LA SPALLA DOLORANTE SI RIPARA CON LE STAMINALI DEL BACINO
Il dolore colpisce un’italiana su tre. Disturbo diffuso soprattutto tra le donne: massaie e lavoratrici manuali. La medicina rigenerativa anche per i danni alla cartilagine del ginocchio.
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Roma,
(informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)
Un’italiana su tre dai 40 ai 65 anni è affetta da dolore alla spalla. Ne soffrono soprattutto le massaie e le lavoratrici manuali. Il 60% di queste trascura il disturbo che si aggrava più o meno velocemente determinando un serio danno alla cuffia dei rotatori.
Per questo tipo di lesioni ad uno o più dei quattro tendini della cuffia dei rotatori oggi la medicina rigenerativa sta facendo moltissimo.
Tanto che grazie al concentrato midollare prelevato dalle ossa del bacino del paziente, si può rigenerare uno dei tendini rotti della cuffia dei rotatori.
Ma la medicina rigenerativa sta dando risultati sorprendenti anche nei casi di danni alla cartilagine del ginocchio, disturbo che colpisce moltissimi giovani sportivi, almeno uno su tre.
“Il concentrato midollare che noi preleviamo dalla cresta iliaca postero-superiore del bacino del paziente – spiega il Professor Sandro Rossetti, Primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Camillo di Roma e Presidente Onorario del Convegno “Artroscopia e medicina rigenerativa: nuove prospettive” che si tiene a Roma presso l’Aula Magna dell’Ospedale Forlanini il 15 giugno, organizzato dalla Balestra Congressi – contiene le cosiddette cellule mesenchimali. Sono cellule a forma di stella e possiedono una elevata capacità proliferativa; sono in grado di stimolare naturalmente la rigenerazione, per quanto riguarda il nostro ambito, del tessuto osseo, della cartilagine articolare e del tessuto tendineo, così da evitare una loro mancata guarigione dopo la riparazione e la necessità nei casi più gravi di una sostituzione con protesi”.
“Le cellule mesenchimali, se opportunamente impiantate sul tessuto danneggiato e stimolate, possono differenziarsi nella linea cellulare del tessuto stesso promuovendo tutti procedimenti biologici che permettono la sua rigenerazione. Per questa caratteristica di pluripotenzialità il loro utilizzo è molto promettente nel trattamento di molte patologie ortopediche degenerative dove i tessuti hanno perso la capacità di riparare il difetto – aggiunge il Dottor Marco Spoliti, ortopedico presso l’ospedale San Camillo di Roma e presidente del Congresso - Il midollo osseo che contiene le cellule viene prelevato al momento dell’intervento, il concentrato di cellule mononucleate realizzato viene poi assorbito su un supporto bio compatibile e bioassorbibile che può essere impiantato sul difetto tissutale. Le cellule mesenchimali in esso contenute si replicheranno, si differenzieranno colonizzando il tessuto nella sede di impianto rinvigorendo le sue capacitá riparative. Ciò ci permette di ridurre la possibilitá di fallimenti e nel caso della riparazioni di lesioni della cartilagine articolare di ridurre anche i costi e la tempistica del trattamento”.
“Le cellule mesenchimali vengono prelevate, tramite aspirazione con un ago, durante la seduta chirurgica – aggiunge il Prof Rossetti - Contestualmente viene trattato il materiale prelevato tramite un apposito strumento in grado di concentrare e separare le cellule con lo scopo di aumentare la percentuale di esse, poi attraverso una cannula il biomateriale viene posizionato nell’area della lesione”.
“Il significato scientifico di questo trattamento della cartilagine articolare e delle lesioni gravi della cuffia dei rotatori risiede nella possibilità di condurre a guarigione anche quei pazienti che non presentavano un tempo i requisiti clinici per la riparazione dei tendini della cuffia e della cartilagine articolare e erano destinati a interventi più seri come la sostituzione protesica della articolazione”, conclude il Dottor Spoliti.
Per questo tipo di lesioni ad uno o più dei quattro tendini della cuffia dei rotatori oggi la medicina rigenerativa sta facendo moltissimo.
Tanto che grazie al concentrato midollare prelevato dalle ossa del bacino del paziente, si può rigenerare uno dei tendini rotti della cuffia dei rotatori.
Ma la medicina rigenerativa sta dando risultati sorprendenti anche nei casi di danni alla cartilagine del ginocchio, disturbo che colpisce moltissimi giovani sportivi, almeno uno su tre.
“Il concentrato midollare che noi preleviamo dalla cresta iliaca postero-superiore del bacino del paziente – spiega il Professor Sandro Rossetti, Primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Camillo di Roma e Presidente Onorario del Convegno “Artroscopia e medicina rigenerativa: nuove prospettive” che si tiene a Roma presso l’Aula Magna dell’Ospedale Forlanini il 15 giugno, organizzato dalla Balestra Congressi – contiene le cosiddette cellule mesenchimali. Sono cellule a forma di stella e possiedono una elevata capacità proliferativa; sono in grado di stimolare naturalmente la rigenerazione, per quanto riguarda il nostro ambito, del tessuto osseo, della cartilagine articolare e del tessuto tendineo, così da evitare una loro mancata guarigione dopo la riparazione e la necessità nei casi più gravi di una sostituzione con protesi”.
“Le cellule mesenchimali, se opportunamente impiantate sul tessuto danneggiato e stimolate, possono differenziarsi nella linea cellulare del tessuto stesso promuovendo tutti procedimenti biologici che permettono la sua rigenerazione. Per questa caratteristica di pluripotenzialità il loro utilizzo è molto promettente nel trattamento di molte patologie ortopediche degenerative dove i tessuti hanno perso la capacità di riparare il difetto – aggiunge il Dottor Marco Spoliti, ortopedico presso l’ospedale San Camillo di Roma e presidente del Congresso - Il midollo osseo che contiene le cellule viene prelevato al momento dell’intervento, il concentrato di cellule mononucleate realizzato viene poi assorbito su un supporto bio compatibile e bioassorbibile che può essere impiantato sul difetto tissutale. Le cellule mesenchimali in esso contenute si replicheranno, si differenzieranno colonizzando il tessuto nella sede di impianto rinvigorendo le sue capacitá riparative. Ciò ci permette di ridurre la possibilitá di fallimenti e nel caso della riparazioni di lesioni della cartilagine articolare di ridurre anche i costi e la tempistica del trattamento”.
“Le cellule mesenchimali vengono prelevate, tramite aspirazione con un ago, durante la seduta chirurgica – aggiunge il Prof Rossetti - Contestualmente viene trattato il materiale prelevato tramite un apposito strumento in grado di concentrare e separare le cellule con lo scopo di aumentare la percentuale di esse, poi attraverso una cannula il biomateriale viene posizionato nell’area della lesione”.
“Il significato scientifico di questo trattamento della cartilagine articolare e delle lesioni gravi della cuffia dei rotatori risiede nella possibilità di condurre a guarigione anche quei pazienti che non presentavano un tempo i requisiti clinici per la riparazione dei tendini della cuffia e della cartilagine articolare e erano destinati a interventi più seri come la sostituzione protesica della articolazione”, conclude il Dottor Spoliti.
Ufficio Stampa
GIOVANNA ASTOLFI
(Roma) Italia
[email protected]