Meritocrazia Italia: deroga al dressing code per ingresso alle sedi del Senato della Repubblica di un ns dirigente

Onorevole Presidente,

Le scrivo per impetrare l’autorizzazione all’ingresso, nelle sedi del Senato della Repubblica, di un nostro dirigente che nella propria vita ordinaria, pubblica e privata, adotta capi d’abbigliamento convenzionalmente riservati al genere femminile.

Si chiama Stefano Ferri, piuttosto noto per questa sua caratteristica. È un “crossdresser”, tipo d’uomo ancora statisticamente marginale ma anch’esso segno dei tempi che cambiano, contraltare di un movimento emancipatorio che ha condotto le donne a farsi strada nella società, ad assumere posizioni di rilievo e alla totale (sacrosanta) libertà di spaziare pure nel guardaroba maschile.

In Meritocrazia Italia ricopre l’incarico di Direttore generale dei Ministeri, raggiunto grazie alla sua preparazione (è laureato magistrale in Scienze Politiche) e al garbo che lo contraddistingue.

Ogni giorno, da volontario come noi tutti, apporta un valido contributo alla crescita dell’associazione. Proprio in forza di questo ruolo ha numerose opportunità di interfacciarsi con le istituzioni, venendone sempre accettato e apprezzato. Purtroppo, per ironia della sorte, l’unica a essergli preclusa da un Regolamento concepito in altri tempi è quella da Lei presieduta, ossia la prima assemblea legislativa d’Italia, che in ogni sede impone all’uomo la classica divisa giacca e cravatta.

Sono certo di trovarLa concorde sul fatto che la persona, il professionista, il padre, il marito e il cittadino esemplare che Stefano è non meritano questa discriminazione. E garantisco che il suo modo di vestire, pur nella sua atipicità, non è offensivo per nessuno, e tantomeno lo sarebbe per l’istituzione che Lei rappresenta.

Sicuro della Sua comprensione, in attesa di riscontro La ringrazio dell’attenzione e Le porgo i migliori saluti di Meritocrazia Italia e miei personali.

Stop war.

Roma, lì   25 Marzo 2025                     

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriello