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Processo Nessuna corruzione tra il commercialista Capasso e il finanziere Zampelli

Regali e favori in cambio di soffiate, assolti. Regali o eventuali favori ricevuti dall'uomo in divisa non sarebbero state mazzette pagate dal professionista per avere informazioni sull'indagine della Finanza che nel 2015-2016 aveva puntato i riflettori anche su di lui. Lui è il commercialista Giuseppe Capasso, l'altro è Pasquale Zampelli, in servizio al Nucleo i polizia tributaria di Parma.
Parma, (informazione.it - comunicati stampa - società)

Amicizia «pericolosa» quella tra il sottufficiale delle Fiamme Gialle e il commercialista? Chissà, ma certamente non da codice penale. Regali o eventuali favori ricevuti dall'uomo in divisa non sarebbero state mazzette pagate dal professionista per avere informazioni sull'indagine della Finanza che nel 2015-2016 aveva puntato i riflettori anche su di lui. Lui è il commercialista Giuseppe Capasso, l'altro è Pasquale Zampelli, in servizio al Nucleo di polizia tributaria di Parma prima di andarsene in un altro comando quando è scoppiato il caso. Accusati di corruzione, sono stati entrambi assolti dal collegio presieduto da Paola Artusi «perché il fatto non sussiste».

 

La formula è quella del 530 secondo comma, quando la prova manca, è insufficiente o è contraddittoria, ma nulla toglie all'assoluzione. Zampelli è però stato condannato a 1 anno e 3 mesi per falsità materiale e truffa per aver taroccato i fogli di servizio. Via libera, inoltre, alla confisca di 325 euro nei confronti del finanziere. E' questa la somma del danno che il maresciallo avrebbe causato all'amministrazione, perché tra giugno e agosto del 2016, secondo gli accertamenti degli inquirenti, avrebbe segnato alcune ore - sia di servizio negli orari ordinari sia di straordinario - durante le quali in realtà non avrebbe lavorato. «Prendiamo atto della sentenza, che rispettiamo - si limita a dire Donata Cappelluto, difensore di Zampelli -. Attendiamo le motivazioni per poi valutare il ricorso in appello».

Particolarmente soddisfatto, invece, Vincenzo De Rosa, l'avvocato che assiste Capasso: «E' stata accolta in pieno la nostra linea difensiva».

Il cuore del processo: le accuse di corruzione per cui il pm Paola Dal Monte aveva chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi sia per Capasso che per Zampelli. Ma (salvo ribaltamenti in appello) quelle imputazioni non hanno retto. Nel dicembre del 2015 il commercialista, secondo la procura, sarebbe riuscito a ottenere un buon prezzo per Zampelli da un notaio: il sottufficiale avrebbe infatti risparmiato oltre 1.000 sull'onorario del professionista per un atto ereditario che riguardava alcuni suoi familiari.

 

Ma anche l'anno dopo i rapporti tra il commercialista e il finanziere sarebbero continuati: a marzo Zampelli avrebbe speso la metà di quanto dovuto per alcuni lavori sulla sua auto, perché Capasso sarebbe riuscito, contattando l'officina, a farli rientrare nella garanzia, che in realtà non sarebbe stata applicabile. Sempre in quel periodo il commercialista si sarebbe fatto carico del servizio di carroattrezzi per la macchina del maresciallo. Che un mese dopo avrebbe risparmiato anche sugli pneumatici, potendo contare su un treno di gomme pagato da Capasso. E anche per un paio di abbonamenti per la palestra avrebbe provveduto il commercialista.

Veri o no, quei regali, per i giudici non proverebbero, però, alcuna corruzione.

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