Sa.Spo Boccia paralimpica: inaspettato argento di Cristian Martis a Roma

Tanta emozione si è ravvisata al momento delle premiazioni; la terza edizione del Memorial Giulio Marchetti sarà ricordata da Cristian, soprattutto nel momento in cui ha mostrato orgogliosamente la medaglia d’argento.
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Cagliari, (informazione.it - comunicati stampa - sport)

Il periodo d’oro della polisportiva paralimpica campidanese investe tutti i suoi settori. Una copertina particolare la meritano pure i bocciofili Cristian Martis e Francesco Frau che nel primo torneo stagionale disputato a Roma hanno fatto passi da gigante. Entrambi passano il primo turno, ma Cristian, l’ingegnere di Monserrato, lascia tutti a bocca aperta, approdando alla finalissima della categoria BC1 dove si è arreso per un niente al blasonato atleta della Lupus Lecce Giuseppe Rollo. Francesco ha invece affrontato a testa alta i bravi avversari della BC3 e i suoi sorrisi di compiacimento spalancano rosei scenari al neo allenatore saspino Enrico Frongia (vedere intervista in basso).

Tanta emozione si è ravvisata al momento delle premiazioni; la terza edizione del Memorial Giulio Marchetti sarà ricordata da Cristian, soprattutto nel momento in cui ha mostrato orgogliosamente la medaglia d’argento.

E nella sede di Selargius il presidente Luciano Lisci non si stufa mai di elogiare i propri tesserati; la mole di lavoro svolta su più fronti sta dando riscontri molto convincenti.

“Sono fiero del podio di Cristian e degli avanzamenti di Francesco – sottolinea Lisci – in una disciplina che per la società costituisce la grande scommessa e dimostra la nostra volontà di offrire sport a trecentosessanta gradi. E in questa maniera si viene incontro anche alle persone con disabilità gravissime che attraverso la boccia possono dire la loro in un contesto agonistico. Ringrazio il tecnico Enrico Frongia, i familiari degli atleti, tutti i simpatizzanti che in un modo o nell’altro ci danno una grossa mano per migliorarci. Spero che questo risultato sproni tutti quanti loro ad organizzare al più presto una nuova trasferta perché il confronto con altre realtà è essenziale per proseguire con questi risultati esaltanti”.

L’EMOZIONANTE EXPLOIT DI CRISTIAN MARTIS

Cristian Martis snocciola con giustificato entusiasmo questo importante traguardo: “Sono stati due giorni di gara molto intensi - dice – perché per la prima volta ho avuto l’occasione di partecipare in un girone a quattro con tre partite da giocare”. Le analizza una dopo l’altra: “Ho incontrato in successione Giuseppe Rollo, il triestino Silvio Stopar e il milanese Matteo Volontieri, tre atleti molto tosti e imprevedibili. Sono sceso in campo cercando di non pensare alla loro bravura, li ho affrontati come se fosse la mia prima esperienza con loro. Persa la prima gara non ho mollato, tenendo la concentrazione al massimo. Sebbene la sfida con Stoppar non sia stata da incorniciare son riuscito a vincerla e ciò è stato sufficiente a caricarmi ulteriormente. Dovevo assolutamente battere Volontieri per continuare! Sinceramente era l’atleta più difficoltoso, ma riesco a metterlo da subito in difficoltà; ho percepito il suo nervosismo, probabilmente sentiva la pressione. A quel punto mi sono tolto dalla testa il punteggio concentrandomi sui tiri riuscendo a sconfiggere pure lui”. Il giorno dopo Cristian comincia la seconda fase affrontando un avversario mai incontrato prima: il varesino Emanuele Rizzo. “È ritenuto una promessa – continua il monserratino - dal gioco molto aggressivo. Io adotto la stessa tattica precedente, e dopo una partita perfetta accedo alla finalissima, giocata punto su punto. Dopo il quarto parziale ci ritroviamo sul 3-3, ma Rollo mi supera al tie-break. Guadagno un secondo posto che mi rende felice”.

PAROLA ALL’ALLENATORE ENRICO FRONGIA

Ha accettato la proposta nove mesi fa e si è buttato a capofitto in una avventura non semplice da gestire perché le disabilità gravi implicano dettagli che vanno oltre la normale preparazione fisico-atletica delle persone. Ma Enrico Frongia, laurea in scienze motorie, è ragazzo che ama le sfide e alla luce di quanto ha visto nella capitale può ritenersi molto fiero delle sue scelte.

Enrico, come ti senti?

Sono reduce da un’esperienza fantastica, non vedo l’ora di ripeterla. In due giorni di competizioni i ragazzi sono cresciuti molto più che in allenamento, soprattutto nelle loro possibilità. Mai alla vigilia si sarebbero immaginati di passare il turno eliminatorio.

Ed è arrivato addirittura un podio

Cristian non ha un carattere particolarmente facile. Benché tendi ad ostentare certi tipi di atteggiamenti, come se avesse la verità in pugno, ad un certo punto del torneo ha capito che da solo non ce l’avrebbe mai fatta e allora ha cominciato ad ascoltare di più i consigli, tant’è che ci cercava per discutere sulle strategie da adottare negli incontri successivi.

Anche Francesco è stato fantastico

Si, proprio così. Forse le sue difficoltà emotive hanno reso la sua crescita meno evidente rispetto al suo compagno, ma è riuscito comunque a togliersi delle soddisfazioni. Mi chiedeva di sgridarlo quando sbagliava, perché sentiva la necessità imperante di correggersi.  

Per te era il primo torneo

Ho trovato un ambiente stimolante, ma è stato l’aspetto che mi ha colpito meno. Immaginavo di percepire accoglienza, complicità; sembrava che ci conoscessimo da lungo tempo. Ma se si condivide la stessa passione ci si avvicina più velocemente. C’è voluto un attimo per colmare il gap dovuto alla distanza. Tutto ciò è stato incoraggiante perché mi ha tirato fuori voglia di continuare e soprattutto rifare un torneo come questo.

Quindi sei pronto per la prossima avventura?

Si, anche perché il viaggio è faticoso ma non proibitivo. E ne vale sempre la pena perché l’esperienza romana ha reso più consapevoli i nostri due atleti; quando riprenderanno gli allenamenti avranno più stimoli. Stravedo per gli sguardi che hanno durante la gara; è una cosa indescrivibile ed emozionante. Spero che al prossimo torneo possa partecipare Paolo Puddu: voglio vederlo competere con altre persone.

 

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