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Arte e Cultura

Marilù Oliva, Ilaria Gaspari, Enrico Galiano e Stefano Liberti: svelati i primi ospiti del Festival del Buon Vivere 2024

A Forlì, dal 23 al 29 settembre
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Sono quattro autori di punta dell’attuale panorama della narrativa italiana, tutti presentati dal giornalista Corrado Ravaioli presso l’Auditorium della Chiesa di San Giacomo, i primi nomi degli ospiti che popoleranno il programma del Festival del Buon Vivere 2024, che si svolgerà a Forlì e in Romagna dal 23 al 29 settembre: Marilù Oliva, Ilaria Gaspari, Enrico Galiano e Stefano Liberti.

Inoltre Galiano porta in scena, in anteprima nazionale il suo spettacolo “Dàimon, come i miti greci possono aiutarti a scoprire chi sei”, un viaggio tra miti e risate, per scoprire i nostri talenti e le nostre vocazioni.

Marilù Oliva presenta  “L’Iliade cantata dalle dee” (Solferino) la mattina del 23 settembre in un incontro dedicato alle scuole, il romanzo che l’ha portata al Premio Selezione Bancarella 2024.
Chi combatte sotto le mura di Troia? Gli eroi, ma anche gli dèi e, con molto accanimento, le dee. Dopotutto, questa immane contesa è stata scatenata da una rivalità tra divine: la famosa mela d’oro assegnata da Paride ad Afrodite, che in cambio gli ha dato Elena. E così, con occhi femminili stavolta è raccontata l’Iliade. È Atena a parlarci dell’ira di Achille, ed è la madre dell’eroe, Teti, a spiegare i moti dell’animo di suo figlio, le sue scelte che tanto sangue costeranno ai due eserciti. Afrodite tiene un occhio sul campo di battaglia e un altro sui suoi protetti Paride ed Enea, di cui ci narra le gesta, senza nascondere le proprie ingerenze. La sua rivale Era, per contro, tifa per i Greci e cerca di favorirne la vittoria. E poi ci sono due donne speciali, l’una figlia di Zeus, l’altra toccata da Apollo: Elena e Cassandra, che da dietro le mura di Troia testimoniano il fato atroce dell’altra metà del cielo in ogni conflitto. Ma di chi è la voce che grida la sua disperazione e si predispone al sacrificio, mentre la città brucia? È la moglie di Enea, Creusa, una protagonista che la storia ha lasciato indietro ma che ha qualcosa di molto importante da rivelare. Riportando in vita l’Iliade come un coro di voci femminili, Marilù Oliva ribalta la prospettiva sulla più maschile delle vicende, la guerra, riappropriandosene a nome di tutte: delle troppe vinte, umiliate, violate, ma anche delle poche vincitrici apparenti, destinate ad afferrare trionfi effimeri come la vendetta. Un’epica potente, commovente, palpitante: indimenticabile.
Marilù Oliva, nata a Bologna, è scrittrice, saggista e docente di lettere. Ha co-curato per Zanichelli un’antologia sui Promessi Sposi e realizzato due antologie patrocinate da Telefono Rosa, nell’ambito del suo lavoro sulle questioni di genere. Collabora con diverse riviste ed è caporedattrice del blog letterario Libroguerriero. Per Solferino ha pubblicato i bestseller mitologici L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (2020) e L’Eneide di Didone (2022), il romanzo Biancaneve nel Novecento (2021) e il saggio I Divini dell’Olimpo (2022). Ha scritto thriller e noir di successo e con Repetita, il suo romanzo d’esordio, ha ottenuto diversi riconoscimenti.


Ilaria Gaspari, già ospite del Festival del Buon vivere, presenta “La reputazione” (Guanda ed.), il 24 settembre per le scuole la mattina e il pomeriggio per il pubblico.
Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France, che accoglie le clienti con il suo seducente accento francese. Il suo entusiasmo contagia l’indecifra­bile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei, ansiose di conquistarsi libertà e indipendenza. Tra loro Barbara, eter­na laureanda in filosofia arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere. Imparerà da lei che la moda è tutt’altro che una faccenda frivola: è un rito, un gergo, un sogno, un segreto… Per chi come Marie-France ne ha fatto una missione, è un antidoto al dolore, all’ango scia di scomparire, ai cambiamenti che il tempo infligge. Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un’idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi.

