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La soppressione del discorso reale per l'anniversario della "Rivoluzione del Re e del popolo": alcune considerazioni...

Il Marocco, con il gesto di sopprime il discorso del 20 Agosto, dimostra di saper dividere tradizione da tradizionalismo, dove il primo termine indica il lascito di coloro che sono morti verso i vivi ed il secondo, è solo un lascito di morti ad altri morti .
Aosta, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

In questi giorni, il Gabinetto Reale del Marocco ha fatto sapere che Sua Maestà il prossimo 20 Agosto, in occasione dell'anniversario della "Rivoluzione del Re e del Popolo " non vi sarà alcun discorso reale. Secondo il comunicato delle agenzie di stampa "Il significato di questo memorabile anniversario non può essere misurato solo con il metro dei discorsi e delle celebrazioni, ma è un anniversario così caro al cuore di tutti i marocchini, Re e Popolo, che incarna il valori di sacrificio e lealtà tra un Re, che preferì l'esilio alla rinuncia alla sovranità e alla libertà della sua patria, e un popolo valoroso che si mobilitò per difendere la sua sacralità e sacrificò tutto ciò che gli era caro per il ritorno del suo legittimo Re al Trono”.

Una decisione di una profondità estrema. Infatti, con questo gesto si vuole separare la memoria all'azione politica, si vuole delimitare lo spazio del ricordo da quello. Con questo atto, Il Regno del Marocco si appropria diversamente del suo passato per una prospera evoluzione e con l'obiettivo di imporsi come nazione libera, dotata di un certo peso politico e diplomatico.

Il Marocco dimostra una visione straordinaria, e da una lezione a cui tutti.  Un conto è la memoria storica, un conto è che la storia ed il passato divengano parte del presente. Nel primo caso il ricordo è funzionale a traghettare la Nazione verso l'avvenire, la seconda rischia di ingabbiare un popolo in un continuo ed eterno passato.

Nella seconda situazione si trovano, in modo simile, Italia e Algeria. La prima non in grado di liberarsi da divisioni del passato e dove spesso la storia remota è fonte di divisione e nella quale il concetto di "pacificazione nazionale" non è mai stato neppure iniziato. La seconda, dove le autorità politiche alimentano il "mito della Rivoluzione" per conservare la situazione attuale .

Una dimostrazione plastica è la decisione del Presidente algerino che, lo scorso 21 Maggio, di ripristinare la terza strofa del Kassaman (inno nazionale algerino), dove l'avversione verso la Francia appare nella sua totale evidenza.

Per contro, il Marocco, con il gesto di sopprime il discorso del 20 Agosto, dimostra di saper dividere tradizione da tradizionalismo, dove il primo termine indica il lascito di coloro che sono morti verso i vivi ed il secondo, è solo un lascito di morti ad altri morti .

Marco Baratto

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