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Arte e Cultura

"Void", regia e coreografia Wim Vandekeybus in prima nazionale al Teatro Bonci di Cesena, 16 gennaio 2025' giovedì ore 20.30,nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisica

Al Teatro Storchi, Largo Garibaldi, 15 – Modena,18 gennaio 2025 sabato ore 19.00
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 Una coproduzione internazionale di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Ultima Vez, KVS Brussels’ Flemish city theatre, Danseu Festival e Theater im Pumpenhaus sostiene Void, la nuova creazione  di Wim Vandekeybus, danzatore, regista e fotografo belga fra i maggiori coreografi contemporanei: sperimentatore eclettico fin dagli esordi, l’artista fiammingo è al centro della scena europea dalla metà degli anni Ottanta, annoverato, accanto a nomi come Jan Fabre, Alain Platel e Anne Teresa De Keersmaeker, fra gli esponenti della cosiddetta “ondata fiamminga” che in quel periodo ha profondamente innovato il linguaggio della danza.


Dopo il debutto a Brussels il 23 ottobre scorso, la prima italiana, nell’ambito della rassegna Carne a cura di Michela Lucenti, è in programma al Teatro Bonci di Cesena il 16 gennaio 2025 (giovedì ore 20.30) e poi al Teatro Storchi di Modena il 18 gennaio (sabato ore 19.00). 


Il titolo Void nasce dall'idea che il vuoto rappresenti un potenziale. «Spesso pensiamo allo spazio vuoto comeprivo di significato – commenta il coreografo – ma non è così. Immaginate una sala d'attesa in un ospedale dove nessuno parla. Sembra vuota, ma sotto la superficie si muovono molte cose».


La scena è minimale, plasmata dal suo sguardo di fotografo e regista visivo che con fondali volatili, luci e una macchina del fumo crea ambienti mobili e atmosfere cangianti. Pochi oggetti, funzionali ai performer che a tratti li assorbono e li usano per mettersi in relazione fra di loro. I corpi popolano e trasformano uno spaziolibero, in cui si attraggono l’un l’altro come magneti.
In questa “bolla”, sei personaggi prendono la scena. Si tratta di individui con vissuti interiori forti, molto rivolti verso se stessi e perciò isolati ai margini del mondo esterno.

«Per me il palcoscenico è un luogo in cui esplorare esperienze estreme, che ribaltano le norme vigenti. Non sono interessato a rappresentare in modo realistico la vita sociale ordinaria – spiega Vandekeybus – Piuttosto, voglio approfondire le esperienze individuali più autentiche, che non seguono il percorso previsto, che deviano in modi affascinanti. Ogni personaggio vede il mondo dalla sua prospettiva unica e attraverso questo particolare sguardo esploriamo temi sociali più ampi.

Si tratta di addentrarsi nei loro intricati mondi interiori, di empatizzare con la loro solitudine e di comprendere le loro lotte. La società spesso ci condiziona a seguire una sottile linea di normalità, etichettando come anormale tutto ciò che ne esula. Ma l'incoscienza e l’imprevedibilità sono vitali per il nostro lavoro artistico. Questa creazione celebra questi emarginati e la rara ammissione di altri nei loro mondi interiori. Void invita il pubblico a confrontarsi con domande profonde e stimolanti sull'individualità e la differenza e a guardare all’essenza di noi stessi per capire ciò che ci circonda».


I danzatori, Iona Kewney, Lotta Sandborgh, Cola Ho Lok Yee, Paola Taddeo, Adrian Thömmes, Hakim Abdou Mlanao, di diverse età e origini, non sono interpreti ma co-creatori: per la costruzione dei personaggi hanno esplorato il proprio passato, attingendo a esperienze personali e familiari, e in parte parlano le loro
lingue madri.

Una donna anziana, un ragazzo preso dall’ossessione, una bambina sola: storie e stati interiori emergono in filigrana nel movimento, riportato al grado zero dell’espressione del sé, e nei testi. Sono frammenti di discorso, liberi dai vincoli del realismo, che vengono affidati alla percezione soggettiva di chi guarda: è la sua immaginazione, infatti, che ha il compito di rintracciare di chi potrebbero essere quelle parole e quali aspetti universali incarnano dentro il mondo astratto della scena.


Il disegno coreografico è un organismo complesso, in cui i caratteri singoli coesistono armoniosamente anche nei momenti di conflitto. La colonna sonora è creata in collaborazione con Arthur Brouns, giovane compositore, arrangiatore e produttore musicale belga noto per la fusione di elementi elettronici e orchestrali nel suo lavoro per il cinema, il teatro e la danza. Oltre ai suoi brani originali, la partitura include pezzi del batterista belga Lander Gyselinck e elementi di New York Jazz, fondendo i diversi generi in un paesaggio sonoro coeso. Eseguono i musicisti Kristofor Parvanov (violino), Fil Caporali (contrabbasso), Simon Leleux (percussioni) e Daniel Jonkers (tamburo).