 Compaiono strani messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeg­giano e nel quartiere cresce l’ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c’è una re­lazione con quel che si dice in giro? Con un romanzo originalissimo, in una prosa capace al tempo stesso di profondità e leggerezza, Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista ­della maturità. Cosa succede quando la diffidenza in­quina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Barba­ra non è pronta a scoprirlo, forse non è pronta a diventare adulta, eppure non avrà scelta.
Ilaria Gaspari è nata a Milano. Ha studiato Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è addottorata all’università ­Paris I Panthéon-Sorbonne. Nel 2015 è uscito per Voland il suo primo libro, Etica dell’acquario, a cui è seguito per Sonzogno Ragioni e sentimenti. Per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità, Vita segreta delle emozioni e Cenerentole e sorellastre. Collabora con diverse testate giornalistiche, realizza podcast, ha una trasmissione su Radio 3 e tiene corsi di scrittura alla Scuola Holden. Vive tra Roma e Parigi. 


Stefano Liberti sarà protagonista di due incontri il 26 settembre, la mattina con i ragazzi delle scuole presenterà “Terra bruciata” (Rizzoli), il pomeriggio con il pubblico “Tropico mediterraneo, viaggio in un mare che cambia” (Laterza). 
Non c’è dubbio: il 2020, scrive Liberti in “Terra Bruciata”, verrà ricordato per la pandemia di Sars-CoV-2. Eppure non è stata l’unica emergenza che abbiamo dovuto affrontare. Bastano pochi dati per rendersene conto: l’aprile del 2020 è stato il più caldo d’Europa da quando si effettuano registrazioni, ed è seguito a un inverno che ha fatto segnare 3,4 gradi in più rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Come ci fa notare l’autore in queste pagine, la crisi sanitaria e quella ambientale sono legate: entrambe sono globali, entrambe sono causate dal nostro modello di sviluppo – fatto di deforestazione e urbanizzazione incontrollate, senza nessun rispetto per l’equilibrio degli ecosistemi – ed entrambe hanno investito il nostro Paese con particolare violenza. Già, perché morfologia del territorio e posizione geografica piazzano l’Italia in prima linea sul fronte dei cambiamenti climatici.Il libro che avete in mano vi condurrà in un viaggio attraverso l’Italia per capire cosa succede al nostro clima: i ghiacciai che si ritirano, le coste erose dall’innalzamento del mare, le città sempre più arroventate. Venezia minacciata dall’acqua alta e la Sicilia in via di desertificazione. Ma l’allarme non riguarda solo il paesaggio: coinvolge l’agricoltura, il turismo, la sicurezza delle nostre case e la disponibilità di energia idroelettrica. Colpisce, insomma, la vita quotidiana di ciascuno di noi. Il punto non è più quale pianeta lasceremo ai nostri nipoti, bensì in che condizioni versa, oggi, il Paese in cui viviamo.Con passione e competenza, unendo l’inconfutabilità dei dati scientifici alla potenza del reportage in presa diretta, Stefano Liberti ci porta alla scoperta di un’Italia in cui convivono realtà opposte: esempi già all’avanguardia nella tutela dell’ambiente e una politica nazionale inadeguata e immobilista. E ci ricorda che è arrivato il momento di passare all’azione, promuovendo una presa di coscienza collettiva e stimolando un dibattito franco, costruttivo e non ideologico, su una questione che non può più essere rimandata.
In “Tropico mediterraneo, Viaggio in un mare che cambia” si racconta di un mare, oggi, attraversato da una crisi profonda in cui si intrecciano e si evidenziano tutte le principali problematiche della contemporaneità: cambiamenti climatici, sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, estrazione di combustibili fossili e flussi migratori disorganizzati. Stefano Liberti va sul campo a vedere cosa sta accadendo al Mediterraneo, e a tutte le persone che di questo mare hanno vissuto da sempre, e a conoscere le coraggiose e molto concrete iniziative che cercano di invertire una rotta che non è un destino.
Classe 1974, giornalista e film-maker, pubblica da anni reportage di politica internazionale su testate italiane e straniere. Come regista, ha diretto vari documentari, tra cui il pluripremiato Soyalism (2018), con Enrico Parenti. Nel 2009 ha vinto il Premio Indro Montanelli con il libro A sud di Lampedusa (2008). Land Grabbing (2011) è stato tradotto in dieci Paesi. Nel 2016 ha pubblicato I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta, e nel 2019 l’inchiesta Il grande carrello, con Fabio Ciconte.


