HOUSE D'AUTORE

in uscita il nuovo singolo di Jonas Bendaou, Michel Gaeta, edito da Klubasic. Si chiama MY BODY, una produzione italo francese giusta per la prossima estate.
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PARIGI, (informazione.it - comunicati stampa - società)

 

Qualche settimana fa, durante un aperitivo in un locale di Oberkampf, a pochi passi da place de la République, mi è capitato tra le mani un brano vocal soul che mi ha colpito moltissimo. È arrivato così, all’improvviso, e non ho potuto far altro che chiudere gli occhi e ascoltare.

My body dell’emergente Jonas Bendaou (De La Beat), ha solo due voci, è un lounge grezzo, con una chitarra, ma è capace di trasportarti lontano, lasciandoti addosso la sensazione dei tramonti estivi ad Ibiza. Quando ho cercato maggiori informazioni ho trovato altre tre versioni. Una, prodotta dal dj Bini e Cappiello, con sonorità tipicamente anni 80. L’altra, il remix di Jonk&Spook, molto vicino ai miei gusti, dalle maglie acustiche assolutamente house.

Poi, mi sono informato sulla produzione, ed ho capito di essermi imbattuto in una delle etichette italiane più promettenti e capaci del momento. Una di quelle label che ho sempre apprezzato per le scelte produttive.

Nomi come Enzo Veronese, Antonio Mastromauro, insieme al loro entourage Davide Migliardi, Nicola Di Venere, Nicola Corradino, Riccardo Gravina e molti altri in fondo, non sono mai un caso.

La redazione ha voluto intervistare direttamente i fondatori della Klubasic publishing che credono ancora fortemente nel mondo del clubbin’ e nella house music.

Perché KLUBASIC?

Klub e non club, in quanto di ispirazione europea. Basic fa invece riferimento allo stile, al fondamento, all’anima essenziale della musica da club.

Klubasic records è nata come etichetta indipendente di un concept più complesso che si pone l’obiettivo di racchiudere tutta la filiera di una produzione discografica, ed è per questo che è anche società di edizioni discografiche con sede in Bisceglie, Puglia/Italy. Siamo sempre alla ricerca di nuovi talenti che possano sposare la nostra mission e vision, ovvero essere aggiornati e preparati in materia di produzioni a tutto campo, dalla nascita di un suono distintivo al mix e mastering, dalla pubblicazione all’ottimizzazione del lavoro che è stato svolto in termini di royalties, marketing e know-how generale del mercato.

C’è tanta confusione nel mondo della produzione e distribuzione nell’epoca del digitale. Spiegateci come è cambiato oggi il modo di portare musica nelle orecchie della gente.

La sovrapproduzione musicale è “nelle orecchie” di tutti; purtroppo la trasformazione dell’industria musicale ha portato gli artisti ad essere all-in-one; in buona sostanza tutte le figure professionali che c’erano nel boom del mercato discografico ad oggi non esistono quasi più. L’elaboratore del testo, l’arrangiatore, il tecnico del suono, i tecnici di ripresa e tanti altri; ognuno dava il suo contributo per un brano musicale autentico.

Il produttore di oggi, avendo perso quel know how, sviluppa tutto in autonomia, ricoprendo tante figure professionali che in realtà richiedono una specializzazione. E, così, si riduce la filiera musicale a tre soli steps: pre-produzione, produzione e post produzione. Crediamo che questo sia il motivo fondamentale per cui la musica fa fatica ad essere ricordata ed entrare nel cuore delle persone.

Tra i vari brani che hanno funzionato con la vostra etichetta ricordiamo Qubiko — Levante, registrato durante il lock down sul balcone di casa e che è stata suonata dappertutto. Ma parlatemi adesso dell’ultimo progetto, quello che abbiamo ascoltato nella nostra serata in Oberkampf: my body del francese Jonas Bendaou.

Sia l’idea in stile anni ’80 di Bini che la revisione house di Jonk & Spook ci sono piaciute molto in quanto le stesure finali sono risultate fluide e il giro di basso, insieme alle patch degli strumenti virtuali, ci appaiono attuali con un occhiolino al passato. Le vere novità, però, sono state le tracce vocalsoul e guitar, curate dallo stesso Jonas. Un bellissimo momento lounge che ho scelto di produrre mentre mi trovavo a San Sebastian. Era sera. Con amici.

Quando le abbiamo ascoltate ho capito che non potevano rimanere chiuse in un cassetto.

Jonas. Giochi in casa, sei francese. Suoni dall’età di 15 anni. Un compositore abituato a scrivere tracce melodiche e testi. Poi, dopo una prima bozza, crei collaborazioni con il producer che vestirà meglio il mood del tuo brano. Raccontaci la tua esperienza. E dicci come è nato my body

My body è nato sul pianoforte in studio con il dj Mr Michael. Poi, l’incontro con Guglielmo Bini, un amico ed un bravissimo dj che, con Cappiello, ha voluto trasformare l’idea in progetto anni 80. Da qui, l’evoluzione bellissima di Jonk & Spook con sonorità tipicamente house club. La versione vocalsoul è stata una illuminazione di ritorno a Parigi. La cantante ha saputo interpretare al meglio il senso delle note e delle variazioni più malinconiche che fanno parte della mia vita.

Hai altri progetti in campo?

Sì. Con il progetto De La Beat, che prevede collaborazioni con artisti internazionali, io e Mr Michael stiamo lavorando a 3 tracce Lofi — house. Ovviamente francesi. Dovremmo riuscire a chiudere il video nelle prossime settimane.

Veniamo a te, Alex. Hai una bellissima sensibilità artistica ed hai curato la versione remix di my body. Raccontaci come è nato il vostro studio e, soprattutto, come è stato lavorare su questa idea.

Jonk & Spook (Alex Abbruscato e Lauro Predierisi) si contraddistingue per il suono Funky House che vira nei confronti di una struttura più moderna del genere. La miscelazione di suoni house e sample, sonorità calde, rotonde, rappresentano esattamente quel che abbiamo voluto costruire con cura e attenzione in questi anni: un suono riconoscibile che connoti le nostre produzioni. Ed è stato così anche per My Body. Sentita la parte vocal, che si sposava perfettamente con le nostre visioni, abbiamo subito abbracciato l’idea di Jonas. E, così, è nato questo remix prettamente Club! Abbiamo con lui altri progetti. Sono certo sarà fantastico continuare a lavorare insieme.

Chiudiamo con un’ultima domanda alla label. Antonio, Quale è Il consiglio che daresti a chi comincia a muoversi nell’ambito della produzione musicale

Dato che l’accesso al far musica non è mai stato legato ad una formazione scolastica suggeriamo sicuramente di avere una conoscenza di base della teoria musicale e non apprendere solo nozioni tecniche o informatiche che rimangono astratte ma al tempo stesso aiutarsi con i tools e/o sample a disposizione. La musica va “frequentata”, vissuta nei contesti, va ricercata, va capita. Fare musica è “semplice” ma personalizzarla, creare, rendere riconoscibile il proprio stile significa che hai raggiunto il tuo mood.

E noi ci fermiamo qui con una considerazione: essere una etichetta che fa house oggi, non è facile. Ma quando ci sono brani del genere, ti rendi conto che ne vale sempre la pena. Soprattutto per i non addetti ai lavori.

Ed è subito gratitudine.

Ufficio Stampa