EMILIA ROMAGNA FESTIVAL 2013. Martedì 6 agosto ore 21.15, Imola Palazzo Tozzoni. L'ENFANT TERRIBLE EMMANUEL CEYSSON arpa
IL PROGRAMMA DI ERf DAL 7 AL 10 AGOSTO
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Forlì,
(informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)
EMILIA ROMAGNA FESTIVAL 2013
Martedì 6 agosto ore 21.15
Imola Palazzo Tozzoni
L'ENFANT TERRIBLE
EMMANUEL CEYSSON arpa
Musiche di C.Ph. Bach, Pierné, Fauré, Tournier, Caplet, Glière, Debussy, Grandjany
In collaborazione con il Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française
INTERVISTA A EMMANUEL CEYSSON
Soprannominato in Francia “l'enfant terrible de la harpe” per la forte personalità ed il virtuosismo delle sue intepretazioni, Ceysson - prima arpa dell'Orchestre de l'Opéra National de Paris - è l'unico arpista ad aver ricevuto tre riconoscimenti artistici di livello mondiale. Emilia Romagna Festival ha avuto il piacere di incontrarlo in occasione della sua esibizione a Imola. (Intervista a cura di Michela Giorgini)
- E’ sicuramente vero che oggi le donne che suonano l'arpa sono più numerose degli uomini. Quindi quando si vede un arpista uomo, sorge spontanea una domanda: come è nata la sua passione per l’arpa? Quando, a sei anni, ho sentito il suono dell'arpa per la prima volta nel Concerto per flauto e arpa di Mozart, durante un corso di introduzione alla musica, la scelta dell'arpa per me è stata un’evidenza. Il timbro, la dolcezza, l’espressione: ogni cosa nell’arpa mi parlava e mi attirava, e a un bambino di 6 anni non importa davvero sapere se lo strumento è collegato a donne o uomini. A questo proposito è importante sapere che i più grandi arpisti del ventesimo secolo erano quasi tutti uomini: il cliché dell’arpa celestiale interpretata da donne giovani e carine, non ha quindi veramente luogo di esistere!
- Come ha trovato la sua identità di arpista con il proprio stile? La mia predilezione per il repertorio francese del primo Novecento mi ha portato molto rapidamente alla ricerca di colori e sonorità che fossero al servizio della musica impressionista, il che ha notevolmente contribuito a forgiare la mia personalità musicale. Il mio ingresso nel 2006 nell'orchestra dell'Opéra National de Paris ha anche fortemente influenzato il mio modo di suonare: l’attività operistica spinge il musicista ad una sempre maggiore flessibilità e creatività per soddisfare e accompagnare i cantanti. Penso di dovere all’opera la mia voglia di far "cantare" l'arpa.
- Il 6 agosto si esibisce a Imola. Da quali criteri é stata guidata la scelta del repertorio e quali sono i punti salienti? Il programma del 6 agosto è una selezione dei più bei brani del musica francese del XX secolo: uno dei repertori con cui mi trovo meglio. Ma mi è sembrato anche importante affrontare parti originali e sconosciute come la Sonata di Carl Philipp Emmanuel Bach o l’impromptu di Reinhold Glière, per dare risalto a tutta la diversità di suoni e stili di cui l’arpa dispone.
Arpa e musica a parte, sappiamo che lei è impegnato da tempo anche nel sociale, con un progetto che la vede mettere la sua competenza pedagogica al servizio di giovani che vivono in situazioni svantaggiate, in particolare in Colombia, dove conduce ogni anno gratuitamente corsi di specializzazione, con l’appoggio dell’ambasciata francese e della Fondazione Salvi. Ci può raccontare un po’ di questo progetto? Questo programma è nato dal mio incontro con la Colombia e i colombiani nel 2006 in occasione del primo festival di Cartagena. Il motto nazionale dice: "Colombia es pasiòn" e sono rimasto colpito dal fatto che in Colombia, la musica e la danza sono ovunque, agli angoli delle strade così come nei teatri. La mancanza di mezzi e strumenti per i giovani arpisti mi ha toccato in particolar modo, e ho quindi deciso di organizzare un partenariato di insegnamento volontario a lungo termine con il sostegno della Fondazione Victor Salvi, che ha inoltre fatto arrivare in loco degli strumenti, e l'Ambasciata di Francia. Così è nata la Cattedra Salvi d’Arpa, che si svolge da allora 1 o 2 volte l'anno, ed i risultati sono impressionanti, con diversi allievi classificati nei Concorsi Musicali in Sud America.
