“Cose Celesti". Tre concerti all’organo Traeri del Museo Diocesano di Imola

Dal 16 ottobre al 13 novembre 2024, a cura di Emilia Romagna Festival su progetto artistico di Filippo Sorcinelli
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 Dal 16 ottobre al 13 novembre, prende il via “Cose Celesti. Concerti all’organo Traeri del Museo Diocesano di Imola la nuova rassegna di concerti organizzata dal Museo Diocesano di Imola, a cura di Emilia Romagna Festival su progetto artistico di Filippo Sorcinelli. In programma tre concerti in cui si esibiscono per la prima volta artisti noti sul panorama musicale nazionale ed internazionale e in cui la voce dell’organo si interseca, in due serate, con la voce umana per poter ascoltare tutte le possibilità timbriche che un tale strumento consente.

 

Il percorso, dal titolo evocativo Cose Celesti, dedicato in parte alla musica sacra e in parte all’organo Traeri – prezioso e raro organo del 1671 conservato tra gli innumerevoli tesori ed opere d’arte del Museo Diocesano di Imola - nasce dalla volontà di riscoprire ciò che il vivere moderno ha in gran parte offuscato, recuperando l'introspezione e l'acquisizione di un diverso senso dell'ascolto. Già nella programmazione estiva 2024, Emilia Romagna Festival ha presentato un itinerario rivolto all’organo per valorizzare i preziosi strumenti presenti nel territorio, accolto con partecipazione ed entusiasmo dal pubblico.

 

Il pregio dell’organo Traeri, costruito dal bresciano Carlo Traeri per la Chiesa della Beata Vergine Addolorata della Pianta, da molti decenni custodito nelle raccolte del Museo Diocesano di Imola, risiede non solo nello strumento in sé, ma anche nella sua intima connessione con le attività più rappresentative di questa istituzione. Esso è rimasto praticamente inalterato nei secoli avendo subito pochi interventi che non ne hanno intaccato le caratteristiche principali.

 

I tre concerti in programma sono stati immaginati appositamente intorno a questo organo antico e anche il programma degli appuntamenti è declinato sulla letteratura musicale relativa ad esso.

In tutte e tre le occasioni Filippo Sorcinelli, prima dei concerti, racconterà il programma e i musicisti e proporrà in abbinamento una sua fragranza con l’obiettivo di rendere la serata non statica ma sinestetica e permettere al pubblico di goderne non solo con l’udito ma in questo caso anche con l’olfatto.

 

Il primo appuntamento sarà mercoledì 16 ottobre ore 21.00 nella Sala Grande del Museo Diocesano. Lo splendido organo farà sentire la sua voce sotto le mani dell’organista Stefano Pellini insieme al basso Lorenzo Barbieri, entrambi interpreti con un’intensa carriera internazionale, guideranno gli ascoltatori in un excursus storico percorrendo gli ultimi quattro secoli di storia di questo strumento a cui tantissimi celebri compositori si sono dedicati. Da compositori meno noti come Marco da Gagliano fino a celebri arie di Francesco Paolo Tosti o Giacomo Puccini, il concerto propone un repertorio vario, che parte dal Cinquecento e arriva al primo Novecento, attraversando capolavori del barocco, con brani originali e trascrizioni di autore.

Nato a Modena, Stefano Pellini si è diplomato in Organo con il massimo dei voti e ha perfezionato la sua tecnica con vari maestri di fama internazionale e svolge un’intensa attività concertistica sia come solista che in ensemble. Ha inaugurato organi storici restaurati e nuovi strumenti. Attualmente, è l’organista titolare della Cattedrale di Modena.

Dopo gli studi all'Accademia Filarmonica di Bologna Lorenzo Barbieri, si diploma in canto a Modena. Debutta ne La Serva padrona con LaVerdi di Milano e viene selezionato dall’Ópera de Tenerife per il ruolo del titolo ne Le Nozze di Figaro, facendosi apprezzare nel panorama internazionale. Ha cantato al Teatro Comunale di Bologna, al Regio di Parma, al Aalto Theater di Essen, al Donizetti Opera di Bergamo, al Teatro Massimo di Palermo. A proprio agio nei personaggi mozartiani, rossiniani e in generale dell'opera buffa settecentesca e ottocentesca, si cimenta anche nel repertorio barocco.

 

Si prosegue mercoledì 30 ottobre ore 21.00 con un programma interamente centrato sul barocco musicale del ‘600 questo che vede il soprano Antonella Gianese e l’organista Viviana Romoli in scena sempre presso Sala Grande del Museo Diocesano, dove questa breve rassegna organistica ha luogo con l’intento di dare voce e vita allo splendido organo Traeri in esso contenuto. D’altronde, il Seicento possiamo non a torto considerarlo il secolo d’oro per questo strumento meraviglioso, che racchiude nelle sue decine e decine, a volte centinaia, di canne le sonorità di un’intera orchestra, un’orchestra per un solo esecutore, l’organista.

Viviana Romoli ha conseguito il diploma di II livello in organo e composizione organistica presso il Conservatorio “di Trento ed il diploma in pianoforte presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma. Come organista svolge attività concertistica in Italia e all’estero sia in veste di solista che in duo e altri strumentisti e cantanti.

Dopo aver studiato canto al Conservatorio di Venezia, sua città natale, Antonella Gianese si è dedicata allo studio e approfondimento della letteratura vocale antica. Dopo aver debuttato nell’esecuzione della “Selva Morale et Spirituale” di Claudio Monteverdi, in occasione dell’apertura delle celebrazioni monteverdiane in seno al festival di Cremona nel 1993, ha partecipato all’incisione di quest’opera per la rivista “Amadeus” e ad una serie di rappresentazioni sceniche monteverdiane. Cantante duttile e poliedrica, vanta un repertorio che spazia dalla musica del XVI secolo, fino al contemporaneo con numerose prime esecuzioni. 

 

L’ultimo appuntamento di questo ciclo dedicato all’organo Traeri del Museo Diocesano di Imola - mercoledì 13 novembre ore 21.00, ha per protagonista un concerto per solo organo con Matteo Imbruno. Un’occasione per vedere e sentire quali abilità deve mettere in campo un organista, che usa letteralmente “mani e piedi” per produrre una varietà di suoni così diversi e complementari tra loro. Infatti, l’organista non solo usa la tastiera con le mani, ma anche una pedaliera che l’esecutore suona con i due piedi, dimostrando una estrema coordinazione non certo facile da raggiungere. Matteo Imbruno farà tutto questo su un repertorio prettamente seicentesco, che vede al suo interno delle “stelle” dell’epoca, come l’inglese William Byrd, il tedesco Georg Böhm e gli italiani Domenico Zipoli, Bernardo Pasquini e Alessandro Marcello.

Matteo Imbruno, organista titolare della Oude Kerk di Amsterdam e del H’HART Museum di Amsterdam”, ha studiato a Bologna, Rotterdam e Lubecca. Concertista di fama interazionale si è esibito nei più prestigiosi festival organistici di tutto il mondo quali: Roma, Londra, Barcellona, Berlino, Stoccolma, Copenaghen, Basilea, Varsavia, Vienna, New York, San Francisco, Seatle, Tokyo, Rio de Janeiro, Buenos Aires, ecc…. Ha inoltre suonato diverse volte a due organi con Gustav Leonhardt.

 

 

SPONSOR:

Filippo Sorcinelli

 

INGRESSO:

Ingresso con offerta minima di € 5 a favore delle attività del Museo Diocesano di Imola

Prenotazione consigliata a ERF 0542 25747

 

Ufficio Stampa
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