La quinta edizione del TFF, Terraviva Film Festival, di Casalecchio di Reno conclusa con successo
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TERRAVIVA FILM FESTIVAL 20 > 24 novembre 2024
PROVE PER UN PIANETA A COLORI
Si è conclusa domenica 24 novembre lai Alain Sahin
Domenica 24 novembre, alle 18:00, presso il Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, si è tenuta la premiazione del Terraviva Film Festival 2024, giunto alla V edizione, con la consegna dei premi assegnati dalle Giurie del festival: la Giuria Tecnica e la Giuria degli studenti.
I premi hanno riflesso la sensibilità e l’attenzione ai temi proposti dal festival, tra cui quello della sanità mentale, attraverso il coinvolgente BILLY di Lawrence Coté – Collins (un premio e una menzione), che racconta il viaggio di comprensione ed empatia della regista verso il suo aggressore, un uomo schizofrenico la cui crisi ha avuto gravi conseguenze.
Inevitabile rilevanza anche al conflitto israelopalestinese, con i premi assegnati a I SHALL NOT HATE di Tal Barda, e alle tematiche ambientali con due premi assegnati a THE ICE BUILDERS di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro e un premio a GOING SOUTH di Alan Sahin;
(nota per i media: Sinossi e dettagli sui film al sito www.terravivafilmfestival.it).
Nato con l'obiettivo di ampliare, attraverso il cinema, la riflessione su temi di grande importanza e urgenza, come la migrazione, il cambiamento climatico e l’ambiente, la violenza sulle donne, la salute mentale e i conflitti, il Terraviva Film Festival ha presentato quest’anno 15 film in concorso, tra lungometraggi e cortometraggi, provenienti da 14 i paesi diversi, selezionati per la loro capacità di comunicare messaggi importanti attraverso storie potenti e coinvolgenti - molti dei quali provenienti dai più importanti festival internazionali (Sundance, Venezia, Visions du Réel, International Leipzig Festival…). Con una programmazione che abbraccia diversi generi e linguaggi, Terraviva Film Festival continua a crescere, e si riconferma per il pubblico degli studenti un'occasione unica di confronto su tematiche spesso trascurate e storie che lasciano il segno.
Oltre al cinema, TFF, tra il 20 e il 24 novembre, ha proposto agli studenti e al pubblico, nuovi format di eventi di partecipazione attiva. Con l’ispirazione di Gaia Trussardi, un Contest di pensieri e poesie “CONFESSIONI DI UN ALIEN X” e uno Swap party hanno contribuito a sensibilizzare il pubblico sui temi del festival, in particolare coinvolgendo i più giovani, sempre più protagonisti in prima persona. Da ricordare infine, il grande seguito suscitato dai numerosi interventi dell’attore Josafat Vagni, l’incontro con il regista Jalal Albess, i monologhi graffianti dell’attrice Paola Michelini, la complicità emotiva creata dall’attivista e influencer Valeria Fonte.
Laura Traversi e Giampiero Judica, direttori artistici di Terraviva Film Festival, commentano così questa quinta edizione appena conclusa: “Siamo felici di aver arricchito il programma del festival quest’anno proponendo incontri più circolari e partecipati, con i quali volevamo stimolare, provocare e divertire il pubblico. La reazione è andata ben oltre le nostre aspettative. Siamo felici del riscontro avuto alla visione dei film selezionati che hanno emozionato, fatto discutere e colto nel segno rispetto a questioni come la salute mentale, la violenza di genere e in particolare sulle donne, e a argomenti scottanti di fortissima attualità e imprescindibilità come il conflitto israelopalestinese”.
I PREMI
Questi i premi assegnati alla quinta edizione di Terraviva Film Festival:
PREMI TERRAVIVA DELLA GIURIA TECNICA 2024
La giuria tecnica, coordinata dalla regista Marta Miniucchi, è composta da: Jacopo Quadri, presidente di giuria (montatore regista), Lorella Zanardo (scrittrice e attivista), Veronica Flora (regista curatrice e programmatrice di festival), Valeria Brigida (giornalista esperta di diritti umani e migrazioni) e Josafat Vagni (attore).
MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO BILLY di Lawrence Coté – Collins
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO GOING SOUTH di Alan Sahin
MENZIONE PER IL LUNGOMETRAGGIO TACK della regista Vania Turner
MENZIONE PER IL CORTOMETRAGGIO THE ICE BUILDERS di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro
PREMI TERRAVIVA STUDENTI 2024
La giuria delle studentesse e degli studenti è composta da giovani provenienti dal Liceo Leonardo da Vinci, Liceo Laura Bassi, Centro di Formazione Professionale Oficina e il Corso di Produzione Cinematografica, guidato dal Professore Marco Cucco (Università di Bologna).
PREMIO TERRAVIVA FILM FESTIVAL del Liceo LEONARDO DA VINCI
LUNGOMETRAGGIO: I SHALL NOT HATE di Tal Barda
CORTOMETRAGGIO: THE ICE BUILDERS di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro
MENZIONE espressa da studenti e studentesse del Liceo LAURA BASSI
LUNGOMETRAGGIO: I SHALL NOT HATE di Tal Barda
CORTOMETRAGGIO: CRUSHED di Camille Vigny
MENZIONE DAR – UNIBO per il film BILLY di Lawrence Coté – Collins
LE MOTIVAZIONI dei PREMI TERRAVIVA 2024
Conferiti dalla Giuria tecnica 2024
La Giuria Tecnica 2024 ha assegnato il premio della Giuria come miglior lungometraggio al film “BILLY”, con la seguente motivazione: “Per averci guidato, grazie agli strumenti propri del cinema e del riuso creativo dei materiali d'archivio, in un epico e coraggioso viaggio verso l'ignoto della mente umana, al di là dei pregiudizi culturali e sociali, della paura di sé stessi e dell'altro, dove il gesto artistico si fa gesto di fiducia, cura, guarigione”.