PRIMO PREMIO!: ERF ACCOGLIE I LAUREATI DEL BEIJING INTERNATIONAL MUSIC COMPETITION
I grandi concorsi internazionali di interpretazione da sempre hanno avuto la funzione di mettere a confronto le grandi scuole e scegliere nel modo migliore possibile coloro che avranno il compito di esaltare il proprio strumento sulla ribalta internazionale. In questo senso la maniera migliore di attivare questo circolo virtuoso è quella della interconnessione tra questi concorsi e i festival che nel mondo possono offrire alle eccellenze esecutive una vetrina e un’opportunità. Grazie ad un accordo stipulato con il prestigioso Beijing International Music Competition (uno dei più importanti concorsi internazionali, al quale partecipano ogni anno centinaia di candidati di altissimo livello) nei prossimi cinque anni Emilia Romagna Festival includerà nel proprio cartellone uno o più vincitori del BJIMC, attraverso il trait-d’union proprio Massimo Mercelli, giurato del concorso cinese e direttore artistico della rassegna italiana. Ecco quindi che in un vero e proprio ‘minitour’ il ventunenne flautista sud coreano Sunghyun Cho (che ha vinto anche 1° premio al Concorso internazionale 'Severino Gazzelloni' ) e il flautista siberiano Matvey Demin saranno protagonisti di due concerti, con programmi che mostreranno non solo la loro bravura, ma anche la varierà del loro repertorio.
Mercoledì 7 agosto, nella suggestione del modernissimo ‘contenitore’ delle Torri dell’acqua a Budrio, esempio produttivo e efficace di restauro di un’architettura industriale dismessa, Sunghyun Cho ci offrirà un panorama su due secoli di musica flautistica, dalle avvolgenti pagine di Schumann alle virtuosistiche variazioni schubertiane, per poi passare a tre volti diversi ma sempre affascinanti del Novecento francese.
Venerdì 9 agosto, nella sala dell’Istituto Musicale Angelo Masini di Forlì, i due giovani vincitori saranno insieme sul palcoscenico: Sunghyun Cho e Matvey Demin affronteranno un percorso fatto di espressività e virtuosismo (senza dimenticare l’anniversario verdiano con la fantasia sul Rigoletto di Doppler) ed eseguiranno poi ‘a due’ alcune pagine di carattere assai diverse, il Trio del settecentesco Kuhlau e il Klangfarben-Spiele dell’ungherese Kocsár.
Infine, nella magia della Chiesa di San Girolamo a Tossignano, il sabato 10 agosto Matvey Demin proporrà un itinerario che dalla complessa modernità della Sonata di Prokofiev si sposterà ad abbracciare le suggestioni della musica descrittiva (con Morlacchi), il recupero delle antiche forme (Widor) fino alla tentazione del virtuosismo (con Genin). In programma anche il brano, che entrambi i flautisti hanno eseguito a Pechino, della giovane compositrice tedesca Birke Jasmin Bertelsmeier che sarà presente la sera del concerto.
