LA MORTE A VENEZIA, Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi di LIV FERRACCHIATI, prodotto da Marche Teatro, in Argentina

Al FESTIVAL FIBA di BUENOS AIRES, il 18 e 19 Ottobre 2024, prima di tornare ad ANCONA il 14 Novembrebre al Teatro SPERIMENTALE
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

 Marche Teatro vola in Argentina. lo spettacolo prodotto da Marche Teatro La Morte a Venezia libera interpretazione di un dialogo tra sguardi di Liv Ferracchiati sarà in scena il 18 e 19 ottobre al FIBA-Festival Internazionale di Buenos Aires.

 

Dopo un prestigioso debutto la scorsa estate al Festival dei due Mondi diSpoleto e queste date in Argentina, lo spettacolo ripartirà in tournée dal Teatro Sperimentale di Ancona il 14 novembre (scena contemporanea). Lo vedremo poi in scena a: Napoli al Piccolo Bellini dal 19 novembre al 1 dicembre, al Teatro Stabile di Torino al Gobetti dal 10 al 15 dicembre, poi ancora a Lugano al Teatro Foce il 18 dicembre, a Perugia al Teatro Stabile dell’Umbria al Ridotto del Teatro Morlacchi dal 16 al 18 gennaio, al Teatro Stabile di Roma (Teatro India) dal 5 al 9 febbraio e a Milano al Piccolo Teatro (Teatro Studio) dal 15 al 25 maggio.

 

In scena Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli che attraverso la parola e la danza si incontrano e, forse, si fraintendono, in un conflitto insolubile tra parola e corpo, carne e pensiero; drammaturgia e regia sono di Liv Ferracchiati, movimento Alice Raffaelli, dramaturg Michele De Vita Conti, aiuto regia Anna Zanetti / Piera Mungiguerra, assistente alla drammaturgia Eliana Rotella, scene Giuseppe Stellato, costumi Lucia Menegazzo, luci Emiliano Austeri, suono spallarossa, voce di Tadzio Weronika Młódzik, consulenza letteraria Marco Catellari.

 

Lo spettacolo è prodotto da Marche Teatro, TSU Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Spoleto-Festival dei Due Mondi, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano.

Una macchina fotografica su un treppiede al limitare delle onde e uno scrittore che muore su una spiaggia per aver mangiato delle fragole contaminate dal colera, simbolo dell'inesplorato che c’è in ognuno di noi.

Non un adattamento teatrale de La Morte a Venezia, ma un percorso scenico liberamente ispirato al romanzo che combina tre diversi linguaggi: parola, danza e video. 

Distaccandosi dal tema dell'omoerotismo e della differenza d'età, rimane l’incontro a Venezia tra Gustav Von Aschenbach e Tadzio, rimane la morte. 

Due sconosciuti che vivono ciò che Mann riassume così: "Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, che il rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo".

Il tentativo è di avvicinare questi due personaggi a noi e, allo stesso tempo, di raccontare la fatica di scrivere e di come questa fatica, alla fine, sia squarciata da momenti rari, bellissimi e terribili, fatti di incontri con altri esseri umani. 

Ironicamente, terzo personaggio è la Parola, che prima cerca un'armonia in una forma cristallizzata e poi si libera, si concretizza, si accende, ritrova una sua forma estrosa, per quanto ridicola e vana di fronte all’irraccontabile. 

 

 www.marcheteatro.it

 

 

 

Dopo un prestigioso debutto la scorsa estate al Festival dei due Mondi diSpoleto e queste date in Argentina, lo spettacolo ripartirà in tournée dal Teatro Sperimentale di Ancona il 14 novembre (scena contemporanea). Lo vedremo poi in scena a: Napoli al Piccolo Bellini dal 19 novembre al 1 dicembre, al Teatro Stabile di Torino al Gobetti dal 10 al 15 dicembre, poi ancora a Lugano al Teatro Foce il 18 dicembre, a Perugia al Teatro Stabile dell’Umbria al Ridotto del Teatro Morlacchi dal 16 al 18 gennaio, al Teatro Stabile di Roma (Teatro India) dal 5 al 9 febbraio e a Milano al Piccolo Teatro (Teatro Studio) dal 15 al 25 maggio.

 

In scena Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli che attraverso la parola e la danza si incontrano e, forse, si fraintendono, in un conflitto insolubile tra parola e corpo, carne e pensiero; drammaturgia e regia sono di Liv Ferracchiati, movimento Alice Raffaelli, dramaturg Michele De Vita Conti, aiuto regia Anna Zanetti / Piera Mungiguerra, assistente alla drammaturgia Eliana Rotella, scene Giuseppe Stellato, costumi Lucia Menegazzo, luci Emiliano Austeri, suono spallarossa, voce di Tadzio Weronika Młódzik, consulenza letteraria Marco Catellari.

 

Lo spettacolo è prodotto da Marche Teatro, TSU Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Spoleto-Festival dei Due Mondi, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano.

Una macchina fotografica su un treppiede al limitare delle onde e uno scrittore che muore su una spiaggia per aver mangiato delle fragole contaminate dal colera, simbolo dell'inesplorato che c’è in ognuno di noi.

Non un adattamento teatrale de La Morte a Venezia, ma un percorso scenico liberamente ispirato al romanzo che combina tre diversi linguaggi: parola, danza e video. 

Distaccandosi dal tema dell'omoerotismo e della differenza d'età, rimane l’incontro a Venezia tra Gustav Von Aschenbach e Tadzio, rimane la morte. 

Due sconosciuti che vivono ciò che Mann riassume così: "Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, che il rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo".

Il tentativo è di avvicinare questi due personaggi a noi e, allo stesso tempo, di raccontare la fatica di scrivere e di come questa fatica, alla fine, sia squarciata da momenti rari, bellissimi e terribili, fatti di incontri con altri esseri umani. 

Ironicamente, terzo personaggio è la Parola, che prima cerca un'armonia in una forma cristallizzata e poi si libera, si concretizza, si accende, ritrova una sua forma estrosa, per quanto ridicola e vana di fronte all’irraccontabile. 

 

 www.marcheteatro.it

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 



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