di italiani, di cui oltre tre milioni provenivano dal meridione. Un vero morbo sociale, un salasso, come lo hanno definito parecchi politici e sociologi. Accanto ai drammi che l’emigrazione ebbe a suscitare, merita ricordare una santa italiana, festeggiata il 22 dicembre, che a questo fenomeno guardò con gli occhi umanissimi di donna, di cristiana, meritando così il titolo di “madre degli emigranti”: santa Francesca Saverio Cabrini. Nata a Sant’Angelo Lodigiano il 15 luglio 1850 e rimasta orfana di padre e di madre, Francesca desiderava chiudersi in convento, ma non fu accettata a causa della sua salute malferma. Accettò allora l’incarico di accudire un orfanotrofio, affidatole dal parroco di Codogno.
Da poco diplomata maestra, la ragazza fece ben di più: convinse alcune compagne ad unirsi a lei, costituendo il primo nucleo delle Suore missionarie del Sacro Cuore nel 1880. Ispirandosi al grande san Francesco Saverio, sognava di salpare per la Cina, ma il Papa le indicò quale luogo di missione l’America, dove migliaia e migliaia di emigranti italiani vivevano in drammatiche e disumane condizioni. Anche lei nella prima delle sue ventiquattro traversate oceaniche condivise i disagi e le incertezze dei nostri compatrioti, poi con straordinario coraggio affrontò la metropoli di New York, badando agli orfani e agli ammalati, costruendo case, scuole e un grande ospedale. Passò poi a Chicago, quindi in California, onde allargare ancora la sua opera in tutta l’America, sino all’Argentina. A chi si congratulava con lei per l’evidente successo di cotante opere, Madre Cabrini soleva rispondere in sincera umiltà: “Tutte queste cose non le ha fatte forse il Signore?”. La morte la colse in piena attività durante l’ennesimo viaggio a Chicago il 22 dicembre 1917. Il suo corpo venne trionfalmente traslato a New York presso la chiesa annessa alla “Mother Cabrini High School”, perché fosse vicino ai suoi “figli”. Nei suoi quaderni di viaggio aveva scritto “Oggi è tempo che l’amore non sia nascosto, ma diventi operoso, vivo e vero”. Papa Pio XII l’ha canonizzata nel 1946.DURATA:02:21
Il Film
Nei bassifondi di New York, sull’isola di Manhattan, abitati alla fine dell’Ottocento da chi è senza speranza, si muove l’italiana Francesca Cabrini, inviata dal Papa ma ostacolata dall’Arcivescovo locale e dalle istituzioni cittadine. C’è un antidoto al dolore e al degrado? Francesca Cabrini è la prima donna a capo di una missione oltre oceano, in una città le cui fondamenta, a detta degli stessi newyorkesi, sono le ossa di migranti e le cui strade sono l’unico luogo di vita possibile per i numerosi orfani. “Siamo partiti per l’America credendo che le strade fossero lastricate d’oro e invece abbiamo scoperto che sono ricoperte di bambini”, così un immigrato italiano scrive in una lettera. Il coraggio e la ferrea volontà di non permettere ad alcuno di interferire con i suoi progetti apostolici ed educativi consentono alla protagonista di superare gli ostacoli, politici, culturali ed economici, di aprire nuovi orizzonti di senso e di accendere la speranza.
Per quanto riguarda il film, come spiega il produttore americano J. Eustace Wolfington:
«Era tempo che volevo fare un film su Francesca Cabrini. Ma non un film su una santa, piuttosto un film “alla Gandhi”», questo cura maggiormente gli aspetti sociali, rispetto a quelli relativi alla fede, della vita di Francesca Cabrini .