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Andrea Raimondi sulle orme del papà Marco: “Ma io preferisco la moto a quattro tempi invece di quella a due tempi”

La passione trasmessa dalla famiglia: motori, velocità, il brivido del sorpasso. Andrea Raimondi ventitreenne di Borzano di Albinea ci ha raccontato come si è avvicinato alle due ruote. La sua prima esperienza è stata con la minimoto dove ha iniziato i primi passi sulla pista bolognese di Ozzano Race Park poi il padre vista la passione e il grande entusiasmo, con il Lucky Racing Team, scuderia creata appositamente per farlo debuttare nel campionato.
Scandiano RE, (informazione.it - comunicati stampa - sport)

La passione trasmessa dalla famiglia: motori, velocità, il brivido del sorpasso. Andrea Raimondi ventitreenne di Borzano di Albinea ci ha raccontato come si è avvicinato alle due ruote. La sua prima esperienza è stata con la minimoto dove ha iniziato i primi passi sulla pista bolognese di Ozzano Race Park poi il padre vista la passione e il grande entusiasmo, con il Lucky Racing Team, scuderia creata appositamente per farlo debuttare nel campionato europeo e italiano, nel 2012 viene acquistata la moto3 Honda NSF 250R e con l’attuale capotecnico Ezio Pironi il figlio Andrea fa un anno d’esperienza sui principali circuiti italiani per poi debuttare nel 2013 nel trofeo Honda.


Andrea Raimondi con quali moto ha gareggiato?

“I primissimi passi li ho fatti con una minimoto Polini , successivamente con una pit bike LEM infine la mia prima moto che ho usato per le competizioni è stata la moto3 Honda NSF 250R e attualmente uso la moto3 TM, ditta pesarese che sono molto contento”.


Come si fa ad entrare in questo mondo?

“Grossi problemi non né ho avuti in quanto mio padre l’ho conosceva già ed è stato molto bravo a realizzare il mio sogno. La gavetta l’ha dovuta fare lui, perché per correre si appoggiava a team che fornivano oltre la moto l’assistenza tecnica, invece io ho la mia squadra dove le decisioni sono prese in famiglia. Quella più significativa per me è stata quando abbiamo deciso d’acquistare la moto3 TM che ci ha permesso di fare un notevole salto di qualità, prima con l’Honda eravamo un team che doveva gestirsi la moto, ora abbiamo l’appoggio della TM Racing ”.


Una bella soddisfazione.

“Sì, un’ enorme soddisfazione era il nostro obiettivo avere alle spalle una ditta che costruisce moto  e che è  disponibile per qualsiasi nostro problema”.


Tornando alle gare e alla stagione in corso cosa ci dice?

“ La mia stagione è stata condizionata da infortuni, il più brutto che mi ha fatto perdere la speranza per lottare per vincere il trofeo MotoEstate  è stato in round 3 a Varano dè Melegari dove il punteggio valeva doppio in quanto alla domenica venivano disputate due gare una al mattino e la seconda alle 18,00 chiudeva la giornata; al sabato dopo avere fatto il tempo di qualifica nelle prove ufficiali mentre mi stavo dirigendo al box stando all’esterno della pista, con la mano alzata un concorrente scivolava in curva e involontariamente mi colpiva. Prontamente soccorso dall’ambulanza oltre al forte dolore alla schiena e a tutto il lato sinistro del mio corpo c’era anche il sospetto della frattura alla mano sinistra e purtroppo oltre a non disputare la gara a Varano non sono guarito in tempo per round 4 nonostante le cure della dottoressa Lorena Sangiorgi, medico della Clinica Mobile. Però una nota positiva quest’anno c’è ,il titolare della TM Racing mi ha detto che i prossimi test che farà con i suoi piloti potrò esserci anch’io così farò una bella esperienza sui circuiti spagnoli”.


E il lavoro nel suo team come funziona? E con la ditta pesarese TM?

“ Con il mio capo tecnico Ezio Pironi l’intesa è perfetta:  tutto quello che so lo devo a lui, ho iniziato a correre con lui ed è con me da dieci anni. L’ attuale telemetrista Alessio Marcucci  è arrivato qualche anno dopo nel 2016. Con la TM Racing ci siamo trovati subito bene entrambi perché, fatte le dovute proporzioni, a gestirla è la famiglia Serafini e come noi  tutto viene discusso in famiglia ”.


E il rapporto con sua padre, anche lui che è stato pilota, com’è?

“Molto buono e spesso conflittuale. Io sono nato con la moto3 a quattro tempi per mio padre la vera moto da corsa è la  125 GP a due tempi poi se è Honda meglio, perché è quella che usava”.


Chiudiamo con il sogno nel cassetto.

“Disputare con il mio team e la TM Racing una gara di motomondiale”.  

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