Pescara di notte a Manthoné

Chris D'Eremo
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Pescara, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Di passaggio a Pescara mi consigliano di recarmi a Manthonè, quartiere che rappresenta il cuore del centro storico della città. Attraversando scorgo sulla mia sinistra un fiume…mi dicono “ è il fiume Pescara”.

Rimango ammaliata dai riflessi dei lampioni riflessi sulla superficie dell’acqua del fiume.

E’ lungo il cammino, forse per la stanchezza, ma ancora nulla di Manthonè. Seguendo il gruppo di amici, attira il mio sguardo un viale pieno di luci.

Tanti giovani ragazzi, chi chiacchiera, chi sorseggia qualcosa da un bicchiere, chi s’innamora e chi cammina in solitudine ma con un espressione piacevolmente serena, tanta musica che sottilmente si insinua sul viale dalle porte dei locali che si aprono e chiudono in continuazione.

Rimango ammaliata da tutto quello spaccato di gioventù, studenti e fuori sede.

A quel punto non riesco a non entrare in un piccolo locale dal nome Ruff. Affascinata dal nome entro e non credo a ciò che vedo…un capannello di giovani e meno giovani che ballavano, sebbene lo spazio fosse esiguo, coprendo chi aveva il potere di creare tutto ciò. Riesco a farmi largo e scopro un bel giovane ragazzo con la chitarra, capelli lunghi, indossava un cappello e un paio di occhialini da sole.

Amando scrivere di musica m’incuriosisce non poco, quindi lego i miei amici ad un tavolo, per così dire, e poi li coinvolgo nella mischia. Mi sentivo come quando ero giovane ad un concerto di Piero Pelù.

Voglio conoscerlo. Così appena finisce il concerto vado a presentarmi e gli chiedo di parlarmi di lui.

Scopro che si chiama Chris D’Eramo, vive a Pescara e che studia musica elettronica  al conservatorio “Luisa D’Annuzio”, nato a Castel Di Sangro e che ha solo un ventun anni.

Mi confessa pur non avendo ancora pubblicato nulla di ciò che ho ascoltato e ballato, a Settembre uscirà il suo primo EP.

La sua musica, marcata da una forte influenza underground ed i testi in italiano che descrivono alcuni momenti bizzarri della sua vita fanno venir voglia di inserirlo subito nelle proprie playlist. L’unico posto dov’è possibile seguirlo attualmente è su Instagram come @quellocolchitarrino.

Dopo la fantastica serata, tornata in albergo e fissando il soffitto rifletto sui giovani di oggi.

Loro sono il nostro futuro e spesso attraverso la musica ci comunicano sempre più forte, quasi come un urlo, che non è una gioventù bruciata ma che saranno la fenice della nostra generazione.

Ufficio Stampa