Menzione della Giuria tecnica per il lungometraggio “TACK”, con queste motivazioni: “Per aver raccontato il coraggio di una doppia "virata", la storia di un gesto personale che si rafforza nella sorellanza e si moltiplica, si fa collettivo, con l'intento di interrompere la catena di violenze di genere troppo a lungo taciute anche nell'ambiente sportivo e di cambiare la legge per contribuire a impedire che quello che molte hanno dovuto subire nel silenzio accada ancora”.
Premiato come miglior cortometraggio, il film “GOING SOUTH”, con questa motivazione: “Per sottolineare l'urgenza di far fronte a una sfida globale quale la crisi ecoclimatica attraverso uno sguardo cinematografico-situazionista sul reale. L’opera restituisce l'(auto)sguardo ironico e consapevole sulla dissonanza cognitiva di un'umanità sorpresa tra la sospensione della quotidianità e l'eccezionalità del gesto di un attivismo di rivolta”. Menzione della Giuria tecnica per il cortometraggio “THE ICE BUILDERS”, cosi motivata: “Per aver posto la questione dell'emergenza del riscaldamento globale attraverso le drammatiche, inequivocabilmente visibili, conseguenze sull'ambiente e sulla vita quotidiana nel Ladack nel Nord dell'India, attraverso il racconto ispirazionale dell'ingegno e della creatività di un'umanità mite e resiliente”.
Conferiti dalla GIURIA DEGLI STUDENTI
Gli studenti del Liceo Laura Bassi hanno motivato la menzione per il lungometraggio a “I SHALL NOT HATE”, con questa dichiarazione: “abbiamo scelto questo film come vincitore dei lungometraggi perchè pensiamo che riesca a trasmettere il messaggio in maniera profonda e impattante senza però risultare eccessivamente pesante e difficile da comprendere per lo spettatore. La menzione al cortometraggio “CRUSHED” è stata invece così motivata: “abbiamo scelto questo film come vincitore dei cortometraggi perchè è stato quello che ci ha più colpito, per la storia narrata e per il modo in cui è stato organizzato”.
Studenti e studentesse del Liceo Leonardo Da Vinci hanno cosi motivato i premi assegnati.
Premio come miglior cortometraggio per “THE ICE BUILDERS”:
“Il cortometraggio offre uno sguardo unico e affascinante di un mondo per nulla conosciuto e molto lontano da noi, ai piedi dell’Himalaya, dove la popolazione locale costruisce ghiacciai artificiali per poter avere acqua disponibile in primavera. Attraverso la tematica dello scioglimento dei ghiacciai, affronta una questione che ci riguarda tutti, quella del cambiamento climatico e delle sue conseguenze. I campi lunghi esplorano la vastità e la bellezza mozzafiato del paesaggio e le inquadrature più ravvicinate mostrano la maestosità degli stupa di ghiaccio. I dettagli insistono sui processi di costruzione degli stessi e sulle mani dei lavoratori, rendendo affascinante quel lavoro duro e artigianale frutto dell’ingegno umano. Nonostante il ritmo narrativo lento, il montaggio risulta efficace e i dialoghi tra le persone aiutano a capire cosa stia effettivamente succedendo e perché.”
Premio come miglior lungometraggio a “I SHALL NOT HATE”. La motivazione è la seguente: “Il film si fa portatore di un messaggio che, superando ogni ideologia e differenza, guarda ad un essere umano colto in quei valori universali che soli possono spingerci a superare ogni barriera dettata dall’appartenenza etnica o culturale. Già il titolo del film ne anticipa il senso più profondo: l’odio è sterile e distruttivo e ognuno di noi, come il protagonista, deve dare il proprio contributo superando vendette e rancori. Il racconto si spinge fino agli aspetti più crudi grazie alla forza delle parole, delle inquadrature che alternano campi lunghi su paesaggi devastati e piani ravvicinati senza filtri dei protagonisti. Il montaggio utilizzato mitiga il realismo dei documenti mostrati e le animazioni inserite aiutano a far comprendere al pubblico cosa sia accaduto. L’accompagnamento musicale presente in alcune sequenze contribuisce ad accentuare la drammaticità del racconto. Tutte queste scelte stilistiche portano all’immedesimazione, come se il pubblico fosse testimone ma anche protagonista di una realtà privata e fragile. La lezione del dottore è potentissima e attuale: attraverso la solidarietà, la comprensione e il rispetto, tutti gli uomini hanno il diritto alla felicità e a quella pace in cui poter realizzare le aspirazioni personali e coltivare i propri affetti.”
MENZIONE DAR – UNIBO per “BILLY”, con la seguente motivazione: “Billy si distingue per il suo stile unico e profondo nel trattare il tema della salute mentale. Il protagonista, attraverso la videocamera, costruisce un mausoleo di se stesso e della propria malattia, facendole così assumere un volto e delle caratteristiche che impariamo a conoscere volta per volta. In maniera quasi catartica la regista documenta e sfoga la sofferenza di Billy; in un racconto frenetico, delirante e chiassoso la schizofrenia diventa un'esperienza visiva in cui lo spettatore è coinvolto nel tormento destabilizzante del protagonista. Viene così condotto nei labirinti della sua psiche e nella sua più fragile umanità, da "alieno" in una società talvolta troppo cieca e sorda per ascoltarlo”.
Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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