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Lunedì 3 giugno a Reggio Calabria si celebra la figura di Franz Kafka

Lunedì 3 giugno, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, avente come tema “1924-2024: nel centenario della morte di Franz Kafka”. Lo scrittore boemo nato a Praga, è considerato uno degli autori più importanti del ventesimo secolo, con i suoi testi ha rivoluzionato il modo di raccontare e scrivere storie, influenzando la letteratura del mondo intero.
Reggio di Calabria, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, ha organizzato un incontro sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Franz Kafka”. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato la presenza del Vice presidente del sodalizio organizzatore Antonino Megali. Franz Kafka nasce a Praga il 3 luglio 1883. Figlio di un agiato commerciante ebreo, ha col padre un rapporto tormentoso.

Il fidanzamento con Felice Bauer, interrotto, ripreso, poi definitivamente sciolto, la relazione con Dora Dymant, con cui convive dal 1923, testimoniano la ricerca di una stabilità sentimentale che non raggiunge mai. Studia Giurisprudenza, si laurea nel 1906 e si impiega in una compagnia di assicurazioni. Malato di tubercolosi, soggiorna per cure a Riva del Garda (1910-12), poi a Merano (1920) e infine nel sanatorio di Kierling, presso Vienna, dove muore il 3 giugno 1924. Nel 1913 esordisce con la raccolta di prose, Meditazione. Nel 1915 pubblica il suo racconto più celebre La metamorfosi.

Il 1916 è l'anno de La condanna, seguono poi Nella colonia penale (1919), Il medico di campagna (1919), La costruzione della muraglia cinese e tre romanzi incompiuti: America (1924), Il processo (1924) e Il castello (1926). Con le sue opere, Franz Kafka ha rivoluzionato il modo di scrivere e raccontare storie del Novecento.La maggior parte delle sue opere, come Die Verwandlung (La metamorfosi), Der Prozess (Il processo) e Das Schloss (Il castello), è pregna di temi e archetipi di alienazione, brutalità fisica e psicologica, conflittualità genitori/figli, presentando personaggi in preda all'angoscia esistenziale, labirinti burocratici e trasformazioni mistiche. Le tematiche di Kafka, il senso di smarrimento e di angoscia di fronte all'esistenza, caricano la sua opera di contenuti filosofici che hanno stimolato l'esegesi dei suoi libri specialmente a partire dalla metà del Novecento.

Nei suoi scritti è frequente imbattersi in una forma di crisi psicologica che pervade il protagonista sino all'epilogo della narrazione e che lo getta in modo progressivo in un'attenta analisi introspettiva. Non sono pochi i critici che hanno intravisto nei suoi testi elementi tali da farlo ritenere un interprete letterario dell'esistenzialismo. Altri infine hanno «coniato per Kafka la formula di "allegorismo vuoto". Come ogni autore allegorico, Kafka rappresenta una vicenda per "dire altro"; ma questo "altro" resta indecifrabile e dunque indicibile.» Secondo molti di essi Kafka volle con ciò forse rappresentare la solitudine e il senso di diversità dell'ebreo nella Mitteleuropa, la propria estraneità alla sua famiglia, il senso di colpa e l'impotenza umana del singolo di fronte al mondo e alla sua burocrazia. Il suo più celebre personaggio allegorico è lo scarafaggio umanoide Gregor Samsa, descritto ne La metamorfosi.Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 3 giugno.

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