Né reddito di cittadinanza né lavoro: il caso di Maria Rosaria, 46 anni, di Maglie

L’emblema di una donna che cerca lavoro al Sud e ciò che accadrà se verrà eliminato anche il RdC. L’appello
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Quotidianamente noi dello “Sportello dei Diritti” segnaliamo storie e fatti che riguardano la tutela dei cittadini da soprusi e carenze della pubblica amministrazione, dai danni che consumatori e utenti patiscono per comportamenti illegittimi di multinazionali, banche e assicurazioni ma, alcune volte, dobbiamo soffermarci su casi paradigmatici come quello di Maria Rosaria, 46 anni, di Maglie, in un Tacco d’Italia che diviene sempre più profondo Sud, per comprendere cosa stia accadendo nel Paese ed, in particolare, nel Mezzogiorno.

Maria Rosaria dopo vent’anni a gestire un’attività commerciale, con la cronica crisi economica che viviamo da tempo immemorabile, si è ritrovata senza lavoro dopo la chiusura del proprio esercizio. Invalida al 50%, si mette comunque alla disperata ricerca di un lavoro dipendente confidando anche nell’iscrizione nelle categorie protette.

I centri per l’impiego non le offrono nulla, a parte la possibilità di svolgere la bracciante agricola, evidentemente incompatibile con la sua condizione fisica, nonostante sia ligia nel seguire i tirocini ad integrazione del Reddito di Cittadinanza che nel frattempo le dà un sollievo, anche perché è rimasta sola dopo la morte di entrambi i genitori.

Accetta anche occupazioni part time con contratti da un mese, alcuni a 3 euro l’ora e senza la possibilità di andare in bagno durante l’orario di lavoro, quasi tutti con la promessa di un’assunzione a tempo indeterminato che non arriva mai. Nel frattempo anche il suo continuo bussare alle istituzioni anche locali come il suo comune d’appartenenza rimane senza alcun seguito, nonostante lei non chieda carità ma solo lavoro, lavoro, lavoro.

Oggi è rimasta completamente senza, e ogni speranza sta via via affievolendosi quasi fino a scomparire, col timore che quelle poche centinaia di euro del Reddito di Cittadinanza le vengano per sempre private se si deciderà per la sua abrogazione. Che cosa accadrà, quindi, dopo? Sono queste le angosce di chi come Maria Rosaria vive al Sud e con grande dignità rivolge appelli affinché le venga riconosciuto un diritto scolpito nella nostra Costituzione.

Appelli che noi dello “Sportello dei Diritti”, rileva Giovanni D’Agata, non possiamo che girare alle istituzioni affinché, in assenza della speranza di un lavoro e di un rilancio dell’economia che non riusciamo a vedere, continuino a tutelare la dignità di cittadini che un’occupazione la continuano a cercare incessantemente e che rischiano di rimanere senza alcun ammortizzatore sociale.

Ufficio Stampa
giovanni d'agata
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