Svelata la classifica delle 20 migliori aziende italiane in cui lavorare secondo i Millennial

“Oggi più del 60% dei collaboratori delle aziende best sono dei millennial e ciò ha un grande ritorno, in termini d’investimento, sul grado di soddisfazione generale del capitale umano di un’organizzazione”, dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia
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Milano, (informazione.it - comunicati stampa - economia)

Le migliori organizzazioni italiane in cui lavorare secondo i millennial fanno registrare un indice di soddisfazione media dei collaboratori del 91%. Un dato in leggero calo (-1%) rispetto al 2023 ma in crescita del +7% nel confronto con il 2018 (84%). È quanto emerge dall’edizione 2024 del ranking Best Workplaces for Millennials che identifica le 20 migliori realtà lavorative secondo la generazione Y, la quale, secondo le demografie delle indagini Great Place To Work, comprende i nati tra il 1981 e il 1997. La classifica, disponibile al seguente link, è stata stilata da Great Place to Work Italia, realtà mondiale leader per la ricerca e la consulenza organizzativa, ascoltando e analizzando le opinioni espresse direttamente da oltre 41mila collaboratori millennial, impiegati in 259 organizzazioni.

Entrando ancor più nel dettaglio del ranking emerge come le aziende best workplaces presenti nella top 20, nel confronto con le altre realtà oggetto di analisi ma non presenti in classifica, facciano registrare delle performance eccellenti in alcuni ambiti specifici quali, in primis, la retribuzione dove vi è una differenza di +26 punti percentuali. Altri aspetti che caratterizzano i Best Workplaces for Millennials riguardano la possibilità, da parte dei collaboratori, di ottenere dei riconoscimenti speciali (+28%) e/o delle promozioni (+26%). E ancora l’opportunità, offerta dalle organizzazioni d’eccellenza ai propri dipendenti, per riuscire a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata (+21%) e, infine, la coerenza dei responsabili tra quello che fanno e quello che dicono (+20%). oltre alla capacità da parte del top management aziendale di riuscire a coinvolgere le persone rispetto alle decisioni che influiscono direttamente sugli aspetti e sulle modalità organizzative del lavoro (+21%).

L’organizzazione migliore in cui lavorare secondo i millennial è Teleperformance Italia, consociata del Gruppo Teleperformance, realtà leader mondiale nell’offerta di servizi di contact center che ha le proprie sedi italiane a Roma, Fiumicino e Taranto. Completano il podio Bending Spoons (), realtà IT con sede a Milano che possiede, gestisce e sviluppa la tecnologia che alimenta prodotti digitali tra cui Evernote, Meetup, Remini, Splice, StreamYard e WeTransfer e Galileo Life (), brand globale con sede a Maglie, in provincia di Lecce, con un team formato da professionisti di settori diversi e con competenze specifiche, che supportano i farmacisti italiani, uniti in una grande rete, per garantire il benessere della persona e delle comunità.

A livello di settori, quello più rappresentato all’interno del ranking è l’information technology (40%) che può contare su ben 8 organizzazioni; seguono i servizi finanziari e le assicurazioni (20%) con 4 realtà, servizi professionali, assistenza sanitaria, biotecnologie e farmaceutica (10%) con 2 realtà a testa, chiudono alberghiero e media (5%) con un’azienda ciascuno.

“La classifica Best Workplaces for Millennials, arrivata all’ultima edizione, permette di realizzare un confronto storico con le 6 edizioni precedenti per modellare l’evoluzione della popolazione aziendale presa in esame – spiega Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia – La percentuale di millennial all’interno delle aziende best presenti nel ranking è passata dal 37% del 2018 al 62% del 2024 e ciò ha comportato un grande ritorno in termini d’investimento sul grado di soddisfazione generale del capitale umano presente all’interno delle organizzazioni, data ormai la presenza maggioritaria della popolazione millennial. Emerge in modo chiaro anche la diminuzione di variabilità negli anni delle risposte all’interno del questionario a testimonianza del fatto che ormai questa popolazione ha un enorme impatto nella vita delle organizzazioni. Non sono «più i giovani» ma coloro i quali in qualche caso gestiscono e sicuramente guideranno le organizzazioni del futuro. In bocca al lupo!”.

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