Payback dispositivi medici, Broya de Lucia (PMI Sanità): "Recce sta con il governatore Giani e difende tassa iniqua"

"Il segretario della Cisl chiarisca la sua posizione nei confronti dei lavoratori del comparto biomedicale"
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Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

FIRENZE. "Ciro Recce, segretario della Cisl Toscana, sembra voler dare conforto al governatore Eugenio Giani nel momento in cui questi si erge a difensore della tassazione selvaggia a danno dei malcapitati cittadini toscani e ancora più quando, all'unisono con il presidente della giunta regionale, si mette a sostenere, con forza, l'applicazione del payback dispositivi medici ai danni di tante piccole e medie imprese del comparto sanitario.

Evidentemente non sa quello che dice". Così, in una nota, Gennaro Broya de Lucia  (nella foto), presidente di PMI Sanità, l'associazione nazionale delle piccole e medie imprese impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario alla diagnosi ed alle cure, commentando le ultime dichiarazione rese dal leader della Cisl Toscana a proposito del payback dispositivi medici, una "follia normativa" rimasta "inattuata fino al 2022 e su cui però la Toscana, in maniera misteriosa ed alquanto avventata, si è basata totalmente (unica in italia) per chiudere i propri conti di bilancio". Una follia che per de Lucia "rischia di distruggere la sanità italiana" creando "una nuova mostruosa gabella superiore finanche al valore delle stesse società pur di far quadrare i bilanci della regione".

Per il leader di PMI Sanità: "il segretario Recce dovrebbe anche chiarire come mai difende le tasche di alcuni contribuenti ma dimentica completamente il destino degli oltre 200.000 lavoratori del comparto biomedicale di cui almeno 20.000 operanti nella sola Toscana. Un numero enorme di persone che rischierebbe di trovarsi, da un giorno all'altro, senza più un lavoro se il tanto agognato payback venisse estorto". Recce, aggiunge ancora il presidente di PMI Sanità: "dimentica che la norma è tanto folle che il Tar Lazio ha identificato ben 4 motivi di illegittimità costituzionale bloccandone l'applicazione e rinviando la decisione alla Suprema Corte affinché si esprima per la sua cancellazione". "Il signor Ciro Recce, invece di difendere una tassa iniqua, bene farebbe a chiarire la sua posizione ed a ritrattare le proprie convinzioni" conclude de Lucia.

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