L’analisi 2022 sulle interruzioni operative dell’Uptime Institute rileva un peggioramento dei costi e delle conseguenze dei momenti di inattività mentre gli sforzi del settore per contenere la frequenza delle interruzioni si rivelano inefficaci
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Il settore delle infrastrutture digitali sta lottando per conseguire una riduzione quantificabile della gravità e della frequenza delle interruzioni operative, mentre le conseguenze finanziarie e i disagi complessivi causati da tali interruzioni continuano a crescere, secondo quanto rilevato dalla relazione annuale 2022 dedicata all’analisi delle interruzioni operative pubblicata oggi dall’Uptime Institute.
“Gli operatori di infrastrutture digitali stanno ancora lottando per soddisfare gli elevati standard richiesti dai clienti e previsti dagli accordi sui livelli di servizio, nonostante i miglioramenti tecnologici e i consistenti investimenti del settore a livello di resilienza e prevenzione dei momenti di inattività”, ha dichiarato Andy Lawrence, membro fondatore e direttore generale della piattaforma Uptime Institute Intelligence.
“L’assenza di miglioramenti nei tassi complessivi di interruzioni operative è in parte dovuta all’enormità dei recenti investimenti in infrastrutture digitali, nonché all’associata complessità che gli operatori si trovano ad affrontare durante il passaggio ad architetture ibride e distribuite”, ha rivelato Lawrence.
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