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Lotta alla disinformazione, successo per il seminario di TuttiMedia
La lotta alla disinformazione e alla manipolazione delle informazioni è una delle questioni più urgenti per l'Unione europea e i suoi Stati membri, questo il tema discusso presso la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, in occasione del seminario su: “#Disinformazione #Democrazia #Elezioni”, al quale hanno partecipato gli studenti dei Master in Comunicazione e Marketing Politico e Istituzionale e Master di Giornalismo Luiss – Dipartimento di Comunicazione e Ricerca e della Facoltà di Lettere e Filosofia Sapienza - Master universitario in Economia e Management della Comunicazione e dei Media Tor Vergata.
Lotta alla disinformazione e alla manipolazione delle informazioni
Maria Pia Rossignaud, vicepresidente Osservatorio TuttiMedia e direttrice di Media Duemila, ha aperto l’incontro con Antonio Parenti, Capo Ufficio Rappresentanza Commissione Europea in Italia, e Carlo Corazza, Capo Ufficio Parlamento Europeo in Italia. “Esiste oggi consapevolezza sulla necessità di accesso ad una corretta informazione – ha detto Maria Pia Rossignaud – noi di TuttiMedia lavoriamo per creare consapevolezza sulla necessità di un’informazione corretta e trasparente, senza demonizzare i nuovi strumenti del comunicare”.
Carlo Corazza, Capo Ufficio Parlamento Europeo in Italia, ha puntato al concetto di militarizzazione della disinformazione che può essere sopraffatta solo da un’informazione di qualità perché l’era dell’innocenza europea è finita. Da almeno dieci anni subiamo attacchi alla democrazia.
Successo per il seminario dell'Osservatorio TuttiMedia
Poi Antonio Parenti, Capo Ufficio Rappresentanza Commissione Europea in Italia, ha condiviso l’idea di un’Europa in declino, stretta tra due potenze, che ha bisogno di riscoprire il ruolo di quello che viene chiamato il quarto potere: l’informazione che potrà e dovrà avere il compito di tutelare la nostra democrazia informando i cittadini.
Il giornalista Francesco Giorgino, Direttore Ufficio Studi Rai e direttore Master Luiss in Comunicazione e Marketing politico e istituzionale, ha invitato a riflettere sull’informazione senza giornalismo e sulle diverse varietà della disinformazione fra cui il verosimile, molto più pericoloso del falso. Poi con Isabella Splendore, Responsabile Area giuridica e internazionale della Fieg, il focus è stato i giovani che leggono, per lo più, solo la parte gratuita messa a disposizione dai giornali che competono con i social.
"Lavoriamo per creare consapevolezza sulla necessità di un’informazione corretta e trasparente"
Ed ha riportato la collaborazione proattiva tra France Press e TikTok: la prima fornisce notizie alla seconda, per diffondere informazione di qualità attraverso la piattaforma. Luca Rigoni, Caporedattore e inviato Esteri Newsmediaset-TgCom24 e Conduttore Tg4/TgCom24, ha sottolineato che la tradizionale verticalizzazione del racconto giornalistico che va da uno a molti è del passato: “oggi hanno vinto le piazze”. Giulia Pozzi, analista senior di NewsGuard, ha parlato dell’importanza del prebunking per prevenire la disinformazione. Fra i criteri di valutazione condivisi anche la necessità di accedere alle fonti di finanziamento.
Saverio Vero, Rai Pubblicità, ha parlato dell’equilibrio instabile fra informazione e persuasione, dicendosi d’accordo con la Scuola di Francoforte sulla problematica della manipolazione della mente. Il dibattito con tutti i soci dell’Osservatorio TuttiMedia è stato concluso da Mattia Tarelli, Government Affairs and Public Policy Manager di Google, che ha evidenziato tre pratiche a garanzia dell’informazione affidabile messa in campo dal motore di ricerca: l’algoritmo che dà priorità ai siti affidabili, il watermarking su immagini prodotte da IA con la data di apparizione e i link a coloro che la utilizzano, ed infine anche la protezione da occhi indiscreti per alcune categorie di persone.
Tecnologia come mediazione dello spazio pubblico
Mihaela Gavrila, professoressa di Entertainment and Television Studies e Direttrice del Master di Secondo Livello in Sicurezza, Coordinamento Interforze e Cooperazione Internazionale Università Sapienza di Roma, è ritornata sulle parole del seminario che seppur all’apparenza molto pacate, in realtà sottolineano la dirompente mutazione in atto, parola che riporta all’insegnamento di Giovanni Giovannini, fondatore dell’Osservatorio TuttiMedia. Ha poi parlato di tecnologia, quale mediazione dello spazio pubblico e della necessità di riaccendere i riflettori sull’intellettuale.
Christian Ruggiero, professore Associato in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Sapienza, invece ha voluto porre alcune domande: dove è il vero mainstream e cosa significa veramente giornalismo di qualità? Filiberto Brozzetti, Assistant Professor of Ai, Law and Ethics (Research) Department of Law Luiss, ha parlato della responsabilità di parlare di etica dell’informazione, di disinformazione legata al contesto anche delle regole e di responsabilità indotte all’utente dalla tecnologia.
L’informazione deve essere certificata dalle fonti
Ha chiuso la sessione dei rappresentanti delle università Giampiero Gramaglia, giornalista e professore alla Facoltà di Lettere e Filosofia Università Sapienza di Roma, che ha sottolineato che la piazza vince sempre sulla torre, la storia lo insegna: “Le parole paura e controllo – ha detto – devono essere sostituite da speranza e opportunità perché temo più l’informazione mal fatta della disinformazione. L’informazione deve essere certificata dalle fonti”.
L’ultima parola a Derrick de Kerckhove che ha ripreso le parole chiave di ciascun intervento e riassunto la mattinata così: “non ho paura dell’ Intelligenza Artificiale Generativa, da anni osservo i grandi cambiamenti. La scrittura, la stampa e l’elettricità hanno stravolto il mondo e ogni cambiamento di tecnologia ha avuto ripercussioni violente nella società e anche nella psicologia umana. Anche se ciascuna di queste tecnologie è stata accolta con grande entusiasmo e adottata con vantaggi per l’uomo non sono mancati gli schiaffi”.
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