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Sclerosi multipla: lo studio canadese di Traboulsee sull’efficacia del trattamento per la CCSVI è compromesso e non può essere preso in considerazione

Lo studio canadese di Traboulsee, che si proponeva di studiare l'efficacia dell’angioplastica per la sclerosi multipla correlata alla CCSVI, non può essere preso seriamente in considerazione per tre principali ragioni.
Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Analisi di DIRECT-MS (Canada) Sintesi Lo studio canadese di Traboulsee, che si proponeva di studiare l'efficacia dell’angioplastica per la sclerosi multipla correlata alla CCSVI, non può essere preso seriamente in considerazione per tre principali ragioni. 1) pesantemente compromesso da grossi conflitti d’interesse finanziario, 2) ci sono differenze incredibili nei tassi di rilevamento della CCSVI tra i loro studi passati e presenti, e, soprattutto, 3) I ricercatori non sono riusciti a stabilire, mediante il VHISS (punteggio di gravità della insufficienza venosa emodinamica), se è stato effettivamente stabilito e mantenuto un flusso sanguigno corretto durante lo studio dai loro interventi di angioplastica. Si può solo sperare che in futuro saranno condotta ricerche corrette per determinare se l’angioplastica correlata alla CCSVI ha un valore nella SM. Tali ricerche dovranno essere fatte da ricercatori che non hanno conflitti di interessi finanziari e che siano competenti. Perché lo studio di Traboulsee sull’efficacia del trattamento per ls CCSVI è gravemente compromesse e non può essere preso in considerazione I risultati di uno studio sull’efficacia della CCSVI guidato dal prof. Anthony Traboulsee, un neurologo dell’Università del British Columbia (Canada), sono stati comunicati in un relazione orale al congresso annuale della SIR-Società di Radiologia Interventistica USA a Washington DC. I ricercatori hanno concluso che il loro studio in doppio cieco sull’utilizzo dell’angioplastica per l’apertura di vene stenotiche nelle persone con SM non ha avuto effetti positivi. Il comunicato stampa dell’UBC sostiene che il loro lavoro "rappresenta la smitizzazione definitiva" del trattamento della CCSVI per la SM. Lo studio di Traboulsee non può essere preso seriamente in considerazione per tre ragioni. 1. Il prof. Traboulsee è estremamente parziale e totalmente compromesso come scienziato, quando si tratta di ricerca sulla CCSVI poiché ha accettato ingenti somme di denaro da parte delle case farmaceutiche per la SM da almeno un decennio. La sua pubblicazione del 2013 su CCSVI e SM osserva che "Ha ricevuto onorari o sovvenzioni di viaggio da Biogen, Teva Canada Innovation, Roche, Merck / EMD Serono, e Chugai Pharmaceuticals". E’ stato co-autore di una recente pubblicazione in uno studio su un farmaco ed i suoi conflitti di interesse dicevano "che riceve compensi per la partecipazione ad un comitato consultivo da Biogen Idec, per spese di consulenza da Chugai Pharmaceutical e Teva Pharmaceuticals, onorari da Sanofi Genzyme, e riceve finanziamenti da Biogen Idec, Sanofi Genzyme, Chugai Pharmaceutical, e Teva Pharmaceuticals. Dette case farmaceutiche per la SM potrebbero perdere potenzialmente centinaia di miliardi di dollari per vendite di farmaci per la SM se il trattamento della CCSVI si fosse dimostrato efficace per la SM, in combinazione con il fatto che il prof. Traboulsee potrebbe venire "corrotto" da quelle stesse aziende, questo studio non può essere preso seriamente in considerazione. Prendiamo sul serio la ricerca, che viene "finanziata" dalle aziende produttrici di tabacco, e che "smonta" il rapporto tumore / fumo? Certo che no! Ogni volta che la ricerca è seriamente compromessa da grandi e palesi conflitti d’interesse finanziari, deve essere ignorata. 