Aborto e rispetto dei bimbi non nati
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Egregio Direttore, le chiedo cortesemente diritto di replica, in merito al seguente comunicato:
PIEMONTE: DA AVANGUARDIA NAZIONALE ALLA STANZA DELL’ASCOLTO MEDICI DEL MONDO FA IL PUNTO SULL’ABORTO NELLA REGIONE E PORTA PER LA PRIMA VOLTA A TORINO “THE UNHEARD VOICE”
La vera voce inascoltata THE UNHEARD VOICE è quella dei bimbi che urlano nel grembo delle loro madri: VOGLIO VIVERE!
Ma la loro voce non si deve sentire, così come il battito del loro piccolo cuore che già a 4 settimane si potrebbe ascoltare, ma questi medici lo definiscono addirittura un atto di violenza... Chiunque eserciti la professione di medico in maniera onesta sa bene che qualunque intervento prevede il consenso informato.
Ecco nel caso dell'aborto, l'ecografia e il battito rappresentano il consenso informato della donna che di fronte alla realtà potrebbe davvero esercitare una libera scelta.
Mi chiedo se oggi i medici, oltre a concentrarsi sui protocolli ospedalieri e sulle procedure mediche, abbiano ancora mantenuto la loro UMANITÀ.
Infatti non è necessaria né la fede né l'etica per essere un medico a favore della vita, bensì è sufficiente osservare la realtà scientifica:
il feto è sì un grumo di cellule ma di un essere umano già vivente!
Chi lo uccide o partecipa alla sua uccisione non cura un malato ma elimina una vita.
La donna che abortisce è condannata a una sofferenza estremamente maggiore rispetto a quella di portare avanti una gravidanza non voluta, perché la mancata accettazione di suo figlio la segnerà per la vita. Chi dice il contrario non ne è ancora cosciente oppure è semplicemente un bugiardo.
La sofferenza della donna che abortisce è viscerale, completamente intrisa in corpo e psiche. Abbonda la letteratura scientifica su questi
problemi: medici studiate la vita!
La sofferenza delle donne che hanno abortito è anch'essa THE UNHEARD VOICE, voce inascoltata, in quanto è perfino proibito parlarne e a chi vuole testimoniare pubblicamente capita sempre più spesso che gli eventi vengano bloccati proprio dai cosiddetti democratici.
Considerando ad oggi il pericoloso tentativo di introdurre l' eutanasia a livello nazionale attraverso la Toscana e la sempre più esasperante propaganda abortista, come “Prolife Insieme” ci auguriamo che la sanità torni presto a parlare di vita e non di morte, di conforto umano e non di abbandono.
Sono sicura che giovani medici sapranno tornare allo scopo originale della loro professione, ovvero NON NUOCERE.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Comitato “ Pro-life insieme”
www.prolifeinsieme.it
Ufficio Stampa
Vittoria Criscuolo
Comitato “ Pro-life insieme “ (Leggi tutti i comunicati)
info@prolifeinsieme.it