I Colombi Possono Trasmettere Malattie?

Prof. Paolo Pietro Albonetti Zoologo – Università di Genova
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01/10/2024, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)

I colombi da sempre compagni dell'uomo con cui hanno condiviso lo spazio urbano sono stati interpretati nelle diverse religioni come icone culturali e come tali simboli di pace e messaggeri di notizie attraverso terre e mari in tempi antichi conquistando intere generazioni con la loro agilità e intelligenza.  La loro proverbiale capacità di orientamento e fedeltà al nido li hanno resi affascinanti per poeti e artisti di ogni epoca. Tuttavia, come per molte altre specie animali che convivono con l'uomo, anche i colombi possono essere vettori di alcune malattie.

 

Quali sono le malattie dei colombi e come si trasmettono?

È importante sottolineare che non tutti i colombi sono affetti da malattie e che il rischio per l’umano di contrarle è relativamente basso benché questi uccelli possano essere serbatoi di batteri, virus e parassiti trasmissibili in determinate condizioni ambientali.

Tra le patologie più comuni associate ai colombi troviamo:

  • Histoplasmosi:

È un'infezione causata da un fungo che si trova comunemente nel suolo, soprattutto in zone ricche di guano di uccelli. L'infezione avviene per inalazione delle spore fungine.  

Nella maggior parte dei casi, l'istoplasmosi è asintomatica o causa sintomi lievi simili all'influenza. Tuttavia, in alcune persone, soprattutto quelle con un sistema immunitario compromesso, può svilupparsi una forma più grave della malattia, con coinvolgimento di polmoni e altri organi. I sintomi possono includere febbre, tosse, difficoltà respiratorie e stanchezza. La diagnosi si basa su esami del sangue, radiografie del torace e analisi di campioni biologici. Il trattamento varia a seconda della gravità dell'infezione e può includere farmaci antifungini.

  • Criptococcosi:

La criptococcosi, malattia infettiva causata da funghi del genere Cryptococcus, ha un legame significativo con l'ambiente. Questi funghi, in particolare Cryptococcus neoformans, proliferano nel guano di colombi trovando un ottimo pabulum ricco di sostanze organiche in decomposizione.

L'inalazione delle spore fungine presenti nel guano delle aree ad alta concentrazione aviaria dei Centri urbani può causare polmoniti e meningiti che diffondendosi a livello cerebrale e ad altri organi, nel caso non trattate con sollecitudine, possono avere conseguenze importanti.

 

  • Clamidiosi:

La Clamidiosi malattia infettiva causata da batteri del genere Chlamydia, può essere associata alla presenza di guano di colombo. Sebbene non sia la principale responsabile della trasmissione della batteriosi all'uomo.

L’introduzione nel corpo umano avviene attraverso l’inalazione di polveri contaminate da guano, in ambienti chiusi o poco ventilati.

La pulizia e la disinfezione regolare delle aree con presenza di guano sono fondamentali per prevenirne la diffusione.

                

  • Salmonellosi:

La salmonellosi, un'infezione causata da batteri del genere Salmonella può causare diarrea, febbre e crampi addominali. È generalmente associata al consumo di alimenti contaminati, come carne cruda o poco cotta, uova e prodotti lattiero-caseari non pastorizzati.

Sebbene il legame diretto tra salmonella e guano di colombi non sia altrettanto noto rispetto ad altre malattie come la Criptococcosi, è possibile che in determinate condizioni igieniche precarie, il guano possa fungere da veicolo per la diffusione di questi batteri nel caso contamini alimenti o superfici destinate alla preparazione del cibo, con il conseguente cross contamination ossia il passaggio di batteri, virus o altri microrganismi potenzialmente nocivi da un alimento all’altro.

  • Escherichia Coli:

L'Escherichia coli, un batterio comunemente presente nell'intestino degli animali a sangue caldo incluso l'uomo, può essere rinvenuto anche nel guano dei colombi. Questo batterio, in alcune delle sue varianti patogene, è responsabile di infezioni intestinali che possono causare diarrea, crampi addominali e, in casi più gravi, complicazioni sistemiche.

L'accumulo di guano di colombo piccione in ambienti urbani aperti come parchi, piazze e tetti e chiusi come edifici, industrie alimentari di trasformazione, può causare contaminazione delle superfici e alimenti, aumentando il rischio di trasmissione del batterio all'uomo attraverso il contatto diretto o l'ingestione di cibo contaminato.

