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Arte e Cultura

A Ravenna Festival, in esclusiva nazionale, ANOHNI in concerto con i Johnsons

Il grido avvolgente dal nuovo album "My Back Was A Bridge For You To Cross" e da brani provenienti da tutto il suo catalogo.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

A Ravenna Festival Pala De Andrè al completo, per l'esclusiva nazionale, prima di visitare le principali città e capitali europee, di ANOHNI che presenta un concerto con i Johnsons, attingendo dal suo nuovo album "My Back Was A Bridge For You To Cross" e da brani provenienti da tutto il suo catalogo.

Affiancato da Julia Kent (violoncello), Maxim Moston (violino), Mazz Swift (violino), Doug Wieselman (polistrumentista) Leo Abrahams (chitarrista), Gael Rakotondrabe (pianoforte), Sam Dixon (basso) , Chris Vatalaro (batteria) e Jimmy Hogarth (chitarrista/produttore) e Johanna Constantine (danza).

Sul palco tutto è un "Mistero": l'artista si presenta coperto totalmente da tunica e veli bianchi, guanti: prende forma di un dio, si muove come fosse sospeso, avvolto in un' aura magica. Con il gioco delle luci e delle immagini tutto diventa fantastico, anche la sua voce che transita da note da basso profondo a quelle alte da soprano e che regala a tutti l'illusione di essere in un luogo "fuori dal tempo", quello dei sogni che si realizzano.

Il Paradiso perduto, Eva ed il seme della curiosità che generano un coinvolgimento empatico.

 Il Pala assume la forma di un pallone aerostatico, alimentato dal boato degli applausi.

C'è un mito secondo cui i grandi artisti operano in isolamento. Non è necessario guardare oltre ANOHNI  e i Johnson per rendersi conto che questo è un errore:  con le sue caratteristiche androgine, il singolare ANOHNI  è un originale. La sua voce è intrisa dell'emozione trascendentale del blues, eppure è dispiegata con una semplicità disadorna che ricorda la pratica musicale medievale, abbellita da una nota alta di meraviglia infantile.


Questo straordinario artista newyorkese è apparso apparentemente dal nulla nel 2005, ha preso d'assalto il mondo con il suo secondo album acclamato dalla critica, I Am A Bird Now (Secretly Canadian), e continua a confondere le aspettative mentre questo successo globale raggiunge nuovi ascoltatori e campioni ogni anno. giorno. Vincitore del Nationwide Mercury Prize come Album dell'anno nel Regno Unito, ANOHNI  è stato appena nominato per numerosi altri premi prestigiosi, tra cui un Brit Award come miglior artista solista maschile; il premio Nuovo Pantheon; cinque diversi PLUG Awards; e un Irish Meteor Award come miglior artista internazionale. Le sue canzoni confondono le distinzioni di genere e identità, evocando sentimenti così potenti di desiderio, amore, lussuria e perdita.

 Un disco come "I Am A Bird Now" presenta contributi sia di colleghi suoi (Rufus Wainwright, Devendra Banhart) che di miti (Lou Reed, Boy George). ma ANOHNI  ha osato rivelare ancora di più di se stesso "Nel realizzarlo, ho cercato di portare tutto - come è stato registrato, come è stato eseguito - estremamente vicino, quindi sembrava seducente, come se fosse proprio nel tuo orecchio."
 Anohni affida al linguaggio della musica soul il prosieguo di una storia che racconta di oppressione, pregiudizi, identità, perdite, abusi, razzismo, violenza, diritti. "My Back Was A Bridge For You To Cross" riannoda i fili di un discorso che appartiene alla filologia della musica rock, ripartendo dall'iconico "What’s Goin' On" di Marvin Gaye: album già indicato come il disco del secolo.

 Anohni celebra personaggi della musica rock che hanno affrontato con tenacia e coerenza le incongruenze e le diseguaglianze sociali, catturando nei quasi cinque minuti di "It Must Change" il mix di romanticismo e politica di "What's Goin' On", nel graffio di solo novanta secondi di "Go Ahead" il guizzo irriverente dell'Hendrix di "Star-Spangled Banner" e nell'appassionante racconto dell'ultimo dialogo con Lou Reed, "Sliver Of Ice", la tenera eppur dolente poesia noir della Grande Mela.

 ANOHINI, il nome d'arte di questo magnifico simulatore, è scritto ora in stile greco antico e ci richiama alla realtà,  lancia una sfida: "È ora di sentire cosa sta realmente accadendo", a riflettere sull'oggi.

Di questa novella genuinità Anohni fa strumento di comunicatività viscerale, autentica. L'autrice si confessa senza remore nel delicato gospel-soul di "It's My Fault", riannoda le sofferenze passate per poter andare avanti e donare forza alle nuove generazioni nell'altrettanto accorata e minimale ballata per chitarra e voce "You Be Free", ma soprattutto regala una delle canzoni più potenti dal punto di vista sonoro e lirico qual è "Scapegoat".

"Oh, sei così annientabile, posso dire solo quello che voglio, posso usarti come una toilette, posso prenderti a pugni, prendi tutto il mio odio, nel tuo corpo": "Scapegoat" è il grido di chi non cede pur se sconfitto, una ballata graffiante, cantata con un vibrato quasi insolente e un crescendo musicale che a tratti evoca "Purple Rain" di Prince, ed è soprattutto il più potente brano di denuncia della transfobia che un'artista possa immaginare.

 "My Back Was A Bridge For You To Cross" è un album così denso da risultare imperscrutabile a un primo ascolto, il vero miracolo di Anohni è aver reso un tal manifesto ideologico un coinvolgente insieme di canzoni da amare, travolgenti nella loro genuina matrice soul-jazz-blues ("Can't"), a volte affini a una preghiera laica dove ognuno può identificarsi e lasciarsi cullare da sonorità cosmic-soul, intessute da un affascinante dialogo tra psichedelia, soul e rock che profuma di classico ("Rest").

Difficile immaginare indifferenza o superficialità da parte dell'ascoltatore che incrocerà il nuovo progetto dell'artista inglese: "My Back Was A Bridge For You To Cross" è un album che dà voce a tutte le sofferenze e diseguaglianze, con una potenza emotiva che supera le classi sociali, universale. 

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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