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Montecorice e Cosentini: i Carnevali del Cilento da non perdere! Carri allegorici coriandoli e chiacchiere

Il carnevale cilentano. La cultura, come insegnava l’antropologo britannico E.B. Tylor oltre un secolo fa, è qualcosa di complesso, di articolato, di plurale che individua nell’uomo il suo interprete e promotore; infatti, appare imperitura la definizione sistematica che lo studioso fornì nel proprio saggio Primitive Culture (1871)..
Montecorice, (informazione.it - comunicati stampa - società)

La cultura, come insegnava l’antropologo britannico E.B. Tylor oltre un secolo fa, è qualcosa di complesso, di articolato, di plurale che individua nell’uomo il suo interprete e promotore; infatti, appare imperitura la definizione sistematica che lo studioso fornì nel proprio saggio Primitive Culture (1871): «La cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società».

Ecco in ultimo il nodo fondamentale: la società; e proprio in essa gli uomini possono fare cultura attraverso la costituzione di un patrimonio sia materiale sia immateriale che è mantenuto in vita, perdurando nel tempo, grazie al ruolo chiave agìto dalla tradizione. Ebbene, nella perla naturale del Cilento, fra le varie e numerose manifestazioni culturali organizzate in questo territorio, ne esiste una, peraltro riconosciuta dalla regione Campania quale patrimonio immateriale, che ricorrerà a breve: il carnevale di Cosentini (SA). Anzi, per la verità, dovremmo parlare di “carnevali”, giacché il comune di Montecorice, di cui Cosentini è frazione, vede già da tempo la realizzazione di due importanti carnevali.

Montecorice e Cosentini: i Carnevali del Cilento da non perdere! Carri allegorici coriandoli e chiacchiere

Il primo, “Carnuvularo mio”, sostenuto dall’impegno dell’Associazione Euphòria (presieduta dalla dott.ssa Filomena Chiariello), porta in scena presso il borgo di Cosentini la rappresentazione del matrimonio fra Vincenzella (figlia di Pulcinella e di Lucrezia, detta Zeza) ed il suo spasimante; circostanza - quella di un matrimonio contrastato - certo non nuova per questo palcoscenico naturale visto che era appena l’estate scorsa quando veniva rappresentata “A Zita”.

Il secondo carnevale - frutto dell’impegno della Pro loco Ortodonico – ha invece vita a Montecorice, dove l’entusiasmo dei molti volontari si mescola al calore dei partecipanti ed alla soddisfazione del sindaco Meola, specie in virtù delle presenze registrate nelle edizioni precedenti. Quindi, confidando nella clemenza di Giove pluvio a vantaggio del rinomato sole che illumina radioso il paesaggio cilentano, mentre fervono i preparativi di carri (quattro: One Piece, Capodanno Cinese, Il capitano-Gigidag, Mary Poppins), scenografie e costumi, non possiamo che elogiare la dedizione, la forza di volontà e lo spirito di gratuità con cui vengono gestite, promosse, attuate - nonché difese - antiche tradizioni in cui sacro e profano tendono a compenetrarsi per creare sia un momento di importante coesione sociale sia la rivendicazione delle proprie usanze e credenze, in nome di un patrimonio locale condiviso e da condividere.

Perciò, senza dimenticare come l’apertura del carnevale avverrà sabato 1marzo alle ore 14,00 in località Assunta e che alle 15,30 partirà la sfilata dei carri (l’indomani in esposizione sul lungomare di Agnone e di nuovo martedì 4 marzo), occorre allora sottolineare ancora una volta il ruolo di primo piano svolto dalle tradizioni nella trasmissione del sapere, poiché il folklore, aldilà della dimensione economica di ricaduta turistica, è soprattutto indice di aggregazione, di sensibilità e di attaccamento verso la propria terra non in termini di bieco campanilismo, bensì di preservazione di costumi, di storia e di cultura.

Ufficio Stampa
Giorgio Mellucci
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