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Marino/S. Maria delle Mole. Bibliopop: potente passione civile, sublime incontro d’arte poetica e musicale, coinvolgente solidarietà per il cessate il fuoco in Palestina

due ospiti preannunciati, il rappresentante di Al Fatah, componente del Consiglio Nazionale Palestinese, Farag Zioud, insieme con Yousef Salman, presidente della comunità dei Palestinesi a Roma e nel Lazio, sono intervenuti rendendo omaggio alla serata culturale, di impegno civile e sociale, e ringraziando il popolo italiano che, in mille occasioni come quella di Bibliopop, mostra sempre sostegno e solidarietà al popolo e alla causa palestinese.
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Poche parole hanno introdotto la serata di sabato a Bibliopop per la rappresentazione di “Polvere”. Di e con Marco Onofrio e Fra’ Sorrentino, poeta e rapper amalgamati in una unica e avvincente entità artistica. Dopo l’avvio e un attimo prima di note e parole, il buio in sala: sulla parete di fondo viene proiettata l’infinitesimale briciolina che è la terra rispetto alle galassie, quelle finora note: figurarsi cosa siamo noi! L’attrice Laura Colombo recita un breve riflessione su questa realtà cosmica troppo spesso dimenticata, a fronte delle guerre e delle prevaricazioni che da millenni insanguinano il pianeta.

Poi comincia la performance, e va in scena il meccanicismo produttivo che svilisce l’intelligenza, l’anima e la dignità dell’essere umano, di ogni uomo o donna implicati nello sviluppismo della società capitalistica, dai sistemi occidentali, come meri esecutori di una funzione più o meno complessa. Questa la critica di fondo da cui nasce la ribellione del poeta civile, del poeta/filosofo pensante che si rifiuta di rinunciare al desiderio di futuro. Al miraggio di esercitare liberamente la propria indole e, perché no? la missione che si sente di avere assegnata nella vita. In questa vita. Ma non è battaglia solo sua.

Non è un eletto che rivendica questa scelta e questo ruolo. No, è scelta che rivendica per tutti, per ognuno. La proposta del continuo duettare – Marco Onofrio alle parole vibranti della sua “civile indignazione” che ragiona e che denuncia, Fra’ Sorrentino ai ritmi incalzanti dei suoi rap che portano alla luce il caos e il malessere dei nostri tempi – implica registri ed echi del medesimo sentire intergenerazionale (Onofrio ha 53 anni, Fra’ Sorrentino 22). Proposti in modo duale, ma efficaci entrambi e rivolti in prima persona non alla generica umanità, ma ad ognuno dei presenti. Ogni singolo giovane, ogni adulto, ogni anziano, perché l’appello, la chiamata, sono chiari: nessuno può farcela da solo.

Qui, poi, ognuno può immaginare ogni risvolto solidaristico, ovvero di lotta organizzata, ma lo spunto resta certo che è la “presa di coscienza”. E tutti i brani musicali, sapientemente alternati alle invettive, alle denunce, ai gridi di dolore della poesia, hanno ricevuto, dal pubblico che affollava Bibliopop, applausi e partecipazione ritmata. E pathos, tanto. Davvero bravi i due interpreti e splendida la loro sintonia. Particolare commozione, al termine della serata, di nuovo a luci accese: accese anche sulla tragedia genocida che colpisce il popolo palestinese.

Infatti due ospiti preannunciati, il rappresentante di Al Fatah, componente del Consiglio Nazionale Palestinese, Farag Zioud, insieme con Yousef Salman, presidente della comunità dei Palestinesi a Roma e nel Lazio, sono intervenuti rendendo omaggio alla serata culturale, di impegno civile e sociale, e ringraziando il popolo italiano che, in mille occasioni come quella di Bibliopop, mostra sempre sostegno e solidarietà al popolo e alla causa palestinese. Ed oggi più che mai, ricordano gli ospiti, a maggior ragione queste dimostrazioni esplicite danno coraggio a chi è stremato, soffre e malgrado tutto resiste, continuando a rivendicare il sacrosanto diritto alla vita, alla dignità, all’identità.

Era questo, peraltro, il filo rosso che ha unito la serata, dall’inizio a questa conclusione: non a caso Onofrio e Fra’ Sorrentino hanno aperto con un rap scritto per l’occasione da Onofrio, dall’omonimo titolo “Polvere”, in cui era racchiuso un sostegno alla Palestina, e tutto lo spettacolo è stato articolato con il drappo palestinese avvolto attorno al leggio al centro della scena! C’è sicuramente spazio e tempo per organizzare molte repliche, magari in estate e all’aperto, di questa proposta culturale e di spettacolo che è densa, che è viva, che non lascia nessuno indifferente: né ai temi e né ai drammi che sottostanno a tutto il lavoro intessuto dai due artisti marinesi.

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maurizio aversa
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