2. Se si ignorano i conflitti dimostrati qui sopra e si guarda al solo modo in cui è stato condotto lo studio, emerge un altro grave problema. Si tratta di come hanno trovato sufficienti pazienti per lo studio. Le slide presentate durante il congresso della SIR sono pubblicate sul sito della CTV (http://www.ctvnews.ca/health/study-finds-ms-vein-therapy-ineffective-questions-remain-1.3315927 ) e una slide indica come sono state selezionate per lo studio le persone con SM. Sono stati inizialmente selezionati 274 pazienti con sclerosi multipla e 56 sono stati eliminati per motivi di 1) non voler partecipare, 2) controindicazioni mediche, 3) controindicazioni di risonanza magnetica (MRI), e 4) cartelle cliniche insufficienti. Dei restanti 218, altri 82 non sono stati selezionati poiché non è stata rilevata la CCSVI con l’ecografia non invasiva. Sono rimasti 136 potenziali partecipanti. Di questi, altri 32 sono stati eliminati poiché non è stata rilevata la CCSVI coi criteri flebografici, più invasivi, ma più precisi. Sono rimasti 104 pazienti che avevano la CCSVI sulla base di ecografia e flebografia. Una cosa molto strana e preoccupante di questi risultati è che il 75% dei pazienti con SM (104 su 136) esaminati con la flebografia aveva la CCSVI. Nella loro pubblicazione del 2013,gli stessi ricercatori avevano trovato, e cito, "i criteri della flebografia con catetere per l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale sono risultati positivi per una delle 65 (2%) le persone con sclerosi multipla". Improvvisamente l'individuazione della CCSVI da questi ricercatori va da meno del 2% quando i ricercatori stavano cercando di determinare se esiste un’associazione tra CCSVI e SM, fino a oltre il 75% quando avevano bisogno di trovare abbastanza soggetti per fare uno studio da 5 milioni di dollari. Risultati completamene incongruenti ed inspiegabili come questo sicuramente fanno venire dei dubbi e distruggono qualsiasi speranza si possa avere che questa ricerca abbia un qualsiasi valore. 3. Il problema finale dello studio riguarda ciò che i ricercatori non hanno fatto. Un aspetto critico dell’esaminare l'efficacia del ripristino del flusso sanguigno nelle vene del collo delle persone con SM è che dei ricercatori dovrebbero fare un esame standard per determinare se il loro intervento col palloncino (angioplastica) in realtà ha ripristinato il flusso sanguigno oppure no. Questo è assolutamente essenziale, in questo caso dato che i radiologi che hanno eseguito l’angioplastica correlata alla CCSVI non l’hanno mai fatto prima e potrebbero essere state utilizzate attrezzature inadeguate (ad esempio palloncini troppo piccoli). Il punto focale è se il trattamento non è stato fatto adeguatamente e la CCSVI non è stata corretta in tutti o nella maggior parte dei soggetti trattati, allora tutti i dati comparativi tra i gruppi simulati e di angioplastica sono scientificamente irrilevanti e lo studio deve essere considerato un totale fallimento. La procedura accettata per determinare il flusso sanguigno è calcolare il punteggio di gravità della insufficienza venosa emodinamica (VHISS). Più basso è il punteggio di VHISS, migliore è il flusso e, quindi, se il trattamento di angioplastica è stato effettivamente fatto, il punteggio VHISS di chiunque sia stato sottoposto ad angioplastica dovrebbe calare significativamente. Per incompetenza o per scelta i ricercatori non hanno calcolato i punteggi di VHISS prima o durante gli interventi in modo che non si sa se è stata ristabilito dagli interventi di angioplastica un corretto flusso sanguigno e se è rimasto adeguato durante il periodo di studio. Questo fallimento nella raccolta di questi dati di base e fondamentali distrugge completamente la credibilità dei ricercatori e delle loro scoperte.
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Ufficio Stampa
Alessandro Rasman
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(Trieste)
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