  • Dermanyssus gallinae:

Dermanyssus gallinae è un acaro ematofago parassita di polli, colombi, uccelli selvatici ed occasionalmente dell’uomo; si nutre di notte mentre di giorno si rifugia nelle crepe dei muri e dei pavimenti. Provoca fastidiose irritazioni cutanee e dermatiti. È potenziale vettore di virus e spiro­chete.

 

 

  • Ceratophyllus columbae:

Ceratophyllus columbae è una pulce che infesta il colombo domestico (ma anche quello sel­vatico) che si rinviene nei nidi di questa specie e occasionalmente, eliminato l’ospite elettivo, infesta anche le abi­tazioni.

La presenza di pulci può essere un fatto non trascurabile, tenuto conto che nell’uomo sono segnalate dermatiti causate da questi artro­podi.

Nel colombo inoltre sono presenti diversi parassiti che seppur non direttamente collegabili all’umano ne causano un deperimento organico a cui segue un indebolimento generale trasformando l’individuo in un potenziale serbatoio di patologie alcune delle quali trasmissibili.

In sintesi, le colonie di colombi nelle aree urbane e industriali rappresentano indubbiamente un presumibile rischio per la salute pubblica attraverso il contatto con il guano, l'inalazione di polvere contaminata o l’accostamento diretto con uccelli malati e d'altronde le attenzioni che le Normative europee e Nazionali riservano a questo importante problema igienico-sanitario sottolineano quanto esso non sia da sottovalutare.

 

Come prevenire la trasmissione delle malattie dei colombi?

Per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dai colombi è consigliabile adottare alcune semplici precauzioni:

  • Pulizia igienica: È fondamentale mantenere puliti gli ambienti frequentati dai colombi rimuovendo regolarmente il guano e disinfettando le superfici contaminate;
  • Evitare il contatto diretto: Non toccare i colombi o i loro nidi e indossare guanti monouso quando si maneggiano materiali contaminati;
  • Proteggere le possibili fonti di cibo: Evitare di lasciare cibo all'aperto, poiché ciò può attirare i colombi e aumentare la concentrazione di batteri e parassiti nell'area;
  • Ventilazione: Assicurare una buona ventilazione negli ambienti chiusi soprattutto se si sospetta la presenza di guano.
  • Consultare un medico: In caso di sintomi sospetti, come febbre, tosse, difficoltà respiratorie o diarrea, è importante consultare immediatamente un medico;
  • Ridurre il numero dei colombi piccioni: Maggiore è il numero dei colombi presenti in un luogo abitato da esseri umani, maggiore sarà la probabilità di contatto reciproco e quindi lo sviluppo di zoonosi.  

 

Conclusione

Da queste considerazioni scaturisce l’approccio ecologico al problema che indica nella riduzione delle risorse ambientali disponibili per il colombo la strategia determinante da integrare con altre di contenimento che tenda ad impedire l’attività riproduttiva portando la densità della popolazione a valori tollerabili alle città.

Il rimedio che in molte realtà urbane ha dimostrato di assicurare il raggiungimento di risultati concreti, duraturi e con un successo apprezzabile al fine del contenimento etico e non cruento è  l’applicazione del Protocollo di Sterilizzazione che prevede la  diminuzione del numero di colombi tramite la momentanea sterilità dei soggetti in seguito alla somministrazione di Ovistop un farmaco antifecondativo che distribuito con cariossidi di mais  di facile assunzione riduce drasticamente lo sviluppo delle uova.

Numerose sono le città dove l’applicazione del Protocollo di sterilizzazione ha ottenuto dati di diminuzione notevoli e aumentato lo stato salutare dei colombi. Recentemente a Cremona l’utilizzo dell’Ovistop ha portato a una riduzione del 31% della popolazione di colombi; a Genova in pochi anni è stato raggiunto il 70% di decremento della popolazione. 

 

Per concludere citiamo quanto afferma­va il prof. Danilo Mainardi: “Io credo fermamente che i colombi delle piazze abbiano il diritto di vivere nei luoghi dove sono andati adattandosi (è casa loro). Credo anche, però, che noi tutti, municipali­tà e privati cittadini, dobbiamo operare perché le belle, libere e peculiari popolazioni ritrovino il loro perduto equilibrio, la loro salute. Sarà un bene per loro, per noi, per la complessiva ecologia urbana. Anche per ciò è essenziale conoscerli: solo così le scelte potranno essere corrette sotto ogni possibi­le punto di vista”.