Comunicati Stampa
Arte e Cultura

La Legge" e "Gli occhi di Ipazia" di Giacomo Manzoni per la 77ma Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria

Da Giuseppe Novello a Ipazia la ricerca della libertà non ha confini. Sul podio il maestro Marco Angius. Interpreti dello spettacolo e della stagione sono i cantanti risultati vincitori e idonei dei Concorsi 2022 e 2023, oltre ad altri selezionati dalla Direzione artistica
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

77ma Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria.
"La Legge" e "Gli occhi di Ipazia" di Giacomo Manzoni.

" La legge", prima azione scenica in un atto, scritta da Manzoni nel 1955, all’età di 23 anni, riflette sulla violenta repressione del movimento contadino in Sicilia, avvenuta pochi mesi prima dell’emanazione della Legge agraria del 1950, ed è raccontata attraverso le vicende di una famiglia contadina dell’epoca. «Il titolo allude a una concezione della legge come legge del più forte, dell’oppressore, la legge non scritta di uno stato che ordina alla polizia di sparare sui dimostranti, i quali chiedono solo che venga applicata la legge vera e giusta, e che quello stesso stato aveva voluto» (Parole per musica di Giacomo Manzoni).

 Il pane che manca, il lavoro, la libertà desiderata e l'intervista dell'epoca alla vedova di Giuseppe Novello, ucciso dal potere della "legge" per aver difeso la  lotta dei contadini per l'occupazione delle terre in Sicilia nel 1949.

E, senza interruzione, la prima assoluta dell'ultima opera teatrale scritta da Sonia Arienta e musicata da Manzoni quasi 70 anni dopo "La legge": "Gli occhi di Ipazia", atto unico ispirato alla figura di questa martire di un altro potere quello di una Chiesa fanatica, vista come la vicenda di una biologa, libera ricercatrice, che oggi il potere dell'industrua farmaceutica non può tollerare.


: «Il libretto di quest’opera non è una narrazione biografica del personaggio storico di Ipazia, filosofa e scienziata vissuta nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto e barbaramente uccisa da una folla di fanatici in tumulto, ma è una vicenda ispirata alla sua figura, che viene traslata nel contemporaneo». La protagonista della storia è, infatti, una scienziata di nome Vera la cui ricerca scientifica, se confermata, danneggerebbe gli interessi economici di una casa farmaceutica che cerca in ogni modo di screditarla, arrivando anche a fomentare l’odio di fanatici religiosi, che non possono accettare che qualcuno, una donna per giunta, osi mettere in dubbio il loro credo. Nonostante siano passati secoli, la drammatica vicenda di Ipazia è purtroppo ancora molto attuale.

 "Nel suo lavoro il compositore si trova più che in passato davanti a possibilità direi infinite di trattare il suono, di plasmare la forma, di concepire le sue opere al di fuori di ogni schema tradizionale” (Giacomo Manzoni – programma di sala, Festival MiTo 2012).

 "La legge", scritta nel 1955 per un concorso al conservatorio di Milano ed eseguita solo nel 2007 a Venezia, presentava già alcune delle principali caratteristiche che connotano il teatro musicale di Manzoni e che ritroviamo pienamente realizzati ne "Gli occhi di Ipazia" . 

 Sotto l'aspetto musicale, se il compositore era interessato, fin dai suoi esordi, a confrontarsi con il progetto di un’opera per il teatro musicale; una circostanza che comporta, rispetto al lavoro rigoroso sul materiale musicale, l’accettazione di «compromessi» e «commistioni contenutistiche e scenico-psico-logiche», e che quindi evidenzia, nel percorso del compositore, la «tendenza alla differenziazione dall’ideologia predominante, allora l'ultima sua opera porta al massimo della tensione artistica questa esigenza e questa scelta.

 Dal punto di vista "politico", il percorso di Manzoni è assolutamente lineare, diremmo che da Ipazia a Giuseppe Novello la ricerca della libertà nonha limiti nè interruzioni.

 Ilmaestro lo sa da sempre e vede lontano, come ha visto lontano in una altra sua opera teatrale quell'"Atomtod" che oggi il film "Oppenhaimer" di Cristopher Nolan sembra richiamare.

---------------------------------------------------------

La regia e le scene dello spettacolo - che vede la drammaturgia di Riccardo Fazi e la direzione tecnica e luci di Maria Elena Fusacchia - sono affidate alla regista Claudia Sorace del gruppo Muta Imago.

«Quando mi è stato proposto di curare la regia della prima e della più recente opera di Giacomo Manzoni ho pensato fosse una grande opportunità poter percorrere il percorso umano e artistico di una figura che ha attraversato il '900. Mi sono chiesta se ci fosse una linea rossa che unisse i segni così distanti nel tempo: i conflitti da cui prende le mosse La Legge (del 1955) siano incredibilmente vicini a quelli che innervano Gli occhi di Ipazia (del 2023). La costante dell'essere umano, sembra dirci Manzoni, è quella di essere immerso in un mondo ingiusto, dove il potere, in ogni sua forma (economica prima di tutto, ma anche religiosa e culturale) cerca di soggiogare chi si oppone ad esso, chi lotta per la libertà e la giustizia».

Sul podio il maestro Marco Angius, esperto nella musica del nostro tempo, che torna anche quest’anno a Spoleto nella direzione dell’Ensemble musicale del Teatro Lirico Sperimentale.

