10 DOMANDE A FRANCO BANCHI PER CAPIRE I FILOSOFI A TAVOLA

E' uscito l'ultimo libro di Franco Banchi, valdarnese, giornalista, scrittore ed esperto di storia del cibo: INVITO A CENA CON FILOSOFO. 15 grandi del pensiero a tavola, Edizioni Del Faro, Trento, 2023, pp. 201, 15 euro. L'autore, dopo un breve ma intenso tour di presentazioni, approda nella sua Rignano. LUNEDI' 17 LUGLIO, ore 20,45, BIBLIOTECA COMUNALE DI RIGNANO, Via Garibaldi, 25.
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

Quando si pensa ai filosofi, vengono in mente intelligenze perse tra le nuvole, non commensali intorno ad una tavola.

Invece da questo mio libro si capisce bene che intorno alla tavola di un convito, sebbene immaginario, si vive in modo pieno. E' il momento in cui terra e cielo si toccano più di quanto si pensi.

Ciò significa che il detto "dimmi cosa mangi ti dirò chi sei" è vero ?

Non solo è vero, ma per quanto riguarda i filosofi che ho descritto, 15 tra i più grandi della storia, la chiave del cibo è una delle combinazioni per capire meglio il loro pensiero e, prima ancora, il loro sentimento verso la vita.

Può farci alcuni esempi?

Penso ad Hegel che utilizza lo champagne, da lui amatissimo, per spiegare uno dei concetti più difficili della filosofia contemporanea: lo spirito assoluto. Mi viene in mente anche il grande filosofo stoico Seneca che non aveva incertezze nel dire: il decadimento dei popoli comincia dalla tavola. Per questo invocava cibi naturali ed uno stile sobrio. E potrei andare avanti...

Potrebbe farci i nomi di questi filosofi che sono presenti al convivio ?

Sì, con piacere. In ordine di apparizione: Platone, Seneca, Hildegard di Bingen, Marsilio Ficino, Leonardo Da Vinci, Campanella, Spinoza e Leibniz, Kant, Hegel, Nietzsche, Freud, Heidegger ed Hannah Arendt, Sartre. Come si vede, tutta la storia della filosofia che conta a tavola insieme.

Quindi una vera e propria ricapitolazione della storia della cucina. Possiamo dirlo ?

Ciascuno di questi filosofi ha l'impegno di arrivare al convivio con le ricette preferite. Si compongono così tre menù paralleli: terra e cielo; ispirazione marina; oltre pesce e carne. Tutte ricette, più di cinquanta, che, opportunamente aggiornate ed attualizzate, danno vita ad un'interessante ed inedita competizione culinaria.

Quali sono le ricette più emblematiche di questo convito ideale?

Ne cito solo tre: l' ossobuco alla piemontese di Nietzsche; la torta sacher alla pesche tardive di Leonforte, tanto amata da Freud; i biscotti della gioia di Hildegard di Bingen.

Immaginiamo che queste diverse ricette nascondano anche una diversa visione del cibo. Possiamo approfondire questo aspetto ?

Sì, è un'interpretazione corretta. A volte tra i filosofi nascono dispute proprio sulla visione del cibo. Ad esempio quella tra due grandi pensatori del Seicento: Spinoza e Leibniz. Per il primo la cucina è sobria ed essenziale rappresentazione dell'identità di un popolo; per il secondo deve essere specchio della crescita sociale ed economica dello stesso nel tempo. Spinoza ama per questo le aringhe marinate; Leibniz esalta la cucina che appare ed ostenta ricchezza.

Nel suo libro c'è molto spazio anche per la Toscana e Firenze...

Certo. Su tutti il valdarnese Marsilio Ficino, particolarmente convinto che solo il buon cibo sia la scala verso il cielo come momento di salute del corpo e dell'anima. Per non parlare poi di Freud, che ama la nostra Firenze anche per la sua vita all'aria aperta, le osterie, il vino, la frutta ed il caffè. E non manca, ovviamente, il grande Leonardo.

A suo parere, per i filosofi presenti a questo convito ideale è più importante il cibo o lo stare insieme a tavola?

I due aspetti non sono in contraddizione. Di sicuro, come molti commensali affermano nel corso del convito, lo stare a tavola è fondamentale. Chi considera la presenza a tavola una mera parentesi tra un impegno e l'altro non ha lo spirito giusto. Il vero convivio non ha tempo. E' un vero e proprio ozio pieno di buona vita.

Nel congedarci, cosa dire al lettore?

Un libro multidimensionale . Direi da gustare con la mente e pensare con gli occhi. In fondo per questi filosofi saperi e sapori si confondono.

Per maggiori informazioni