Industria metalmeccanica in crisi profonda, 4 aziende su 10 rischiano lo stop. L'opinione dei sindacalisti Confintesa
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Nel trimestre aprile-giugno l'attività metalmeccanica scende ancora segnando un ulteriore -1,5% rispetto al trimestre precedente, dopo il -2,1% dei primi tre mesi dell’anno. E il 38% delle aziende teme di doversi fermare.La produzione metalmeccanica continua a scendere e zavorra l’industria. La performance del settore è negativa anche nel secondo trimestre dell’anno, con il segno meno che si espande nell’export e con le attese delle impreseche peggiorano. L’indagine trimestrale di Federmeccanica traccia un quadro a tinte fosche. Va a picco il comparto dell’auto, con un calo che arriva a due cifre. Nel periodo aprile-giugno l’attività del settore metalmeccanico/meccatronico scende ancora segnando un ulteriore -1,5% rispetto al trimestre precedente, dopo il -2,1% registrato nei primi tre mesi dell'anno, «incidendo pesantemente sulle performance del resto dell'industria». E, riguardo al futuro, le prospettive non sono migliori, anzi: «In relazione alla possibilità dell’interruzione di attività, il rischio è giudicato importante nel 38% delle risposte inerenti», si legge nella nota di Federmeccanica. Nel confronto annuo, la contrazione è del 3,4%, che fa seguito al -3,9% nei primi tre mesi. Una dinamica peggiore del complesso dell’industria (rispettivamente -0,8% congiunturale e -1,7% annuo).
Il calo della produzione metalmeccanica riguarda più o meno i diversi comparti ma per gli autoveicoli e i rimorchi raggiunge -10,4% rispetto ai tre mesi di inizio anno e tocca -16,2% considerando l’intero semestre rispetto a gennaio-giugno 2023. Non va meglio nell’Unione europea dove la produzione metalmeccanicarisulta in forte sofferenza nei principali paesi competitor, come Germania (-1,3% nel secondo trimestre sul precedente), Francia (-1,2%) e Spagna (-0,7%). E a pagare è l'export. Nell’arco dei primi sei mesi dell’anno le esportazioni metalmeccaniche italiane segnano -3,2% annuo e -4,3% congiunturale. Intanto l'Istat fotografa in generale il commercio con l’estero di luglio, stimando un lieve calo congiunturale per l'export (-0,5%) e una crescita su base annua del 6,8% in valore e del 4,3% in volume.
Mentre, sempre per luglio, le prime stime del saldo dell'area euro, indicate dall'Eurostat, mostrano un surplus di 21,2 miliardi nel commercio di beni con il resto del mondo, rispetto ai 6,7 miliardi di luglio 2023. Tornando al settore metalmeccanico, le aspettative nel breve periodo non sono rosee. Sempre secondo l'indagine di Federmeccanica, il 32% delle imprese (in forte aumento rispetto al precedente 21%) prospetta una contrazione nei livelli di produzione. Aumenta anche la quota di imprese che prevedono una riduzione dei livelli occupazionali nei prossimi sei mesi (14% in salita dal precedente 11%), mentre nel periodo gennaio-luglio 2024 le ore autorizzate di cassa integrazione sono aumentate del 38,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso con un incremento della cig ordinaria del 70,1% e del 3,5% per quella straordinaria. Secondo Minadeo e Arenare (Confintesa Metalmeccanici) :” Occorre un confronto serio e costruttivo tra Governo, Regioni, associazioni datoriali e sindacati.
La crisi del settore metalmeccanico è un problema non solo nazionale ma europeo, pertanto, anche la UE deve fare la sua parte. La chiusura di tanti stabilimenti in Italia ed in Europa devono essere un segnale d’allarme che non può essere sottovalutato anche perché, in alcuni casi, riguardano grossi marchi. La crisi duratura del settore porta, inevitabilmente, a perdite ingenti anche negli altri comparti, basti pensare alla logistica, al commercio, al marketing e a tutto l’indotto legato alle aziende metalmeccaniche. Questo porterebbe alla perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro ovunque, ed in un periodo storico così complicato sarebbe una tragedia immane. Noi, come Confintesa Metalmeccanici, siamo disponibili a qualsiasi dialogo per scongiurare ulteriori colpi alle aziende che operano nel settore onde evitare altre chiusure ed altre perdite di posti di lavoro così come siamo pronti a scendere in piazza al fianco di ogni lavoratore per chiedere maggiore impegno affinché si trovino soluzioni immediate per chi è a rischio di perdere il posto di lavoro ma anche dei rimedi per chi il posto di lavoro lo ha già perso".
Ufficio Stampa
Marco Bangalli
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