Tutti tre i concerti avranno un denominatore comune nel pianista che affiancherà i virtuosi: il napoletano Amedeo Salvato, solista, camerista, pianista accompagnatore, di grandissima esperienza che proprio a fianco dei più grandi flautisti del mondo svolge la sua intensa attività concertistica internazionale. (Maria Chiara Mazzi)
ASSOCIAZIONE EMILIA ROMAGNA FESTIVAL © - Partita Iva e Codice Fiscale 01516741202
Via Cavour 48 - 40026 Imola (BO) - Tel +39.0542.25747 - Fax +39.0542.612972 - info@erfestival.org
EMILIA ROMAGNA FESTIVAL 2013
Martedì 6 agosto ore 21.15
Imola Palazzo Tozzoni
L'ENFANT TERRIBLE
EMMANUEL CEYSSON arpa
Musiche di C.Ph. Bach, Pierné, Fauré, Tournier, Caplet, Glière, Debussy, Grandjany
In collaborazione con il Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française
INTERVISTA A EMMANUEL CEYSSON
Soprannominato in Francia “l'enfant terrible de la harpe” per la forte personalità ed il virtuosismo delle sue intepretazioni, Ceysson - prima arpa dell'Orchestre de l'Opéra National de Paris - è l'unico arpista ad aver ricevuto tre riconoscimenti artistici di livello mondiale. Emilia Romagna Festival ha avuto il piacere di incontrarlo in occasione della sua esibizione a Imola. (Intervista a cura di Michela Giorgini)
- E’ sicuramente vero che oggi le donne che suonano l'arpa sono più numerose degli uomini. Quindi quando si vede un arpista uomo, sorge spontanea una domanda: come è nata la sua passione per l’arpa? Quando, a sei anni, ho sentito il suono dell'arpa per la prima volta nel Concerto per flauto e arpa di Mozart, durante un corso di introduzione alla musica, la scelta dell'arpa per me è stata un’evidenza. Il timbro, la dolcezza, l’espressione: ogni cosa nell’arpa mi parlava e mi attirava, e a un bambino di 6 anni non importa davvero sapere se lo strumento è collegato a donne o uomini. A questo proposito è importante sapere che i più grandi arpisti del ventesimo secolo erano quasi tutti uomini: il cliché dell’arpa celestiale interpretata da donne giovani e carine, non ha quindi veramente luogo di esistere!
- Come ha trovato la sua identità di arpista con il proprio stile? La mia predilezione per il repertorio francese del primo Novecento mi ha portato molto rapidamente alla ricerca di colori e sonorità che fossero al servizio della musica impressionista, il che ha notevolmente contribuito a forgiare la mia personalità musicale. Il mio ingresso nel 2006 nell'orchestra dell'Opéra National de Paris ha anche fortemente influenzato il mio modo di suonare: l’attività operistica spinge il musicista ad una sempre maggiore flessibilità e creatività per soddisfare e accompagnare i cantanti. Penso di dovere all’opera la mia voglia di far "cantare" l'arpa.
- Il 6 agosto si esibisce a Imola. Da quali criteri é stata guidata la scelta del repertorio e quali sono i punti salienti? Il programma del 6 agosto è una selezione dei più bei brani del musica francese del XX secolo: uno dei repertori con cui mi trovo meglio. Ma mi è sembrato anche importante affrontare parti originali e sconosciute come la Sonata di Carl Philipp Emmanuel Bach o l’impromptu di Reinhold Glière, per dare risalto a tutta la diversità di suoni e stili di cui l’arpa dispone.
Arpa e musica a parte, sappiamo che lei è impegnato da tempo anche nel sociale, con un progetto che la vede mettere la sua competenza pedagogica al servizio di giovani che vivono in situazioni svantaggiate, in particolare in Colombia, dove conduce ogni anno gratuitamente corsi di specializzazione, con l’appoggio dell’ambasciata francese e della Fondazione Salvi. Ci può raccontare un po’ di questo progetto? Questo programma è nato dal mio incontro con la Colombia e i colombiani nel 2006 in occasione del primo festival di Cartagena. Il motto nazionale dice: "Colombia es pasiòn" e sono rimasto colpito dal fatto che in Colombia, la musica e la danza sono ovunque, agli angoli delle strade così come nei teatri. La mancanza di mezzi e strumenti per i giovani arpisti mi ha toccato in particolar modo, e ho quindi deciso di organizzare un partenariato di insegnamento volontario a lungo termine con il sostegno della Fondazione Victor Salvi, che ha inoltre fatto arrivare in loco degli strumenti, e l'Ambasciata di Francia. Così è nata la Cattedra Salvi d’Arpa, che si svolge da allora 1 o 2 volte l'anno, ed i risultati sono impressionanti, con diversi allievi classificati nei Concorsi Musicali in Sud America.