A Cesena giovedì 16 gennaio al termine della replica è in programma il dialogo tra Wim Vandekeybus, la compagnia di Void e Michela Lucenti, curatrice della rassegna di drammaturgia fisica di ERT Carne; modera Francesca Pedroni, critica de il manifesto e studiosa di danza. A Modena sabato 18 gennaio dopo lo spettacolo il dialogo tra Wim Vandekeybus, la compagnia di Void e Michela Lucenti è moderato da Anna Bandettini, giornalista di la Repubblica.


Coreografo, danzatore, regista e fotografo belga, dopo l’esperienza come performer per Jan Fabre, fra i primi esponenti della cosiddetta “ondata fiamminga” degli anni Ottanta, Wim Vandekeybus a ventiquattro anni fonda lacompagnia Ultima Vez, con cui nel 1987 presenta il suo primo lavoro, What the body does not remember, ricevendo il Bessie Award a New York. Nel 1989 la sua seconda produzione, Les porteuses de mauvaises nouvelles, è di nuovo Bessie Award. Accanto ai nomi di Jan Fabre, Alain Platel e Anne Teresa De Keersmaeker, anche il suo entrasubito di diritto nel novero degli artisti belgi che stanno innovando la coreografia europea.


Vandekeybus ha creato un linguaggio di movimento caratterizzato da un’energia vitale istintiva e estrema, cheincarna una Weltanschauung drammatica, fatta di dinamiche conflittuali e dicotomie: corpo e mente, sentimento e intelletto, uomo e donna, natura e cultura, uomo e animale, gruppo e individuo, illusione e realtà. L’essere umano è
colto in situazioni di rischio, definite drammaturgicamente “il momento della catastrofe”. Ma il suo stile non è privo di umorismo e giocosità. Le sue performance sono montaggi associativi che attraversano i confini tra le discipline integrando musica dal vivo e film making nel processo creativo e dando origine a una danza fortemente teatrale.


L’artista ha collaborato con musicisti, come Thierry De Mey, Peter Vermeersch, David Byrne, David Eugene Edwards, Arno, Charo Calvo, Marc Ribot, Trixie Whitley e Arthur Brouns.
Autore di cortometraggi per alcune delle sue creazioni in palcoscenico, come Blush (2004) e Monkey Sandwich (selezionato nel 2011 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de La Biennale di Venezia), nel 2015 harealizzato il suo primo lungometraggio, Galloping Mind.


Ha messo in scena tragedie di Jan Decorte ed Euripide e lavorato con autori contemporanei come Bart Meuleman, Peter Verhelst e Pieter de Buysser. Spettacoli come Mockumentary of a Contemporary Saviour e TrapTown rivelano il suo interesse per la situazione politica globale.


Ogni opera è un tassello della sua costante ricerca di nuove forme: dalla performance musicale (nieuwZwart) agli spettacoli sulla mitologia classica (Oedipus/Bêt noir o Die Bakchen), fino a progetti di diverso formato come Monkey Sandwich e Talk to the demon.

Void
regia e coreografia Wim Vandekeybus
creato con ed eseguito da Iona Kewney, Lotta Sandborgh, Cola Ho Lok Yee,
Paola Taddeo, Adrian Thömmes, Hakim Abdou Mlanao
assistente artistico e drammaturgia Margherita Scalise
assistente ai movimenti Maria Kolegova
musica originale e sound design Arthur Brouns
scenografia Wim Vandekeybus
realizzata da Pepijn Mesur
disegno luci Wim Vandekeybus, Benjamin Verbrugge
costumi Isabelle Lhoas
assistente ai costumi Juliette Lejeune
tecnici Schröder, Pepijn Mesure, Benjamin Verbrugge
distribuzione Julia Bouhjar
responsabili di produzione Heleen Schepens, Kenneth Raemaekers
musicisti Kristofor Parvanov – violino, Fil Caporali – contrabbasso,
Simon Leleux – percussioni, Daniel Jonkers – tamburo
altre musiche di Hihats In Trees – Lander Gyselinck, Obsequies
coproduzione KVS Brussels’ Flemish city theatre, Danseu Festival, Theater im Pumpenhaus, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
con il supporto di Tax Shelter measure of the Belgian Federal Government, Ufund, un ringraziamento speciale a Thi-Mai Nguyen, Jerry Killick, European Theatre and Film Institute
Ultima Vez è supportata da the Flemish Community & the Flemish Community Commission of the Brussels Capital
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