Enrico Galiano, definito da Massimo Gramellini “un prof stile Attimo Fuggente”, il 27 settembre mattina presenta il suo “Una vita non basta” (Garzanti) e la sera porta in scena lo spettacolo “Dàimon”.
«Quando desideri tanto qualcosa, fai come il colibrì: non aver paura di cadere. Anzi, impara a farlo a tutta velocità, per poi risalire.» Questa volta, però, a Teo sembra impossibile risalire: è stato bocciato in seconda liceo, ma soprattutto ha fatto qualcosa di davvero sbagliato, e ora dovrà scontare un’estate di lavori socialmente utili. Sa che è una punizione giusta, eppure c’è qualcosa dentro di lui che non riesce a tenere a bada. Teo la chiama la Cosa proprio perché non è in grado di darle un nome: sa solo che è un nemico troppo forte e di cui non ha il coraggio di parlare a nessuno. Di certo non ai suoi genitori, distanti anni luce, ma nemmeno a Peach, la sua migliore amica, l’unica che sa leggere i suoi silenzi e aggiustare con la musica i suoi giorni storti. Tutto cambia quando su una panchina incontra un signore anziano che dice di essere un ex professore di nome Francesco Bove. Giorno dopo giorno, il professore lo porta nei posti più disparati e gli parla di miti greci e filosofi con parole che Teo non ha mai sentito: parole che lo spronano a non arrendersi, a porsi le domande giuste, perché capisca che non è solo, che tutti siamo in cerca di una ragione di vita, di un dono che ci renda speciali. Solo che, per capire cosa sia, l’unico modo è non smettere mai di tentare, fallire e riprovare, coltivare l’arte dell’imperfezione per tirare fuori il capolavoro che vive dentro di noi. Anche a costo di scoprire verità che ci fanno paura, come la fine di una misteriosa ragazza di cui nessuno sa più nulla e la cui storia sembra voler dire qualcosa a Teo. L’autore che da anni scala le classifiche e incanta la stampa e i librai è tornato con uno dei suoi personaggi più amati di sempre: il professor Bove di Eppure cadiamo felici. Un romanzo sulle paure che ci impediscono di essere felici: paure che non vanno allontanate, ma ascoltate. Perché a volte bisogna attraversare il buio per scoprire la meraviglia di uno spiraglio di luce.
Enrico Galiano, sempre il 27 settembre ma la sera, porta a teatro il suo nuovo progetto “Dàimon. Come i miti greci possono aiutarti a scoprire chi sei”, una lezione-spettacolo ironica e coinvolgente che, attraverso il racconto di miti greci, accompagna il pubblico in un viaggio alla scoperta di sé.
“Immagina di essere trasportato in un mondo antico, dove dèi, eroi e creature fantastiche popolano le storie che hanno plasmato la nostra cultura. Ora immagina che queste storie non siano solo racconti lontani nel tempo, ma strumenti potenti per scoprire chi sei veramente”.
In Dàimon, Enrico Galiano, scrittore e insegnante di successo, ci condurrà attraverso un racconto appassionante dei miti greci più famosi e di quelli meno conosciuti. Ogni mito diventa una finestra sul passato che ci permette di comprendere meglio il nostro presente.
Il cuore dello spettacolo è il concetto del Dàimon platonico, il demone interiore che guida il nostro destino. Questo Dàimon non è un’entità maligna, ma una forza interiore che ci spinge verso la realizzazione del nostro vero potenziale. Attraverso queste storie, Galiano esplora il tema del talento e della vocazione, invitandoci a riflettere sulla ricerca del nostro posto nel mondo. I miti diventano metafore potenti che ci aiutano a riconoscere i nostri doni unici e le nostre aspirazioni più profonde. Ma non si tratta solo di introspezione; Dàimon è anche un invito a sognare e ad avere il coraggio di inseguire ciò che desideriamo veramente.

Con il suo stile unico e accattivante, Enrico Galiano intreccia ironia e saggezza in un ritmo incalzante che cattura e coinvolge il pubblico. 

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2020 il «Sole 24 Ore» lo ha inserito nella lista dei dieci insegnanti più influenti sul web. Con le sue lezioni divertenti e un po’ fuori dal comune, porta la scuola a teatro con il seguitissimo spettacolo Eppure studiamo felici. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per il mondo con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Il suo romanzo d’esordio, Eppure cadiamo felici, in corso di traduzione in tutta Europa, è stato il libro rivelazione del 2017 e ha vinto il Premio internazionale Città di Como come migliore opera prima e il Premio cultura mediterranea. Con Garzanti ha pubblicato anche Tutta la vita che vuoi (2018), Più forte di ogni addio (2019), Dormi stanotte sul mio cuore (2020), Felici contro il mondo (2021) e i saggi L’arte di sbagliare alla grande (2020) e Scuola di felicità per eterni ripetenti (2022).


Gli incontri del mattino sono principalmente dedicati agli studenti delle scuole, con la possibilità di partecipazione al pubblico in caso di posti disponibili, quelli del pomeriggio e lo spettacolo serale, come tutti gli eventi del Festival del Buon Vivere, sono a ingresso gratuito e libero fino al raggiungimento della capienza delle sale. Non sono previste o possibili prenotazioni.  

Il Festival del Buon Vivere è promosso dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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