PRIMO PREMIO!: ERF ACCOGLIE I LAUREATI DEL BEIJING INTERNATIONAL MUSIC COMPETITION
I grandi concorsi internazionali di interpretazione da sempre hanno avuto la funzione di mettere a confronto le grandi scuole e scegliere nel modo migliore possibile coloro che avranno il compito di esaltare il proprio strumento sulla ribalta internazionale. In questo senso la maniera migliore di attivare questo circolo virtuoso è quella della interconnessione tra questi concorsi e i festival che nel mondo possono offrire alle eccellenze esecutive una vetrina e un’opportunità. Grazie ad un accordo stipulato con il prestigioso Beijing International Music Competition (uno dei più importanti concorsi internazionali, al quale partecipano ogni anno centinaia di candidati di altissimo livello) nei prossimi cinque anni Emilia Romagna Festival includerà nel proprio cartellone uno o più vincitori del BJIMC, attraverso il trait-d’union proprio Massimo Mercelli, giurato del concorso cinese e direttore artistico della rassegna italiana. Ecco quindi che in un vero e proprio ‘minitour’ il ventunenne flautista sud coreano Sunghyun Cho (che ha vinto anche 1° premio al Concorso internazionale 'Severino Gazzelloni' ) e il flautista siberiano Matvey Demin saranno protagonisti di due concerti, con programmi che mostreranno non solo la loro bravura, ma anche la varierà del loro repertorio.
Mercoledì 7 agosto, nella suggestione del modernissimo ‘contenitore’ delle Torri dell’acqua a Budrio, esempio produttivo e efficace di restauro di un’architettura industriale dismessa, Sunghyun Cho ci offrirà un panorama su due secoli di musica flautistica, dalle avvolgenti pagine di Schumann alle virtuosistiche variazioni schubertiane, per poi passare a tre volti diversi ma sempre affascinanti del Novecento francese.
Venerdì 9 agosto, nella sala dell’Istituto Musicale Angelo Masini di Forlì, i due giovani vincitori saranno insieme sul palcoscenico: Sunghyun Cho e Matvey Demin affronteranno un percorso fatto di espressività e virtuosismo (senza dimenticare l’anniversario verdiano con la fantasia sul Rigoletto di Doppler) ed eseguiranno poi ‘a due’ alcune pagine di carattere assai diverse, il Trio del settecentesco Kuhlau e il Klangfarben-Spiele dell’ungherese Kocsár.
Infine, nella magia della Chiesa di San Girolamo a Tossignano, il sabato 10 agosto Matvey Demin proporrà un itinerario che dalla complessa modernità della Sonata di Prokofiev si sposterà ad abbracciare le suggestioni della musica descrittiva (con Morlacchi), il recupero delle antiche forme (Widor) fino alla tentazione del virtuosismo (con Genin). In programma anche il brano, che entrambi i flautisti hanno eseguito a Pechino, della giovane compositrice tedesca Birke Jasmin Bertelsmeier che sarà presente la sera del concerto.
Tutti tre i concerti avranno un denominatore comune nel pianista che affiancherà i virtuosi: il napoletano Amedeo Salvato, solista, camerista, pianista accompagnatore, di grandissima esperienza che proprio a fianco dei più grandi flautisti del mondo svolge la sua intensa attività concertistica internazionale. (Maria Chiara Mazzi)
ASSOCIAZIONE EMILIA ROMAGNA FESTIVAL © - Partita Iva e Codice Fiscale 01516741202
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