Interpreti dello spettacolo e della stagione sono i cantanti risultati vincitori e idonei dei Concorsi 2022 e 2023, oltre ad altri selezionati dalla Direzione artistica tra i cantanti che si sono presentati alle audizioni e quelli delle scorse edizioni. Nella Legge Elena Antonini e Mariapaola Di Carlo sono la Giovane donna; Veronica Aracri e Antonia Salzano la Vecchia; Giovanni Luca Failla e Dario Sogos l’Uomo. La parte corale è registrata digitalmente dal coro dell’Accademia di S. Cecilia, Roma, diretto dal maestro Norbert Balatsch. Negli Occhi di Ipazia il personaggio di Vera sarà interpretato da Elena Antonini, Alessia Merepeza e Rosa Vingiani; la Rettrice Università da Veronica Aracri e Antonia Salzano; G.I. da Marco Gazzini e Davide Romeo; Un Onorevole da Paolo Mascari. Le voci recitanti sono di Aloisia de Nardis e Davide Peroni. La parte corale è registrata digitalmente dal coro del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto diretto dal Maestro Mauro Presazzi.
Maestri collaboratori: Dahyun Kang, Mauro Presazzi, Pablo Salido Pulido, Lorenzo Tomasini e Antonio Vicentini. Personale tecnico del TLS.



Giacomo Manzoni
uno dei più noti compositori italiani, nonché l’unico in vita tra i maestri di quella generazione di avanguardia (Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni e altri) che mosse i primi passi nell’immediato Secondo Dopoguerra. Accanto ai brani sinfonici e da camera ha sempre avuto attenzione per il teatro musicale. Fin dagli anni della sua formazione Manzoni, nato nel 1932, si distingue per una produzione artistica caratterizzata da uno spiccato impegno politico. Scrisse ancora giovanissimo, all’età di 23 anni, l’azione scenica La Legge, legata al tema delle disuguaglianze sociali e della marginalità. La produzione operistica di impegno politico di Manzoni prosegue con La sentenza (1960) e Atomtod, che tratta il tema della minaccia nucleare e che va in scena al Teatro alla Scala nel 1964. Ritorna poi al teatro musicale nel 1975, quando ancora alla Scala porta in scena Per Massimiliano Robespierre e ancora nel 1989 con il Doktor Faustus, la sua opera più importante, tratta dal celebre romanzo di Thomas Mann rappresentata sempre alla Scala con la regia di Bob Wilson.

Sonia Arienta, PhD
drammaturga testuale e visiva, regista-scenografa. Il suo Strade/Corridoi debutta al Teatro Stabile di Genova (2004); Pareti domestiche è finalista al Premio Riccione 2005. Altri testi sono: Cani di quartiere, Khore, Camere d’acqua. Dal 2005 è impegnata in progetti di drammaturgia degli spazi (Aiuole clandestine A-CLAN, “osservAZIONI”, Comune di Milano, Codex segnali di vi(T)a Provincia di Milano, ARTHENA Festival, Comune di Verbania, Nidi, nodi. Fluidi, in sei Comuni della Valsesia). Da regista/scenografa firma allestimenti per Teatro Regio di Torino, As.Li.Co, Arena, Opera de Oviedo, Teatro Donizetti. Suoi i volumi: Urli, mormorii, silenzi. Sociologia della voce nel teatro musicale e nel romanzo dell’Ottocento (Carocci 2015), Opera. Paesaggi visivi sonori abitati. (Lim 2011), Don Giovanni. (Ricordi-Lim 2004), “Qui m’ascolta o m’uccidi”. La rappresentazione della persuasione da Mozart a Puccini, LIM 2020.

Muta Imago

compagnia teatrale nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound artist, ed è composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. La continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale, porta la compagnia negli anni a investigare diverse forme di arti dal vivo (teatro, performance, teatro musicale, radio) con l’obiettivo di cercare sempre la forma migliore per indagare al presente il rapporto tra l’essere umano, il suo tempo e il suo sentire. Gli spettacoli della compagnia sono da anni presentati e co-prodotti dai più importanti teatri e festival nazionali e internazionali. La compagnia è vincitrice nel 2009 e nel 2021 del Premio Speciale Ubu e nel 2022 del Premio Ubu per il miglior progetto sonoro e miglior attore protagonista.

Marco Angius
direttore di riferimento per il repertorio musicale contemporaneo che nella sua carriera ha diretto le più importanti orchestre nel mondo. Con l’OSN Rai di Torino dirige quasi tutte le edizioni di Rai Nuova Musica dal 2006 a oggi. La ricca discografia comprende oltre trenta titoli con opere di Sciarrino (tra cui Luci mie traditrici), Nono (Prometeo), Schönberg (Pierrot lunaire), Dallapiccola, Donatoni, Bach/Scherchen (Die Kunst der Fuge). Già Direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala dal 2011 e Direttore ospite dell’Hermes Ensemble di Anversa, nel 2015 viene nominato Direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, carica che ricopre tutt’ora; con OPV dirige l’integrale delle Sinfonie e dei Concerti per pianoforte di Beethoven, tutte le Sinfonie di Schubert, le 7 Kammermusiken di Hindemith, una dozzina di dischi e trenta puntate televisive per Rai5. È autore di numerosi saggi critici e di tre libri sulla musica d’oggi.

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
 RETERICERCA (Leggi tutti i comunicati)
47838
retericerca@gmail.com
3338333284
Allegati
Non disponibili