Arte, tecnologia e radici armene: il finissage di AKNEYE getta le basi per il futuro a Venezia
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La giornata si è sviluppata in due momenti: una fase aperta al pubblico, che ha visto un’ampia partecipazione, in particolare molti i giovani presenti attratti dall’utilizzo di nuove tecnologie, e una parte riservata a rappresentanti culturali e istituzionali. Quest’ultima ha rappresentato un’importante occasione per AKNEYE per consolidare i rapporti già avviati nel corso di Biennale e per avviare nuovi dialoghi con le diverse personalità del panorama culturale veneziano, tra cui operatori del mondo dell’arte e della cultura, che hanno aderito all’iniziativa, interessati alle possibilità di future collaborazioni.
La cerimonia di chiusura di AKNEYE ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo provenienti da Yerevan, tra cui Anahit Badalyan, ideatore del progetto, affiancato dai collaboratori creativi Vigen Badalyan e Narek Gyulumyan. Tra le autorità presenti spiccavano il Vice Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica di Armenia, Daniel Danielyan, e la Direttrice della Galleria Nazionale d’Armenia, Marina Hakobyan. Tra le personalità veneziane presenti all’evento, un’attenzione particolare è stata riservata alla professoressa Silvia Burini, docente di Storia dell’Arte presso l’Università di Venezia e autorevole promotrice di mostre ed eventi artistici, e all’architetto Antonietta Grandesso, Responsabile culturale dello Spazio Thetis all’interno dell’Arsenale storico. Questo luogo, di straordinario fascino, è noto per il suo parco che ospita sculture e opere d’arte di artisti di fama internazionale come Jan Favre, Beverly Pepper, Pinuccio Sciola e molti altri.
Una sorta di fil rouge fra un’arte tutta orientata al futuro e il profondo legame storico tra Venezia e la comunità armena ha caratterizzato la serata. Persino il menù servito durante l’evento ha voluto riprendere a quello della cena del primo ventennio del ‘900, quando venne invitato ufficialmente il primo artista armeno alla Biennale di Venezia.
Era presente anche lo storico e giornalista Advedis Adjan, che abita a Venezia da molti anni ed è uno studioso della storia degli armeni, la sua presenza e testimonianza ha evidenziato il rapporto ultrasecolare tra la Comunità armena e Venezia che ai tempi della Serenissima può essere definita come il primo melting pot della storia.
La serata è stata impreziosita dalla live performance “Attraverso l’occhio dell’artista” dell'artista di Sacha Jafri.
Il finissage non è stato solo un momento celebrativo, ma anche una concreta apertura verso il futuro, con la promessa di nuovi eventi e iniziative nella città lagunare. AKNEYE si propone di diventare un punto di riferimento per l’arte contemporanea a Venezia, valorizzando le sue tradizioni culturali e proiettandole in una dimensione tecnologica e innovativa.
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