UMBRIA: LA TERRA TORNA A TREMARE. LE SCUOLE CHIUDONO. Dobbiamo puntare sulla fortuna? O vogliamo agire per tempo?

“Chiudere una scuola dopo una scossa non implica una attenzione alla sicurezza da parte delle Istituzioni, ma un modo improvvisato di fare prevenzione” il commento dell’Ing. Silvia Bonetti Consigliere di ISI- Ingegneria Sismica Italiana
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - varie)


 

Il 9 marzo 2023, alle ore 16.05, nella sala operativa della protezione civile suona l’allarme. Evento poi stimato in Mw 4.3 localizzato nei pressi di Umbertide in Umbria.Protezione Civile allertata, i Governatori emanano ordinanze, i giornalisti informano e documentano, i Sindaci chiudono le scuole.

 Più tardi dopo un secondo evento Mw 4.5 si chiudono anche gli uffici regionali. Non è la prima volta, ma una prassi consolidata: quando l’esperienza non insegna, si continua ad attuare le medesime procedure che nulla hanno a che fare con la prevenzione, perché il rischio sismico nel nostro paese è una certezza e non una fatalità. E forse questo non è ancora chiaro proprio a tutti.

 

Sulla “moderata scossa di terremoto” (Mw 4.5) con epicentro Umbertide e la relativa chiusura delle scuole, condividiamo le considerazioni dell’Ing. Silvia Bonetti, Consigliere di ISI-Ingegneria Sismica Italiana.

Le scuole dovrebbero essere edifici sicuri. Più sicuri delle nostre case.  Non lo dico io, non lo dice un gruppo di mamme, ma una normativa. Esiste a monte (a partire dal 2003) anche un’altra norma che prevedeva che TUTTE le scuole venissero valutate in termini di sicurezza.Inutile dire sia la norma più disattesa della storia, perché ad oggi il lavoro non è finito. È vero che tale norma non prevedeva l’obbligo della messa in sicurezza, ma è anche vero che edifici con particolare fragilità, secondo precise circolari di protezione civile, dovevano essere inseriti in un piano di messa in sicurezza o declassati”. commenta Silvia Bonetti che conclude“Chiudere una scuola dopo una scossa non implica una attenzione alla sicurezza da parte delle Istituzioni, ma un modo improvvisato per fare prevenzione. Una scossa di terremoto forte può avvenire senza alcun preavviso come è accaduto in Turchia. Può succedere al mattino durante lo svolgimento delle lezioni con le scuole aperte. Un terremoto non suona la campanella, non manda un fax di preavviso. Può anche avvenire dopo uno sciame con eventi moderati o strumentali. E vale il viceversa, una scossa di magnitudo moderata non sempre (è raro) evolve in eventi importanti. Potrebbe accadere, ma anche no. E non si fa prevenzione giocando a dadi. Vi sono dunque due possibilità: le scuole sono sicure quindi inutile chiuderle oppure non sono sicure, quindi occorre metterle in sicurezza velocemente. Tertium non datur. In conclusione, abbattere il rischio chiudendo a caso un paio di giorni le scuole non porta a nulla.”

 

 

ISI – Ingegneria Sismica Italiana dal 2011 coinvolge aziende e progettisti specializzati nell’ingegneria sismica in un gruppo dinamico e motivato. La mission è svolgere un ruolo didivulgazione della cultura della protezione sismica e la promozione del lavoro degli associati, comunicando allo stesso tempo con gli organi ufficiali, istituzioni ed enti normatori, la comunità accademica e scientifica, il mondo industriale e quello dei professionisti. La strutturazione in gruppi di lavoro e il supporto di un Comitato Scientifico d’eccellenza consentono CONCRETEZZA, COMPETENZA e CAPACITÀ DIVULGATIVA.




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